SICKO

USA, 2006 – col. 120’

Regia: Michael Moore

Da una televisione omologata, controllata da quegli stessi poteri sovente responsabili di disagi e malefatte, crimini e misfatti, nasce il cinema di Michael Moore, un documentarista trasformatosi in testimone oculare del nostro tempo. Dopo la strage di Columbine e l’atto d'accusa contro l'assurdo proliferare delle armi negli States e la fragorosa ferita dell'11 settembre 2001, il regista entra nello spaventoso universo della sanità statunitense, l'unica - tra i paesi industrializzati - a non prevedere assistenza gratuita. [...] Quello che qui ci preme confermare è la pervicacia con cui Moore si ostina ad andare controcorrente, con una cinepresa militante che davvero non può essere tacciata né di demagogia, né di telekabulismo. Il cineasta, infatti, si prende la briga di andare a vedere (dopo la sacrosanta denuncia contro lo strapotere delle compagnie assicurative private del suo paese) come funziona la sanità in Canada, in Francia, a Cuba. Un viaggio itinerante che sposa con efficacia la ferocia dell'incazzatura e il tocco leggero dell’ironia. (Aldo Fittante, "Film Tv")

 

[...] La sanità Usa è un affare colossale e ha legami fortissimi con la politica sin dai tempi di Nixon, tanto che Clinton, dopo aver promesso di cambiarla, fu costretto a fare marcia indietro. Feroce, e ferocemente divertente, nella sua pars desiruens, Sicko diventa francamente ridicolo nella pars costruens sulle meraviglie sanitarie di paesi come Canada (può darsi), Francia (mah!), Gran Bretagna (dopo la Thatcher? Dai, Michael, chi credi di prendere in giro?) e Cuba, dove i malati di Ground Zero vengono curati gratis per ovvi motivi propagandistici. Per denunciare un inferno, Moore si inventa paradisi che non esistono: ma è tutto destinato al pubblico americano. Se il risultato fosse un esodo di massa di degenti Usa all'Avana, ci sarebbe da ridere. (alberto Crespi, "L'Unità", 25 agosto 2007)

Naturalmente abbiamo visto troppi serial ospedalieri alla televisione per non sapere che negli Stati Uniti chi non ha soldi né assicurazioni private non può farsi curare e per non recuperare qualche stima per i servizi sanitari nazionali inglese o italiano. Il nuovo docu-drama di Michael Moore, Sicko, sostiene che almeno 50 milioni di americani non hanno risorse sufficienti a ottenere cure ospedaliere in caso di necessità, confronta i diversi sistemi internazionali pubblici o privati d'assistenza ai malati, denuncia quale enorme affare ai danni dei cittadini sia la rete delle assicurazioni per la malattia. Fa rabbrividire.

Fa anche un'altra cosa.
Carica su un grande motoscafo un gruppo di soccorritori dell'11 settembre 2001 a New York [...]. Le polveri del crollo delle torri gemelle ancora soffocano loro la gola, i polmoni, e le pratiche per ottenere assistenza gratuita sono lunghe, complesse. Moore li porta a curarsi a Cuba. A1l’Habana Hospital i malati sono contenti della calda accoglienza che ricevono, delle cure zelanti. Alla fine chiedono: «Quant'è?». L ‘infermiera risponde «Cinque cents». E loro si mettono a piangere di consolazione.
È l’episodio a causa del quale Michael Moore ha ricevuto denunce e ha procedimenti giudiziari ancora in corso: formalmente. per aver violato l'annoso embargo contro Cuba imposto dal governo americano: sostanzialmente, per aver mostrato che l'America con il suo capitalismo selvaggio non sa curare neppure i propri eroi civili, mentre a Cuba si assistono anche gli stranieri. [...]
(Lietta Tornabuoni, "La Stampa", 16 agosto 2007)

 

Dipingere Michael Moore come un personaggio discutibile e con manie di protagonismo è diventato un cliché giornalistico molto prima che il suo film uscisse nelle sale. Anche se può sembrare una descrizione azzeccata, ogni filmmaker, che sia o no politicizzato, andrebbe giudicato sulla base del suo lavoro. Il problema è che spesso si preferisce parlare di Moore invece che dei suoi film. In parte è un effetto collaterale del suo stile. La sua personalità gioca sempre un ruolo importante nella fase di promozione del film. Anche in questo caso, tutto è stato preparato per scatenare un gran chiasso su Sicko, che sferra un durissimo attacco al sistema sanitario statunitense. Stavolta Moore si trattiene dalla caccia agli amministratori delegati. Si concentra sugli americani frodati da una burocrazia che pensa prima al profitto: le loro testimonianze, per quanto drammatiche, non possono sorprendere nessuno, repubblicano o democratico, che abbia provato a farsi rimborsare una visita specialistica. Da questo punto di vista è il film meno controverso del regista.(A.O. Scott, "New York Times"; tr. it. su "Internazionale", 24 agosto 2007)

 

Filmografia di Michale Moore

Roger & Me (1989); Operazione Canadian Bacon (1995); Bowling a Columbine (2002); Fahereneit 9/11 (2004)