La storia della subacquea 

 
La storia dell'immersione subacquea ha registrato un esplosivo sviluppo circa 60 anni fa per merito di uomini come Cousteau, Bond, Link ed altri. La legge di Boyle e Mariotte, fondamentale per l'immersione, comparve nella seconda meta del '600 e così i primi esperimenti in camera di decompressione realizzati da Robert Boyle. Paul Bert, il padre della fisiologia subacquea, individua l'importanza dell'azoto disciolto nell'organismo sotto pressione e dell'ossigeno respirato a pressione insufficiente od eccessiva. Successivamente John Scott Haldane inizia gli studi e le osservazioni pratiche che gli consentiranno di portare, agli albori del nostro secolo, il suo contributo all'immersione sotto forma delle prime tabelle per decompressione che traducono in pratica gli studi di Paul Bert. Un'impresa di particolare importanza viene compiuta nel 1937 quando l'ingegner Max Gene Nohl scende con miscela di elio ed ossigeno fino a 128 metri.
Anni or sono furono iniziati ad opera del comandante Cousteau, i primi esperimenti di vita sott'acqua dove l'uomo permane per giorni a 100 metri e più di profondità, vivendo con ogni conforto ed uscendo dall'abitazione subacquea per lavorare. Con l'andar degli anni, grazie anche ai passi da gigante fatti dalla medicina e dalla tecnologia, la permanenza dell'uomo sott'acqua é arrivata quasi alla portata di tutti si che le statistiche di tutto il mondo annoverano questa disciplina come una delle meno pericolose; questo sicuramente dovuto alla seria e specifica preparazione teorico-pratica che i corsi delle varie scuole impongono ai propri allievi. Tra le scuole riconosciute a livello nazionale e mondiale spiccano i nomi di PADI, NAUI, SSI, FIPS, CSMI, DIWA, IDD, FIAS, e per il settore dedicato ai brevetti per portatori di handicap troviamo ASHI, ASPH e HSA; quest'ultima conta il riconoscimento in quasi tutti i continenti e, al momento, in più circa 30 nazioni.