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IL SECOLO XIX Anno
CXVI – NUMERO 201 Martedì,
24 luglio 2001
Sul
sito www.smau.it leggo che il
premio Nobel per la chimica sir Harry Kroto ha sferrato un attacco
frontale al gioco del Lego schierandosi dalla parte del vecchio Meccano. «Il
99 per cento degli ingegneri inglesi -
ha
detto Kroto - è
stato cresciuto come me con il Meccano. Adesso il Lego ha preso il sopravvento
e l’Ingegneria in Inghilterra ha iniziato una inesorabile decadenza».
Kroto oppone la leggerezza aerea delle strisce di metallo forate, sensibili
alla mano di chi gioca, alla pesantezza del mattoncino che sottintende una
visione del mondo “cubica”, sostanzialmente cementizia, salvata
soltanto dal colore. Se si pensa alle città italiane, non sembrano esserci
dubbi sul gioco preferito da ingegneri, e architetti, di casa nostra. Le
periferie sembrano tutte costruite con Lego in bianco e nero. A una
riflessione più attenta sorge però il dubbio che i professionisti
dell’ex Belpaese, quando avevano i calzoni corti, non giocassero né con
il Lego né con il Meccano, ma con il Monopoli. Restando irrimediabilmente
segnati dalla sindrome del Parco della Vittoria.
Da
"IL SECOLO XIX" di mercoledì 05/09/2001
Rubrica
"VENTI righe" di Giuliano Galletta
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Pendolare,
stai calmo
Che
i treni svizzeri arrivino puntuali è una delle poche certezze su cui può
ancora contare l’uomo postmoderno, perennemente in bilico su un’identità
precaria. Ma ora scopriamo che, viaggiando sulle ferrovie elvetiche, ci si può
addirittura rilassare, in vagoni appositamente allestiti. Chissà se le Fs (mi
pare che si chiamino ancora così) hanno intenzione di seguire l’esempio dei
colleghi svizzeri. Se così fosse l’obiettivo non potrebbe però essere quello
di far rilassare i pendolari ma quello di farli stare calmi. Che è cosa ben
diversa. Chi infatti ha la disgrazia di dover viaggiare su un treno locale con
una certa frequenza rischia due tipi di reazioni opposte.
La prima, detta “Sindrome di Kruger”, prevede l’uso di una sega
elettrica per fare a pezzi ogni cosa vivente o no che si trovi nel giro di mezzo
chilometro.
La
seconda, definita dagli psichiatri “Depressione dell’abbonato”, può
condurre al suicidio. Sono stati infatti segnalati casi di pendolari che hanno
tentato di tagliarsi le vene con un’obliteratrice che ovviamente non
funzionava. La scelta dell’ente potrebbe essere quella di distribuire,
insieme al biglietto, una dose di Valium. Non si sa mai.
***
Analisi
corretta. Vorrei fare soltanto qualche precisazione.
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I treni locali ora si chiamano regionali.
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Sui treni intercity la storia è pressoché la stessa; i treni diretti,
interregionali ed espressi, poi, non è che se la passino
meglio.
-
Non credo che sia frequente, nel pendolare, la sindrome che porta al
suicidio; piuttosto è stata accertata senza ombra di dubbio l'esistenza della
sindrome di Kruger, specie nella variante "omicidio a colpi di carte di
credito".
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