L'UOMO SENZA PASSATO

Finlandia, 2002 (97'  - colore)

Titolo originale: The Man Without A Past

Regia e sceneggiatura: Aki Kaurismäki

Interpreti: Markku Peltola, Kati Outinen, Annikki Tahti, Juhani Niemela, Kaija Pakarinen, Sakari Kuosmanen, Esko Nikkari

Un uomo (Peltola) scende da un treno, di notte. Solo, con in mano una valigia voluminosissima, viene aggredito, picchiato violentemente e lasciato a terra quasi moribondo. Sopravvive ma perde la memoria: non sa più chi è, non ricorda neppure il suo nome e deve provare a ricostruirsi daccapo una nuova identità. Si ricostruirà una vita grazie all’aiuto di alcuni emarginati e di Irma (Outinen), una militante dell’Esercito della salvezza.

Dopo il radicale pessimismo di certe sue prove degli anni ’90, Kaurismaki si regala il lusso dell’ottimismo con questa fiaba delicata e gentile, dai toni lievemente zavattiniani, in cui la poetica della smemoratezza diventa un’inedita chiave d’accesso per raccontare da un altro punto di vista l’epica quotidiana degli arvottomat della sua terra (i perdenti, gli outsider, gli eroi senza valore).

Favola poetica che Kaurismaki, autore anche della sceneggiatura, trasforma in un’irresistibile riflessione sulla possibilità degli esseri umani di "rinascere" di fronte alla violenza della società. L’uomo senza passato è l’uomo senza condizionamenti (e quindi non ricattabile) che riesce a smontare l’opprimente intelaiatura delle convenzioni sociali, a volte con l’amore (il rapporto con le donne, Irma in prima fila), a volte con la logica (le relazioni con il padrone "di casa" e il suo "feroce" cane Hannibal), a volte con l’ironia (lo scontro dialettico tra poliziotto e avvocato, che sembra preso dal miglior Brecht). È anche l’uomo alla disperata ricerca di un’identità (un nome o una divisa che sappiano renderlo riconoscibile), ma capace di usare la mancanza di passato come stimolo per una nuova esistenza, non come una colpa ai cui ricatti cedere.

Ambientato in una bizzarra comunità di emarginati che dormono in container arrugginiti, mangiando alla mensa dei poveri e si vestono di stracci raccattati chissà dove, L’uomo senza passato schizza con sguardo sorridente una sorta di design della povertà che si contrappone con laconica grazia al feticismo del lusso dell’Occidente globalizzato.

Strepitosi i numeri musicali del complesso dell’Esercito della salvezza, che sotto la guida del protagonista si convertono dal melodico al rock.

Gran Premio della Giuria e premio per la miglior attrice (a Kati Outinen) al Festival di Cannes.

(f.s.)

Aki Kaurismaki ha esercitato più di un mestiere; ha fatto fra le altre cose il postino, il lavapiatti, il critico cinematografico. Poi,assieme al fratello Miko Kaurismaki, anc’egli regista, fonda una casa di produzione e distribuzione, la Villealfa (in omaggio al regista Jean-Luc Godard e al suo film Alphaville).

Entrambi i fratelli Kaurismaki sono registi molto prolifici. Assieme hanno prodotto un quinto della produzione cinematografica totale finlandese dagli anni ottanta ad oggi. Nonostante ciò è molto più famoso all’estero che in patria.

I suoi film sono solitamente molto brevi (secondo lui la durata di un film non dovrebbe mai superare i 90 minuti- infatti i suoi durano tutti attorno i 70). Aki predilige le parodie bislacche di diversi generi cinematografici ("road movies", film noir, musical rock), che hanno per protagonisti ubriaconi finlandesi, e colonna sonora rock anni 50.

Negli anni 90 ha girato diversi film in Gran Bretagna (I Hired a Contract Killer -1990) e Francia (La Vie de boheme -1992). Personalmente si sottovaluta molto - del suo film più famoso (Leningrad Cowboys Go America -1989) dice: "E’ sicuramente il peggior film della storia del cinema, se non consideriamo i film con Sylvester Stallone".