La mia personale esperienza a proposito della subacquea

In passato raramente, ma negli ultimi anni sempre più di frequente grazie alle nuove leggi per l'abbattimento delle barriere architettoniche, vi sarà capitato di incontrare dei disabili in piscina. Molte persone comuni si domanderanno i motivi, l'utilità, lo scopo. Personalmente mi sono avvicinato all'acqua a seguito di un programma riabilitativo dopo un incidente stradale che mi ha causato una frattura mielica e non ci crederete, ma quando la terapista ed il dottore mi hanno messo in acqua per la prima volta dopo l'incidente, sono colato a picco come un sasso.

Quasi per scherzo ma anche per interesse, ho cominciato a superare i primi esercizi di galleggiamento e postura in acqua. In seguito grazie ad un interesse sempre più crescente, ho iniziato a re-imparare a nuotare: è proprio così. Dopo qualche anno sono riuscito ad impadronirmi dei quattro stili ed ho iniziato ad allenarmi seriamente per partecipare a gare natatorie per disabili in una polisportiva. Dopo anni di nuoto, un gruppo di amici della piscina di Como, mi ha coinvolto nella esperienza subacquea facendomi assistere agli esami degli Istruttori HSA in piscina. E fu proprio la preparazione ed il metodo con cui istruttori brevettati HSA insegnavano ai "futuri istruttori", che mi convinse ad intraprendere questo tipo di esperienza. Nell'acqua, non esistono barriere, si può galleggiare, spostarsi o assumere posizioni che si credeva di aver perso per sempre; il supporto idrostatico offre infatti notevoli vantaggi. Tutti conosciamo il sollievo che ci procura il caldo e rilassante bagno serale, così come la sensazione di leggerezza che proviamo nell'acqua. Innanzitutto il peso, grazie alla legge di Archimede, riceve una spinta verso l'alto che lo fa sembrare più leggero (non per niente il nuoto è lo sport ideale per chi è in sovrappeso o fuori forma). Chi ha difficoltà a reggersi in piedi o a muoversi può avvertire un senso di maggiore libertà e accrescere la gamma dei movimenti possibili. In secondo luogo l'acqua è un mezzo più denso della aria e l'attrito che si crea permette di tonificare e rinforzare i muscoli, aiuta inoltre i polmoni e il cuore ad utilizzare l'ossigeno in modo efficiente. Una serie di benefìci, insomma che conosce chi pratica regolarmente il nuoto. Ma soprattutto l'acqua esercita un effetto miorilassante, cioè scioglie i muscoli favorendone il rilasciamento e diminuendo un eventuale impaccio dei movimenti. Esattamente ciò che serve chi é affetto da una rigidità spastica, come il mieloleso. La subacquea, è una disciplina sportiva che richiede pazienza, tempo, impegno, costanza, molta fatica, ma ripaga enormemente in termini di sensazioni ed emozioni. Anche guidare l'automobile può essere un'attività pericolosa se non vengono rispettate le norme di sicurezza; così è anche per l'immersione subacquea. Dopo aver appreso le prime nozioni teoriche fondamentali e le prime tecniche per l'uso corretto dell'attrezzatura subacquea, ho scoperto che nuotare sott'acqua è molto più facile e divertente del nuoto in superficie ed è un'esperienza difficilmente descrivibile.
Ero emozionato alla mia prima immersione in assoluto, sentivo il mio respiro molto veloce, ero preoccupatissimo e molto concentrato per seguire le indicazioni del mio istruttore, sempre al mio fianco. Sono arrivato sul fondo della piscina a 5 metri senza difficoltà. Il mio respiro era accelerato dall'emozione, poi ho guardato in alto ed ho visto la superficie dell'acqua cominciando così la mia avventura in un mondo senza barriere dove ci si sposta volando...

Per conseguire un brevetto subacqueo, bisogna allenarsi in piscina almeno due volte la settimana e assistere a numerose sedute di teoria. Alla fine è previsto un esame scritto, relativo ai mezzi che si utilizzano ai problemi che ne possono derivare e una prova pratica, in piscina e in acque libere. Se si ha paura dell'acqua non è il caso di dedicarsi alla subacquea, bisogna inoltre nuotare parecchio almeno una volta la settimana per mantenersi in forma, poi, due-tre volte al mese, andare sott'acqua con le attrezzature. Mediamente, per una discreta attrezzatura si spende circa 1.000 Euro, per ogni immersione occorre poi provvedere alla ricarica delle bombole (8-10 Euro) e alla manutenzione.
La piscina inizialmente offre maggior sicurezza e garantisce dalle sorprese. In mare è molto più bello e coinvolgente, c'è tutto un mondo da scoprire, migliaia di forme viventi da osservare, ma anche molti pericoli da cui guardarti, sorprese da tutte le parti. L'importante è avere un buon istruttore: la sua guida è importante, perché tante sono le cose da fare e c'è il rischio che ci si stanchi presto e ci si demotivi.

"Fare sub" é uno sport bellissimo soprattutto per patologie legate a traumi midollari, all'inabilità fisica e, perché no, anche per cecità parziale o totale o malattie neurologiche. E' importante acquisire una certa acquaticità prima di iniziare l'attività subacquea, fondamentale è saper nuotare discretamente e soprattutto non essere soggetti portati al panico.

Un handicappato nell'acqua si sente meno tale per la spinta idrostatica che lo aiuta in movimenti che a terra non avrebbe mai potuto fare. L'acqua ci tende una mano mentre sulla terraferma, con l'attrazione terrestre che ci obbliga a spostarci in carrozzina o piuttosto malamente sulle nostre gambe, ci sentiamo più disabili, e se poi ci mettiamo anche le barriere architettoniche....beh....i risultati ci portano a pensare perché non siamo nati pesci...