Signorini, il Capitano

                

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SIGNORINI - Vai alla pagina precedente

 

24/05/2001, Genova, stadio L. Ferraris: SIGNORINI UNO DI NOI

(la maglia n.° 6 è stata ritirata in suo onore)

Gianluca Signorini applaudito allo stadio Luigi Ferraris

Gianluca Signorini, accompagnato dai figli, riceve l’applauso commosso dei tifosi a Marassi
(Il Secolo XIX)

 

SIGNORINI, IL CAPITANO - Il dramma di Gianluca Signorini, ex calciatore, un campione dentro e fuori dal campo, vittima di una terribile malattia che lo ha completamente paralizzato; ha difficoltà anche a parlare, respirare e deglutire.
E' la
sclerosi laterale amiotrofica (nota anche come "morbo di Lou Gehrig").
Bandiera del Genoa degli anni '80 e '90, ha giocato anche nel Pisa, nel Parma e nella Roma. Il
24 maggio 2001 a Genova è stata giocata una partita in suo onore, il cui ricavato è stato devoluto per le borse di studio dei suoi 4 figli e all'AISLA, Associazione Italiana Sclerosi Laterale Amiotrofica.
Inizialmente non voleva venire, ma la sua famiglia lo ha convinto a rivedere i suoi vecchi compagni di squadra (Skuhravy, Torrente, Collovati, Eranio, Ruotolo, Bortolazzi...), gli allenatori (Scoglio, Bagnoli, Liedholm, Sacchi) e a riabbracciare il suo pubblico, i suoi tifosi, la "Gradinata Nord". Grande commozione quando il Capitano, immobile sulla sedia a rotelle, accompagnato dalla moglie Antonella e spinto dalla figlia maggiore Benedetta, si è avvicinato alla "Nord" avvolto dai canti dei tifosi... Toccante anche il momento in cui la stessa figlia ha letto un suo messaggio...

...Qui di seguito il testo del messaggio di Gianluca Signorini letto al termine della partita dalla figlia Benedetta:Benedetta, la figlia maggiore di Gianluca Signorini

"Vorrei alzarmi e correre con voi, ma non posso.
Vorrei urlare con voi tifosi canti di gioia, ma non posso.
Vorrei che questo fosse un sogno dal quale svegliarmi,
magari felice, ma non lo è.
Vorrei che la mia vita riprendesse da dove si è fermata.
Voglio dirvi grazie per tutte le manifestazioni di affetto che mi avete dimostrato.
Voglio ringraziarvi per aver aderito al mio appello di solidarietà. Voglio ringraziare chi ha reso possibile tutto questo, i miei vecchi compagni, i mister e voi tifosi, con i quali ho trascorso sette splendidi anni indimenticabili.
Vi voglio bene
".

Gianluca
IL CAPITANO

 

Per contattare Signorini via e-mail: gianluca.signorini@libero.it

 

 

 

CALCIO: IL DRAMMA DI SIGNORINI (www.arcobaleno.net)

Giampaolo Iurilli 

Una volta correva, saltava, era uno dei liberi più apprezzati degli anni ’80, ora non cammina, non parla, ha difficoltà a deglutire e respirare: questa è la triste involuzione di Gianluca Signorini, ex calciatore di Genoa, Parma e Roma, che oggi è costretto  all’immobilità dal morbo di Lou Gehrig. Questa tremenda malattia, della quale non si conoscono le cause scatenanti e che prende il nome dall’ex campione americano di baseball che fu colpito negli anni ’60 [in realtà si ritirò dall'attività agonistica a causa della malattia nel 1939, N.d.R.], danneggia il cervello da cui partono gli impulsi ai muscoli del corpo. È una malattia molto rara (colpisce 3 persone su 100.000) e di solito coglie l’individuo dai 60 anni in su. Ed allora, cosa accomuna il morbo con un ex calciatore di 40 anni? Su questo sta indagando Raffaele Guariniello, sostituto procuratore aggiunto di Torino, che da qualche anno cerca di chiarire il rapporto dello sport con i farmaci e doping, e che ora sta investigando su alcune morti eccellenti nel mondo del calcio. Intanto Signorini, che può solo comunicare con l’ausilio di un computer, ha affermato di non credere al doping come causa della sua malattia. Signorini oggi passa la maggior parte della giornata sul divano, a vedere la televisione per seguire ciò che era la ragione della sua vita, il calcio. Dopo la carriera calcistica sognava un futuro da allenatore, magari seguendo le orme del suo maestro Sacchi, ed era già il responsabile delle giovanili del Livorno, è l’anno 1999 ed iniziano i primi sintomi della malattia: debolezza e fatica, nasce la figlia Giulia e Gianluca si ammala. Dopo la tremenda diagnosi tanti sono stati i suoi tentativi di trovare una soluzione, ma ben presto la speranza ha lasciato spazio alla disillusione, nessuna cura ha avuto effetto. Gianluca non può quasi più parlare ma usa il computer per rispondere all’e-mail di auguri che provengono da tutto il mondo calcistico, sarebbe facile arrendersi, ma lui non ci sta, piange, soffre ma non cede. Il calcio, comunque, riesce a fargli dimenticare per qualche istante il suo male: tifa Genoa e sogna lo scudetto per la Roma, città che gli è rimasta sempre nel cuore. Ed allora non arrenderti Signorini, combatti il male e credi in un futuro che potrebbe essere migliore.

 

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Per gentile concessione de La Gazzetta dello Sport un estratto della lunga intervista di Marco Pastonesi ad Antonella Signorini che potrete leggere interamente oggi sulla "Rosea". (www.genoacfc.it)


......a scuola, a casa, la sera. Certo, ci sono i momenti di pianto e di crisi, e meno male che ci sono. Alessio è la nostra forza, l'uomo di casa. Benedetta è il mio sfogo. Andrea è sereno: per lui Gianluca era su un piedistallo, i suoi compagni gli dicevano che era l'unico ad avere un babbo sulle figurine... Giulia lo adora, fa tutto per sé e per lui. Se le regalo un biscotto, lei mi chiede: "Me ne dai un altro per il babbo?". E Gianluca? Chiede il minimo. Comunica con il computer, ha una speciale tastiera sul monitor, riesce a digitare. E poi gli occhi: quelli dicono tutto. Cioè? Sofferenza. Molta sofferenza. Visite? Prima niente, poi sì, poi no, poi solo qualcuno, poi nessuno. Gianluca si rinchiudeva sempre di più in se stesso. Ma non era giusto: lui può ancora dare tanto. Allora unaSignorini, da giocatore, esulta sotto la "Nord" decina di giorni fa gli ho mostrato la sua foto più bella: lui con il pugno chiuso sotto la grandinata nord. E gli ho detto: "Qui ce l'avevi la grinta. Adesso è il momento di tirarla fuori". E lui? Il giorno dopo mi ha chiesto di uscire di casa: abbiamo fatto il giro dell'isolato. Poi abbiamo organizzato una gita fuori città. Alla "sua" partita non voleva andare. Gli ho detto che non poteva rinunciare, che si deve sacrificare, che deve vedere i suoi figli giocare nel suo stadio, con la sua maglia. Quella maglia che lui indossa tutti i giorni i pantaloni della tuta, maglia rossoblù, Signorini, numero 6.

Marco Pastonesi

 

 

PRESENTATA L'INIZIATIVA IN PROGRAMMA GIOVEDI' SERA A MARASSI PER GIANLUCA SIGNORINI

Si è tenuta presso la Terrazza Colombo la conferenza stampa della manifestazione "A Gianluca grande capitano", che giovedì sera vedrà di scena a Marassi i compagni di Gianluca nelle squadre di Genoa, Parma e Roma. A fare gli onori di casa l'ex giocatore rossoblù Fulvio Collovati, deus ex machina dell'iniziativa insieme ai due ex calciatori giallorossi Manfredonia e Tempestilli. Numerosi quanto toccanti gli interventi effettuati dai vari personaggi che hanno illustrato nei dettagli la serata che verrà aperta da altri due incontri. Il primo tra le rappresentative giovanili di Genoa e Parma e il secondo tra giornalisti della carta stampata contro televisivi. Davanti a una affollata platea costituita ovviamente da moltissimi rappresentanti degli organi d'informazione, invitati dalla società organizzatrice Pierrot di Camì, hanno preso la parola tra gli altri il presidente dell'A.I.S.L.A (Associazione Italiana Sclerosi Laterale Amiotrofica) Ferlito, l'avvocato Biondi, l'assessore Tullo, il professor Scoglio, il d.g. rossoblù Blondet, i medici sportivi Casaleggio e Gatto e i calciatori Torrente e Ruotolo. Molto apprezzata la presenza del team manager Giorgio Aiazzone in rappresentanza della Sampdoria. L'incasso raccolto giovedì sera verrà girato per costituire 4 borse di studio per i figli di Gianluca, mentre il restante quinto verrà devoluto all'A.I.S.L.A. I calciatori del Genoa hanno già acquistato centinaia di biglietti che verranno distribuiti ai tifosi nel corso dei prossimi giorni. Anche Andrea e Alessio Signorini, i due figli maschi di Gianluca, calcheranno il prato di Marassi per uno scampolo dell'ultima partita in programma. "Pato" Aguilera, impossibilitato a intervenire, ha registrato un messaggio che verrà trasmesso sul display dello stadio.

 

 

 

GENOA, SERATA PER SIGNORINI
25 maggio 2001

(http://sport.virgilio.it/it/ce/multi/0,2911,3932645,00.html)

Luca Lavagetto per Sports.com

Trentamila persone al Luigi Ferraris per salutare Gianluca Signorini, capitano rossoblù dal 1988 al 1995 e colpito nell'estate del '99 dal terribile morbo di Lou Gehrig. Fulvio Collovati, Lionello Manfredonia e Antonio Tempestilli, ex compagni di Signorini, hanno organizzato a Marassi una partita di beneficenza che ha messo di fronte il Genoa degli anni novanta contro una mista Parma - Roma, ex squadre del Capitano.

In campo oltre cinquanta giocatori che erano stati compagni di Gianluca e che hanno immediatamente aderito all'iniziativa. L'incasso della serata andrà per metà a borse di studio destinate ai figli di Signorini e per metà all'AISLA, associazione che lotta contro il morbo.

Grandi emozioni per i tifosi rossoblù, accorsi in massa per rivedere vecchi idoli e soprattutto salutare il loro "capitano" a cui hanno dedicato una splendida coreografia in Gradinata Nord. All'ultimo momento ha deciso di essere presente anche lo stesso Signorini, immobilizzato su una carrozzella spinta dalla moglie Antonella, ma evidentemente contento dell'eccezionale manifestazione di affetto tributatagli da amici e tifosi.

In campo c'erano sicuramente nomi di rilievo: da una parte, guidato dalla coppia Scoglio - Bagnoli, quasi tutto il Genoa del quarto posto e della Coppa Uefa (da Skuhravy ad Eranio, da Ruotolo a Bortolazzi, da Caricola a Onorati, da Torrente a Collovati) più i vari Tacconi, Van't Schip, Nappi, Fontolan e tutti quant'altri avevano condiviso con Gianluca l'avventura genoana. In campo con la maglia rossoblù anche Andrea e Alessio, i figli di Gianluca.

Sull'altro fronte Roberto Pruzzo, Bruno Conti, Sebino Nela (che hanno giocato gli ultimi 5 minuti in maglia rossoblù), Voeller, Tancredi, Giannini, Mussi, Rizzitelli e tanti altri vecchi campioni più o meno appesantiti ma scesi con entusiasmo al Ferraris.

Per la cronaca ha vinto il Genoa 7-1 (tripletta di Andrea Signorini, doppietta di Murgita, gol di Skuhravy e Iorio per il Genoa e di Pruzzo per la Roma) ma a contare è stata solo la grande manifestazione di affetto di tutti i presenti e di chi (Aguilera, Mancini) assente per diverse ragioni ha voluto ugualmente mandare un messaggio a Signorini.

Toccante il finale della manifestazione, con Benedetta (la figlia maggiore del Capitano) che ha letto un messaggio del padre fra i grandi applausi dell'intero stadio.

 

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IL GRANDE CORAGGIO DEL CAPITANO (www.genoacfc.it)Signorini allo stadio di Genova Luigi Ferraris

Come salotto lo stadio di Marassi. Come invitati trentamila rossoblù e una sessantina di compagni campioni. Come musica la colonna sonora della gradinata Nord. Come candeline cinque minuti di fuochi d'artificio. Come torta due gol di testa di Pruzzo e Skuhravy, un cross di Van't Schip, uno stop di Eranio. Un palleggio di Bruno Conti, un numero da foca di Nappi, un'invenzione di Giannini, un rigore di Iorio e un volo di Tacconi...
Poi le solite cose che succedono alle feste: chi ride, chi piange, chi canta, chi ricorda, chi sogna, chi bacia, chi abbraccia, chi rimpiange, chi spera, chi si emoziona, chi si commuove, chi non va via nemmeno quando il padrone di casa spegne le luci, chi scopre di avere tanti amici che neanche immaginava, chi sta già pensando "io c'ero", chi sta già dicendo "quando ci vediamo la prossima volta?".
Gianluca Signorini ce l'ha fatta. Lui, che sul campo era il più forte, il più sicuro, il più severo, anzi, quello che dava forza, sicurezza e serenità ai compagni, negli spogliatoi era sempre uno straccio.
Dev'essere stato così anche ieri. Poi è entrato nel suo stadio e ha trovato la gente e i cori, la memoria e la riconoscenza, gli amici e i maestri, in una sola parola: l'amore.
Poi domani, cioè oggi, è un altro giorno. E rimane una domanda a cui non sanno rispondere né gli scienziati, né i teologi: perché?

Marco Pastonesi

 

 

"SIGNORINI ERA SEMPRE ATTENTO A CIO' CHE PRENDEVA. SULLA SUA MALATTIA I FARMACI NON C'ENTRANO."

di Diego Costa


Roma
- (11 Gennaio 2001)

La moglie: "Noi non accusiamo nessuno"
Sacchi: "Gianluca non vuole mollare"
Guariniello lo ascolterà
Era il difensore ideale per Sacchi

Non parliamo di doping. Lo dice la famiglia Signorini, lo conferma, implicitamente, l'esperto. Il professor Ferdinando Priano, primario di ortopedia presso l'Ospedale "Città di Alessandria" del capoluogo piemontese, da lunghi anni è il consulente ortopedico del Genoa. Ha quindi conosciuto e visitato Signorini, così come conosce e ha curato molti calciatori professionisti.
"Ricordo che Signorini è sempre stato un professionista scrupoloso - premette il medico - un calciatore molto attento nel voler conoscere le terapie cui veniva sottoposto. Insomma, un tipo molto serio nello svolgimento della sua attività".
Il prof. Priano sembra molto colpito dalla vicenda del giocatore, malato di morbo di Lou Gehrig. "Ho letto i giornali, conosco Signorini. Io non credo che si possa parlare di attinenza tra la farmacologia cui il giocatore è stato sottoposto e la malattia che l'ha colpito". Entra nello specifico: "Ormai è chiaro che questa sindrome non colpisce soltanto gli sportivi, così come non è una sindrome a carico delle persone anziane. Colpisce anche i giovani. Come qualsiasi malattia neurologica non credo che si possa collegarla con certezza a una qualsivoglia terapia farmacologica continuata".
Scendendo nel particolare, il prof. Priano accentua il tono della sua affermazione: "Signorini non ha mai subito gravi incidenti nel corso della sua carriera sportiva. E siamo davanti a un calciatore che presentava un fisico strutturato, non era certo un gracilino".
"Il suo caso colpisce umanamente. Non è possibile sapere come abbia potuto contrarre questa malattia degenerativa del sistema nervoso, perché questa colpisce all'improvviso, senza manifestazioni preventive evidenti. E come il genere di malattia di cui fa parte, non si può ascrivere a fattori esterni. Le malattie demielinizzanti presentano un'eziologia piuttosto varia". L'origine, quindi, può essere varia.
Il prof. Priano ha un ricordo recentissimo di Signorini: "Non più tardi di tre anni fa operai alla spalla il centravanti del Pisa. Ebbene, il giocatore fu accompagnato proprio da Signorini, dirigente della squadra toscana. Lui era in ottima forma e mi illustrò i suoi progetti ambiziosi, voleva riportare il Pisa nel calcio che conta". Ecco perché Signorini usa il termine "destino" quando, usando il computer, comunica le sue impressioni con gli altri.

                                             

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GENOA, UNA PARTITA PER SIGNORINI E LA RICERCA

Genova - (18 Maggio 2001 17:00)

Solo ieri Gianluca Signorini portava il Genoa a un'impresa storica, la prima e unica vittoria di una squadra italiana sul campo del Liverpool: sono passati 10 anni e oggi, a 40 anni, il capitano di quel Genoa è paralizzato dalla sclerosi laterale amiotrofica, malattia letale. Per lui e per la ricerca giocheranno a Genova il 24 maggio campioni e amici. La partita dedicata a "Gianluca grande capitano" metterà di fronte allo stadio Ferraris il Genoa del quarto posto e della Coppa Uefa e una mista Roma-Parma con i campioni che giocarono a fianco del libero. Tra gli "ospiti" Conti, Giannini, Pruzzo, Manfredonia, Nela, Melli e l'allenatore della nazionale tedesca Rudy Voeller. In panchina Liedholm e Sacchi.
In maglia rossoblù giocheranno per Gianluca i protagonisti della più gloriosa stagione genoana del dopoguerra, da Braglia a Tacconi, da Caricola a Bortolazzi, con Eranio, Fontolan, Nappi, Panucci, Ruotolo. Ci sarà anche il gigante d'attacco Tomas Skuhravy e, dal Brasile potrebbe arrivare anche Claudio Branco. Mancherà l'uruguayano "Pato" Aguilera che, come ha annunciato Fulvio Collovati, tra gli organizzatori, manderà una sorpresa con un video. La partita servirà per raccogliere fondi che andranno in beneficienza all'associazione che assiste i malatti di Sla e ai familiari dell'ex giocatore di Roma, Parma e Genoa. In particolare verranno finanziate borse di studio per i tre figli del calciatore, due dei quali scenderanno in campo a Genova con la maglia rossoblu.

 

 

 

Quotidiano.net (http://lanazione.it/chan/tuttocalcio:2190790:/2001/05/26:#)

COMMOZIONE A GENOVA PER LA PARTITA PRO-SIGNORINI

GENOVA, 24 MAGLIO 2001 - Un silenzio irreale e imbarazzante accoglie il «grande capitano». Scoglio piange e se ne va, i giocatori restano immobili e muti. Gianluca Signorini, 41 anni, entra con la sua carrozzina nello spogliatoio del Genoa e porta un mare di commozione. La stessa che inonda lo stadio Ferraris di Genova quando la figlia Benedetta spinge il capitano in campo prima del calcio d'inizio della partita dedicata a lui.


E’ una festa triste questa partita giocata per raccogliere fondi a favore della ricerca scientifica contro la sclerosi laterale amiotrofica, malattia letale che sta consumando Signorini, e per quattro borse di studio destinate ai figli del giocatore. Gianluca al Ferraris è la grande sorpresa per i tifosi che lo amano e per tutti gli amici che sono venuti a giocare per lui. Sessanta campioni che hanno militato con Signorini in Parma, Roma e Genoa, guidati da Liedholm e Sacchi da una parte e da Bagnoli e Scoglio dall'altra: in campo piedi famosi, da Voeller a Pruzzo, da Giannini a Bruno Conti, fino ai giocatori del Genoa che hanno giocato la semifinale Uefa dieci anni fa espugnando il campo del Liverpool.


Il capitano in principio non aveva voglia di venire. I malati di Sla, quattromila in Italia, tendono ad isolarsi. Poi ha scelto di esserci per dire grazie: si è messo a bordo campo e si è riempito gli occhi dei colori che lo hanno accompagnato per anni, ha ascoltato i cori incessanti della «sua» Gradinata Nord. Si vede che lotta, ma la lotta è durissima. In due anni la malattia gli ha tolto le forze. Ora i muscoli sono immobili, il capitano fatica anche a deglutire.


Ma muove la testa, accende lo sguardo e abbozza anche un sorriso. I compagni si mettono in fila: baci e abbracci, e lacrime. Lui sorride, si commuove: è avvolto, completamente, da un affetto proprio grande. Ma i 25 mila che cantano il suo nome non hanno alcuna forza contro il male. «Vorrei alzarmi e correre con voi, ma non posso - è il messaggio del capitano che la figlia Benedetta legge alla fine della partita - vorrei urlare con voi tifosi canti di gioia, ma non posso. Vorrei che questo fosse un sogno dal quale svegliarmi, magari felice, ma non lo è. Vorrei che la mia vita riprendesse da dove si è fermata».


La partita non conta (finisce 7-1 per il Genoa, segna anche il figlio Andrea, 11 anni), il gioco è un pretesto. La commozione è qui. Non è un addio al calcio, è qualcosa di diverso.


Niels Liedholm, Arrigo Sacchi, Osvaldo Bagnoli e Franco Scoglio: i quattro allenatori hanno risposto subito sì all'invito di Fulvio Collovati e Lionello Manfredonia e sono corsi a Genova per salutare ed aiutare il loro amico Gianluca Signorini. Lo hanno abbracciato si sono commossi con lui. «E' bello tornare a Genova - ha detto Bagnoli - purtroppo è una occasione triste. Siamo contenti di essere qui vicini a Gianluca. Vorremmo poter fare qualcosa di più».
Sacchi ha ringraziato la famiglia di Signorini: «Sono qui per un caro amico che è stato un grande giocatore, un libero come piacciono a me. Non potevamo mancare».


Scoglio, superata la commozione ha ringraziato la tifoseria: «Il pubblico ha risposto in modo fantastico - ha detto - d'altronde per uno come Signorini c'era da aspettarselo. Lo amano tutti». Anche Liedholm è rimasto colpito dalla folla che ha riempito il Ferraris: «E' molto bello - ha detto - siamo proprio in tanti e vorremmo tutti poter fare qualcosa di più».

 

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SALVE, SONO ALESSIO SIGNORINI, IL FIGLIO DI GIANLUCA SIGNORINI (genoasamp.com)

"Salve, sono Alessio Signorini, il figlio di Gianluca Signorini. Purtroppo, a causa di un disguido causato da una madre poco brava in materia, l'indirizzo email che sarà riportato su alcuni giornali è sbagliato.
L'indirizzo email di mio padre, non è g.signorini@libero.it ma gianluca.signorini@libero.it
Ho pensato di scriverlo a voi, dato che mi sembrate una delle più autorevoli fonti per la corrente genoana.
In questa partita, anche il tifo è importante per mio padre.
Vi ringrazio per l'attenzione.
Saluti, Alessio Signorini".


E' difficile scrivere di Gianluca Signorini, del suo passato al Genoa, dell'orgoglio di essere genoano che ha dimostrato sempre. E' difficile farlo adesso, con tutto quello che l'opinione pubblica ha saputo nel giro di poco più di 24 ore.
Devo essere sincero. Conoscevo la situazione di Gianluca da tanto tempo. La sua presenza in qualità di opinionista nel programma "Il Derby del Martedì" su Tn4 coincideva l'anno scorso con il mio lavoro e quindi ci vedevamo spesso. Non appena ha interrotto la sua collaborazione, io e gli altri colleghi del "Derby" abbiamo conosciuto la tragica realtà.
Per più di un anno la verità sulle condizioni di Gianluca non è trapelata e, credo giustamente, chi come me sapeva ha taciuto per rispetto della privacy di Signorini e della sua famiglia. Oggi tutta l'Italia conosce la malattia del "Capitano", e questo per scelta sua, e della sua famiglia.
L'e-mail di Alessio, uno dei suoi quattro eredi, mi ha fatto enormemente piacere e allo stesso tempo mi ha fatto venire i brividi. In quelle poche righe che ho riproposto all'inizio io scorgo un coraggio e un orgoglio straordinari. Proprio come quelli di Gianluca.
Internet è un mondo straordinario, a volte discutibile, spesso utile. In questo caso è il solo modo di poter comunicare con Gianluca Signorini e con la sua famiglia.
Sappiamo che moltissime e-mail stanno arrivando alla casella di posta elettronica del "Capitano". Invitiamo chi ama il calcio, il Genoa e ha potuto conoscere ed ammirare Gianluca Signorini, a scrivergli. L'indirizzo è: gianluca.signorini@libero.it.
Non aggiungo altro. Non vorrei cadere nella retorica. Mi faccio e vi faccio solo una promessa.
Passati i giorni della sensazionalità della notizia. Passati i giorni di Guariniello & C., noi di GenoaSamp.com continueremo a parlare di Gianluca e con Gianluca. Gli staremo vicini e cercheremo di portare voi a essergli vicini. E' l'unica cosa che possiamo fare. E a sentire Alessio, è una delle cose più importanti per lui.
Tutti con il Capitano! E non solo per oggi...

 

 

 

ARRIGO SACCHI (genoasamp.com)

Arrigo Sacchi fatica a parlare di Gianluca Signorini. Risponde cortesemente, ma le sue parole sono intervallate da lunghe pause di riflessione. Il nuovo tecnico del Parma, che allenò Signorini proprio alla sua prima esperienza in gialloblù, è una delle persone che più è rimasta vicina alla famiglia e al calciatore, "tra coloro che chiamano più spesso c'è Sacchi", rivela Alessio, 18 anni, figlio maggiore del difensore affetto dalla sindrome di Gehrig.
"Provo dolore e un grande dispiacere a parlare di questa vicenda - dice l'ex ct - e poi non è facile perché vengono coinvolti i rapporti personali. Ciò che ci dicevamo è meglio che rimanga tra noi". Saputo della malattia (su cui sta indagando il procuratore aggiunto di Torino Raffaele Guariniello in relazione all'abuso di farmaci nello sport) Sacchi non ha lasciato solo il libero che portava ad esempio a Franco Baresi. "Prima che le sue condizioni si aggravassero - ricorda il neo tecnico del Parma - parlavo spesso con lui, gli dicevo di non mollare, di tener duro. E lui mi ha sempre risposto che non voleva assolutamente cedere alla malattia". Era la sua speranza, come quella della moglie Antonella, dei figli Alessio, Benedetta, Andrea e della piccola Giulia, 16 mesi, nata quando cominciò a manifestarsi la malattia.
Sacchi continua a telefonare a casa Signorini, ma ora che Gianluca ha difficoltà a controllare la parola, tiene rapporti con la moglie. Momenti delicati, che il tecnico di Fusignano preferisce lasciare nella sfera privata. Come i ricordi. E in particolare quelli più coinvolgenti emotivamente. "Ricordi? Lasciamo stare. Anzi - dice - meglio non pensarci. E' brutto farlo adesso, meglio aspettare e lasciare che il tempo faccia il suo corso".
La malattia, l'abuso dei farmaci, l'attività giudiziaria: Arrigo Sacchi conferma la linea scelta dalla signora Antonella, quella della casualità. "Mai, durante i nostri contatti, i familiari mi hanno parlato di nesso tra farmaci e malattia". Non ne parla neppure Alessio (Guariniello? Nessuno ci ha cercato") divenuto ancora della madre e scudo protettivo. Ora è lui che risponde al telefono, è lui che filtra le telefonate. E' lui che rivela lo stato d'animo del padre: "Ha una grande forza, quando ci parliamo è lui a darci la carica per andare avanti".
Non potendo quasi più parlare, Signorini usa le nuove tecnologie per comunicare: i messaggi sms. Lo ha fatto anche a Natale per fare gli auguri a Roberto Posarelli, presidente del Pisa, club dove ha chiuso la carriera. "E' stato il regalo più bello che ho ricevuto", dice Posarelli. Dall'ultima società a quella che gli è rimasta addosso: il Genoa. Più volte i rossoblù sono andati a trovare Signorini nella sua abitazione pisana: lo ha fatto fino a quando lui era in grado di non farsi vedere troppo sofferente, orgoglio di capitano. Ruotolo, l'ex presidente Spinelli, Eranio, Galante. E soprattutto Mario Bortolazzi amico fin dai tempi di Parma. "Bortolazzi sapeva che mio padre passa tante ore davanti alla tv - rivela Alessio - così un giorno gli ha portato le cassette delle gare del Genoa, sperava di fargli cosa gradita". Ma sulle cassette c'è polvere. Sono accatastate in qualche armadio: "Non ha mai voluto vederle", racconta il figlio maggiore. Troppo forte lo choc di quelle immagini per un gladiatore costretto alla sedia a rotelle, meglio avere gli occhi puntati su un computer: "Pur avendone alcuni in casa, lui non ci ha mai lavorato molto, ma da questa sera ha a disposizione un pc portatile e speriamo lo aiuti a comunicare anche con l'esterno".

 

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IL DRAMMA DI GIANLUCA SIGNORINI MALATO DEL MORBO DI GEHRIG (www.cnnitalia.it)

10 gennaio 2001
Articolo messo in Rete alle 21:21 ora italiana (20:21 GMT)

Del suo caso si sta occupando il piemme Guariniello

All'interno:

Morbo di Gehrig, 16 casi accertati
"E' quasi completamente paralizzato"
Era il 'libero' ideale di Sacchi

CALCIO E DOPING (CNN) -- "E' Gianluca Signorini, 40 anni, l'ex giocatore della Roma e del Genoa malato del morbo di Lou Gehrig che verrà ascoltato venerdì a Pisa da un sostituto del procuratore aggiunto di Torino Raffaele Guariniello".

Lo afferma Panorama nell'anticipazione diffusa oggi, mercoledì, di un'intervista che sarà pubblicata nel numero in edicola venerdì prossimo.

L'ex giocatore di Roma e Genoa è malato della rara forma di sclerosi che pare configurarsi sempre più come una malattia professionale dei calciatori.

L'atleta, che ormai parla con estrema difficoltà, per un certo periodo è stato anche compagno di squadra di Andrea Fortunato, giocatore morto in giovane età per leucemia.

 

Morbo di Gehrig, 16 casi accertati

I casi accertati di morbo di Lou Gehrig (il nome scientifico è sclerosi laterale amiotrofica, la sigla è "Sla") tra ex calciatori sono saliti a sedici, di cui quattordici mortali.

Un dato che ha sorpreso gli stessi consulenti del pm Raffaele Guariniello, poiché, in base al "campione" di decessi complessivi accertati nell'inchiesta epidemiologica (sono circa 270), erano statisticamente prevedibili 0,28 casi.

Gli ultimi due episodi al vaglio di Guariniello sono giunti dalle province di Trento e Alessandria.

 

"E' quasi completamente paralizzato"

"Signorini che è ormai quasi completamente paralizzato e non riesce più a parlare comunica digitando con il computer" si legge nella nota del settimanale.

Nell'intervista rilasciata a Panorama, oltre che della sua malattia Signorini ha parlato dei medicinali che ha assunto durante la sua carriera e che secondo il pm potrebbero essere fra le cause del morbo: "Sono sempre stato attento a quello che mi davano. Molte iniezioni inframuscolari di Voltaren per i miei continui dolori alla caviglia, Neoton e Esafosfina direttamente in vena prima delle partite", ha digitato.

"Questi farmaci erano stati inseriti tra quelli potenzialmente dopanti nell'avviso di chiusura delle indagini preliminari che Guariniello ha inviato nel maggio Duemila all'amministratore delegato della Juventus Antonio Giraudo e al medico sociale Riccardo Agricola", precisa Panorama.

"Per Signorini ad averlo fatto ammalare non sono, però, stati i farmaci: è solo il destino, ha scritto", conclude l'anticipazione del giornale.

 

Era il "libero" ideale di Sacchi

Difensore elegante ed essenziale, potente, alto e abile di testa, Gianluca Signorini era il libero ideale, prima di allenare Franco Baresi, per Arrigo Sacchi.

Il tecnico di Fusignano ne era così convinto che quando approdò al Milan ai difensori rossoneri, compreso Baresi, mostrava, con l'aiuto di videocassette, come stava in campo esaltando il suo senso della posizione.

Ma i milanisti, secondo radio campo non gradirono il confronto. Sacchi aveva allenato Signorini a Parma, facendolo diventare il perno della sua difesa a zona.

Arrivato in serie A a 27 anni, è stato il capitano del miglior Genoa degli anni ‘90, quello che è entrato in Europa e per alcune stagioni si è piazzato alle spalle delle grandi del campionato.

Signorini è nato a Pisa il 17 marzo 1960. Ha cominciato la carriera professionistica nel Pisa in C1 nel 78/79, da qui è passato al Pietrasanta in C2 (79/80), al Prato in C1 (80/81), al Livorno in C1 (81/82 e 82/83), alla Ternana in C1 (83/84), alla Cavese in C1 (84/85), al Parma dall'85/86 all'86/87 (un anno in C1, poi in B), alla Roma nell'87/88 (in A), infine dall'88/89 al 94/95 al Genoa (il primo anno in B, poi sempre in A).

In A ha totalizzato 201 presenze e 6 reti; in B 72 con 3 gol, Nel suo palmares ci sono anche due promozioni in serie B (Pisa 79/80 e Parma 85/86), e una in serie A (Genoa 88/89). E' stato anche dirigente del Pisa.

Con il contributo di ANSA

 

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"IL CAPITANO" (http://spazioweb.inwind.it/zenap/signorini.htm)

Per tutti Gianluca Signorini, è rimasto "Il Capitano". Sul campo la sua personalità emergeva in qualsiasi occasione. Restano memorabili le immagini del 04/06/1995, quando al termine dell'incontro Genoa-Torino, lui con tutti i suoi compagni rientra negli spogliatoi, sconsolato ed affranto per una retrocessione che il Grifone non meritava, salvo poi rientrare come una furia alla notizia del goal di Delvecchio in Inter-Padova, che dava all'Inter la vittoria ed al Genoa lo spareggio per la salvezza. Una corsa dagli spogliatoi fino a sotto la Gradinata Nord, a piangere e a sbattere i pugni sui cartelloni. Una gioia indescrivibile, una fede che il ragazzone di Pisa ha sempre dimostrato nei confronti dei colori rossoblù!

Gianluca Signorini nasce a Pisa, il 17/03/1960. La sua carriera non è sempre stata costellata di grandi soddisfazioni, se si pensa che a 25 anni gioca ancora in C. Esordisce nel calcio con il Pisa, la squadra della sua città, in C1, con 2 presenze e nessun gol.

Passa al Pietrasanta, ma stavolta in C2. Qui gioca 29 gare, realizzando anche un gol. Il suo primo gol da professionista. Ritorna in C1, nel Prato, con 26 presenze, ma nessun gol e quindi, nel 1981-82 è al Livorno (squadra antagonista del suo Pisa). Vi resterà per due stagioni, totalizzando 65 presenze e 3 gol. A 23 anni, Gianluca è ancora nella terza serie, ma già qualcosa sta maturando in lui. Dopo un anno nella Ternana (29 presenze e nessun gol), ed un anno nella Cavese (29 presenze e nessun gol, ed anche un 8-1 subito dalla Cavese contro la Samp in Coppa Italia!), finalmente gli viene data una grossa occasione.

L'allenatore del Parma, lo fa acquistare, per divenire il regista arretrato di una squadra che comprende BORTOLAZZI, FONTOLAN, FIORIN E MELLI. Nel Parma gioca 70 gare con 6 reti all'attivo. L'anno dopo la Serie A a livelli altissimi.

Nel 1987-88, la Roma è alla ricerca di un libero da affiancare a Fulvio Collovati, e vede in Signorini l'uomo giusto. La Roma però è in grave crisi di identità e Gianluca, pur disputando 29 gare su 30 il primo anno, non riesce a convincere i dirigenti della squadra giallorossa, che dopo una gara di Coppa UEFA con il Norimberga, decidono di cedere alle lusinghe di Scoglio e del Genoa e di lasciarlo approdare in Liguria. E qui comincia la leggenda....

Il primo anno di permanenza al Genoa, è rappresentato dalla promozione in serie A, con soli 13 gol beccati dalla squadra, è la convinzione che Gianluca sia il faro di quella che sarà il "sogno della Nord". Scoglio aveva voluto, lottato ed ottenuto che Signorini venisse al Genoa. Alla fine è stato accontentato, e forse quel giorno, aveva già messo un primo mattone per quello squadrone che poi sarebbe uscito fuori.

Signorini nel 1988, a settembre, indossa per la prima volta la casacca del Genoa. Da lì alla fine del torneo 1988-89 lo farà per 35 volte. Nel 1989-90 è il capitano della squadra in serie A. Le sue presenze saranno 30, con 1 gol all'attivo. Gianluca diventa il paladino dei grifoni in meno di due anni, un record per una squadra come il Genoa. Ma Signorini è TROPPO FORTE, e non si può negare che anche lui ce la mette tutta per essere gradito alla tifoseria. E' un ragazzo intelligente, fa discorsi sensati (diplomato geometra), non dice mai cose fuori luogo. E' attaccato alla famiglia, a sua moglie Antonella, e ai suoi tre figli.

Nel 1990-91, viene alla consacrazione di giocatore, anche grazie all'impostazione di gioco che dà Bagnoli. Il Genoa gioca alla grande dopo un inizio un po’ sottotono, e Gianluca si erge a baluardo di una difesa mitica. Le sue presenze alla fine del torneo saranno 29 senza gol, ma con la soddisfazione di aver contribuito alla grande alla qualificazione in Coppa Uefa del Grifone.

Le stagioni a venire, sono per Signorini la conferma che senza di lui il Genoa non sarebbe durato troppo in A. Nel 1991-92, l'anno in cui il Grifo scese in tutta Europa a dettare legge, Signorini totalizza 33 gare in campionato, con una rete all'attivo, nel derby di ritorno che finisce 2-2.

L'anno 1992-93, vede la rifondazione del Genoa che fu europeo, ma Signorini è sempre lì, al suo posto al centro della difesa, con la sua fascia da capitano. Totalizza 30 gare, con ben 2 gol. L'anno dopo sono 28 le gare, 1 il gol.

Arriva l'anno più amaro della vita calcistica di Signorini. Il 1994-95. Gianluca totalizza solo 22 presenze, data anche l'età, ma comunque è lì, il 4-6-1995, al 92' per rientrare all'interno del campo di gioco per andare ad esultare sotto la Nord. Nessun gol per lui quella stagione, l'amarezza di una retrocessione che poi ha significato l'inizio dei guai dell'odierno grifone. E forse il nostro grifone ha smesso di volare alto proprio perché ha sentito la mancanza del nostro Capitano lì, dietro il centrocampo, davanti alla difesa, a far sì che gli avversari avessero paura di arrivare in porta.

Oggi Gianluca Signorini ha quattro figli, una stupenda moglie, tanti ricordi e milioni di tifosi sparsi un po’ qua e un po’ là nel mondo, che quando sentono parlare di Genoa, lo riescono ad identificare con una sola persona: GIANLUCA SIGNORINI, IL CAPITANO!

 

 

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