Durante la guerra, Alberto e Natalino, legati da forte amicizia, hanno condiviso l'esperienza partigiana sulle montagne del Piemonte. Oggi, anziani, hanno vite diverse: Natalino vive da tempo solo in un vecchio borgo quasi disabitato, Alberto è in un pensionato dove trascorre l'estate. Natalino viene contattato da un ricercatore universitario e durante un'intervista rievoca il periodo della resistenza. Alberto entra in confidenza con un'altro ospite del pensionato, Umberto, un coetaneo costretto sulla sedia a rotelle. Ecco in flashback immagini di partigiani in fuga nei boschi durante un rastrellamento… Ma Alberto fa una scoperta inattesa: Umberto è l'ufficiale delle brigate nere responsabile di un eccidio nei boschi; sconvolto, corre a rivelare tutto a Natalino. Non c'è che una soluzione… Nonostante la vecchiaia lo spirito di ribellione è rimasto intatto.

Presentato al Torino Film Festival del 2000 e in concorso a Cannes 2001 nella “Quinzaine des realisateur”, il film, opera prima di Daniele Gaglianone, è stato girato in Val Chiusella (Piemonte), con attori non professionisti. Stilisticamente audace, per l’uso intenso del flashback, il rifiuto “estetico” del colore, l’uso “artistico” del montaggio, l’utilizzo di vari mezzi (cinepresa, videocamera) e diversi formati di pellicola (35 mm, 16 mm, super8) con specifiche sensibilità (dagli 80 ASA ad una pellicola a colori da 500 ASA forzata in fase di sviluppo per ottenere la massima sgranatura).

Daniele Gaglianone

Nato ad Ancona nel 1966, si laurea in Storia e Critica del Cinema presso l'Università di Torino e nel 1991 comincia a collaborare con l'Archivio Nazionale Cinematografico della Resistenza di Torino. Nel 1998 collabora alla sceneggiatura ed è assistente alla regia per il film di Gianni Amelio “Così ridevano”. Ha realizzato numerosi cortometraggi e documentari presentati e premiati nei più importanti festival nazionali ed internazionali tra cui: “La ferita” (1991); “Era meglio morire da piccoli” (1992); “L'orecchio ferito” (1994); “La carne sulle ossa” (1996); “Tutti mi chiedono da dove vengo - nessuno vuol sapere chi sono” (co-regia, 2000). Nel 2000 esordisce nel lungometraggio con “I nostri anni”, selezionato al Festival di Cannes nel 2001. Segue, nel 2003, “Nemmeno il destino”.