I DIARI DELLA MOTOCICLETTA

USA/Germania/GB/Argentina, 2004 (128' - colore)

Titolo originale: Diarios de motocicletta

Regia: Walter Salles

Interpreti: Gael García Bernal, Rodrigo De la Serna, Mía Maestro, Mercedes Morán

All’inizio degli anni ’50 due giovani argentini studenti di medicina, Alberto Granado ed Ernesto Guevara, si mettono in viaggio per scoprire la vera America Latina. Con un senso dell'avventura molto romantico, i due amici lasciano Buenos Aires in sella ad una sgangherata motocicletta. Con questa e poi in autostop, durante il viaggio i due cominciano a intuire un continente diverso dal previsto, mentre la geografia dei luoghi riflette sempre più il progressivo cambiamento delle prospettive. In una colonia di lebbrosi ai bordi del Rio delle Amazzoni, i due prendono a interrogarsi sul valore del progresso determinato dai sistemi economici, così spietati nel lasciare indietro tante persone. Le esperienze nella colonia risvegliano dentro di loro il germe degli uomini che diventeranno più tardi, definendo il percorso etico e politico che intraprenderanno nella vita.

Basato sui diari di Alberto Granado e dell'uomo che sarebbe diventato "El Che", I diari della motocicletta rappresenta un viaggio interiore alla scoperta di sé, tracciando le origini di un cuore rivoluzionario.

“Quando i produttori Robert Redford e Michael Nozik mi hanno invitato a intraprendere il progetto de I diari della motocicletta – spiega il regista - avevo già letto e riletto il resoconto di Ernesto Guevara del suo primo viaggio attraverso l'America Latina con l'amico Alberto Granado, ma non avevo mai avuto l'idea di adattare un libro così autorevole per lo schermo, non mi sentivo pronto per maneggiare un argomento così impegnativo. Così, prima di procedere, è cominciata una lunga fase di ricerca che ci avrebbe portati parecchie volte, nel corso di due anni, in Argentina, Cile, Perù e a Cuba. A L'Avana abbiamo avuto l'opportunità di incontrare Alberto Granado, che nel 1999 aveva 80 anni ma nello spirito era più giovane di tutti noi, e il privilegio di parlare con la famiglia Guevara. Senza questi incontri, questo film non sarebbe mai esistito. E' stato Granado, un uomo dalla memoria - e dall'ingegno - straordinari che ci ha dato le informazioni decisive che avrebbero alimentato la sceneggiatura di José Rivera, ha definito la strada che avrebbe seguito il nostro film: la storia della ricerca di due giovani uomini per scoprire un continente sconosciuto prima dell'era della televisione e dell'informazione globalizzata. La storia di due uomini che avrebbero cristallizzato la propria identità nel corso di questa impresa, un “viaje inicíatico”, come si dice in spagnolo. Due giovani uomini, che quando si separarono in Venezuela non erano più gli stessi che avevano cominciato il viaggio in Argentina. Questa è una storia di Ernesto prima che diventasse il Che, come ha detto anche suo figlio Camilo. Questo è essenziale per capire il film”.

Dalle parole di Salles si capisce che le problematiche sociali che nel 1952 attirarono l’attenzione di Ernesto e Alberto non sono molto cambiate: “Ho scoperto che entrambi i diari sono sempre attuali e che le condizioni sociali e politiche dell’America Latina oggi non sono molto diverse”

Walter Salles è uno dei più conosciuti registi del Brasile. I suoi lavori, tra i quali troviamo tanto documentari quanto film a soggetto, sviluppano specialmente il tema dell’esilio e della ricerca della propria identità. Il suo Terra straniera (1995) è uno dei più importanti titoli nella cinematografia brasiliana contemporanea, presentato a più di trenta festival e premiato con sette riconoscimenti internazionali, proiettato con successo per più di sei mesi nelle sale brasiliane nel 1996 e distribuito nell’anno successivo anche negli Stati Uniti. Ha rinnovato poi il successo con il pure pluripremiato Central do Brasil (1998). Disperato aprile (2001), del quale è stato regista e co-sceneggiatore, è stato il miglior film dell’anno in Brasile ed è stato candidato al premio BAFTA e al Globo d’Oro per il miglior film straniero. Il suo più recente lavoro è Dark water (2005) remake statunitense dell’omonimo thriller giapponese.