2) Ridiamo: Barzellette 2

                

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BARZELLETTE

 

 

IL CANNIBALE

In una tribù un cannibale chiede:

"Grande stregone sono dieci giorni che ho tanto bruciore allo stomaco. Che cosa prendo?".

"Un pompiere ogni due giorni".

 

 

 
IL VENTRILOQUO E IL CARABINIERE
 
Un ventriloquo, con il suo pupazzetto, sta facendo il suo spettacolo in un piccolo teatro di provincia. Sta raccontando le sue solite barzellette sui carabinieri quando, dal pubblico, si alza un rappresentante dell'Arma in divisa, che comincia a sbraitare:
 - Adesso basta! Ne ho sentite abbastanza di queste battute denigratorie su noi Carabinieri... Che cosa le fa pensare di poter generalizzare così impunemente su chi sta facendo il proprio dovere?... Come può permettersi di insultare chi rischia ogni giorno la propria vita per la cittadinanza?... E' proprio la gente come lei che discredita la nostra immagine e rende sempre più difficile farci rispettare sul lavoro... e tutto per un dozzinale senso dell'umorismo...
 Imbarazzato, il ventriloquo comincia a scusarsi, quando il Carabiniere si alza di nuovo:
 - Lei ne stia fuori, per cortesia. Sto parlando con quel piccolo mostro che sta sulle sue ginocchia!
 
 

 

 

 

 

PEDINAMENTO
 
 Il direttore generale di una banca si preoccupa per un giovane funzionario rampante, che dopo un periodo in cui aveva lavorato al suo fianco senza mai fermarsi, a pranzo comincia ad assentarsi, spesso anche per metà giornata.
 Il direttore chiama l'investigatore privato della banca e gli dice:
 - Segua Marini per una giornata intera. Non vorrei che fosse implicato in qualche cosa di sospetto.
 L'investigatore esegue quanto richiesto, ritorna ed informa:
 - Marini esce normalmente a mezzogiorno, prende la sua macchina, va a casa sua, pranza, fa l'amore con sua moglie, fuma uno dei suoi sigari e torna al lavoro.
 - Ah bene, meno male, non c'è niente di male in tutto questo.
 - Signor direttore, posso darle del tu? - chiede l'investigatore.
 - Sì, certo. - risponde sorpreso il direttore.
 - Allora ripeto: Marini esce normalmente a mezzogiorno, prende la TUA macchina, va a casa TUA, pranza, fa l'amore con TUA moglie, fuma uno dei TUOI sigari e torna al lavoro.
 

 

 
 

 

I SENSI DI COLPA
 

 Il dottor Amedeo aveva trascorso la notte di sesso sfrenato con una sua paziente e si era sentito colpevole per tutto il giorno successivo.
 Non importava quanto egli volesse dimenticare l'accaduto, perché in nessun modo ci sarebbe riuscito. Si sentiva oppresso da un senso di colpa, come se in qualche modo egli avesse tradito il lavoro che svolgeva da anni.
 Ogni tanto, però, in lui si levava una voce che cercava di rassicurarlo dicendogli:
 "Amedeo, non preoccuparti. Tu non sei il primo dottore che se la spassa con una paziente e nemmeno sarai l'ultimo. Tu sei scapolo. Andiamo, lasciati andare...".
 Ma inevitabilmente un'altra voce lo riportava alla cruda realtà:
 "Amedeo... tu sei un veterinario!"

 

 
 

 

LA MACCHINA DEL DOLORE
 
 
Un uomo porta la moglie incinta in ospedale per farla partorire; il dottore dice loro che ha appena inventato una macchina sperimentale e chiede se vogliono provarla. Egli spiega accuratamente che la macchina può togliere una parte del dolore del parto alla madre e trasferirlo al padre. Sia il padre che la madre pensano che sia una magnifica idea e decidono di provarla.
 Il dottore regola la macchina al 10% per cominciare, avvertendo l'uomo che il 10% e' probabilmente più dolore di quanto lui abbia mai potuto sperimentare. Ma l'uomo resta sorpreso di quanto poco dolore senta e chiede al dottore di aumentare la potenza.
 Il dottore gira la manopola fino al 20% e controlla la pressione del sangue, che risulta regolare. Stupefatto, il dottore aumenta fino al 50%. Non sentendo ancora nulla, il marito incoraggia il dottore a trasferirgli TUTTO il dolore. Ancora stupito, il dottore accresce il carico fino al 100%!!
 Dopo il parto, il marito si alza, si stiracchia un po' e accompagna la moglie alla macchina: si sentono entrambi molto bene.
 Arrivati a casa, trovano il postino morto sull'uscio.

 

 

 

 

 

APERTURA C/C BANCARIO

In un’importante banca un tizio si presenta alla porta e rivolgendosi alla

guardia giurata domanda:

“Con chi cazzo devo parlare per aprire un conto di merda in questa cazzo di banca?”

La guardia, un po’ stupita dal modo di fare del tizio, lo indirizza alla signorina dello sportello D4.

L’uomo giunto allo sportello indicatogli, dopo una leggera scrollatina di genitali, osserva la signorina.

Lei: “Buongiorno!”

Lui: “Buongiorno un cazzo! Voglio sapere cosa cazzo devo fare per aprire un conto di merda in questa cazzo di banca!”

Lei perplessa dai modi dell’uomo : “...Scusi?...”

Lui: “Sì... sì… ha capito benissimo: ho detto che voglio sapere cosa cazzo devo fare per aprire un conto di merda in questa cazzo di banca!”.

Lei infastidita: “Mi scusi ma mi devo rivolgere al direttore”.

Lui: “Ecco, brava stronza, chiami il direttore...”

Lei: “Mi scusi se la disturbo, direttore, ma c’è un tizio allo sportello che vuole aprire un conto che mi parla in toni molto volgari e scurrili, non so cosa fare”.

Direttore: “Non si preoccupi, vengo io adesso; spesso ho avuto a che fare con tipi arroganti, non è il primo e non sarà l’ultimo, adesso lo sistemo io, vedrà!”

I due tornano allo sportello ed il direttore con tono deciso si rivolge all’uomo:

“Mi diceva l’impiegata che lei aveva un problema, mi dica!”

L’uomo: “Nessun problema, ho solo detto che volevo aprire in questa cazzo di banca un conto di merda da 40 miliardi!”

E il direttore indicando l’impiegata:

 

“...e la troia le ha fatto problemi?”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Questa pagina è stata aggiornata domenica 23 marzo 2003.

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