NUOVOMONDO Italia/Francia, 2006 - 111’ colore Regia: Emanule Crialese Interpreti: Charlotte Gainsbourg, Vincenzo Amato, Francesco Casisa, Aurora Quattrocchi, Filippo Pucillo, Federica de Cola. |
Inizio '900. La famiglia Mancuso (madre con figlio trentacinquenne, due fratelli piccoli e una sorella) vende tutto quello che possiede ad Agrigento e parte per l'America in cerca di prosperità. Una volta arrivati i Mancuso vengono "parcheggiati" a Ellis Island, l'isoletta che fa da anticamera a New York con milioni di altri emigranti...
Eccolo
qua, il film-rivelazione di Venezia 2006. Ci riferiamo, con un po' di sana
ironia, al Leone speciale che la giuria veneziana si è inventata per premiare Nuovomondo,
il film di Emanuele Crialese. Giunto al terzo lungometraggio, il regista
italiano non è una rivelazione per noi e non dovrebbe esserlo nemmeno per gli
stranieri, visto che il primo film Once We Were Strangers era stato
realizzato negli Usa e il secondo, Respiro, aveva ottenuto più
successo in Francia che in Italia. Ma tant'è: festival e giurie passano, i film
restano, e Nuovomondo resterà, perché è davvero un'opera notevole.
In un certo senso Crialese ritorna ai temi dell'esordio: Vincenzo Amato, il suo
attore-feticcio, è nuovamente un emigrante, e il film rievoca i tempi in cui
noi italiani eravamo gli «stranieri» che andavano in giro per il mondo a
procurarsi il pane. Stavolta, anziché nella New York moderna, siamo nella
Sicilia del primissimo '900 dalla quale parte per le lontane Americhe l'intera
famiglia Mancuso. [...] Nuovomondo è un film volutamente
claustrofobico, che restituisce perfettamente l'ansia di un viaggio verso
l'ignoto e l'esclusione di fronte a un nuovo mondo ricco, chiuso e feroce. Al
tempo stesso, Crialese si concede fughe nell'onirico - come la nuotata finale in
un oceano lattiginoso - che scavano nell'inconscio collettivo dell'emigrazione
italiana. Il film è bello e importante. Venezia l'ha premiato, sia pure a modo
suo. Mancate solo voi spettatori: siate numerosi.
(Alberto Crespi, “L'Unità”,
22 settembre 2006)
Dalla
parabola liquida di Respiro alla traiettoria onirica di Nuovomondo.
Un denominatore comune lega i due film di Emanuele Crialese: il ragionare
intorno alla consistenza non tanto, o non solo, di corpi e cose ma delle storie,
con e senza “s“ maiuscola. L’idea di partenza di Nuovomondo è
un’esperienza personale del regista, che si accorse di rimpiangere l’Italia
solo durante un lungo soggiorno negli Stati Uniti. L’estetica è invece
ispirata a dagherrotipi d’epoca, quelli (assolutamente autentici) che
riprendono i migranti di cent’anni fa accanto a carote giganti, fagioli
mostruosi e contesti bigger than life. In mezzo a questi estremi si
muovono figure quasi solo accennate: i migranti siciliani nella prima parte
tutt’uno con lo spazio, la loro voce musicale come il vento. Non (didascalicamente)
definiti nei caratteri e nelle psicologie ma descritti come “elementi”:
Salvatore, Donna Fortunata, Angelo e Pietro come la terra, l’aria, l’acqua e
il fuoco. Nella seconda parte (il viaggio) si aggiunge anche la Luce, una donna
inglese che stride con i compagni di nave brutti e sporchi per poi rappresentare
proprio lei, agli occhi degli altri, l’elemento straordinario, quasi fiabesco.
Terza e ultima parte quella geometrica, freddissima, matematica di Ellis Island
dove gli immigrati (non solo siciliani) vengono passati al setaccio attraverso
test e umilianti prove psicologiche. Nuovomondo di Emanuele Crialese si
muove ispirato tra il materico e l’onirico. Lamerica desiderata quasi per
riflesso pavloviano dagli uomini e dalle donne che partono è un limbo
lattiginoso, un’illusione che solo la gelida razionalità della burocrazia
riesce a sciogliere e a mostrare realmente. La bravura di Crialese è quella di
rendere programmatiche le cose più evidentemente letterarie (i personaggi, il
viaggio, gli ambienti) e di lasciare sottopelle l’aspetto più radicalmente
politico. Travolto dalla passione descrittiva e da uno stile che riesce a
passare dal lirismo coppoliano della parte siciliana al colpo di scena
tornatoriano del viaggio, con il bastimento che prende il volo invece di
navigare, il regista rischia di scivolare sugli eccessi di visione e i
simbolismi. È solo per troppo amore nei confronti di un cinema che avvolge, e
per questo non lascia indifferenti.
(Mauro Gervasini, “Film Tv”)
Filmografia del regista: Nuovomondo (2006), Respiro (2002), Once We Were Strangers (1997).