Come Harry divenne un albero

Francia/Irlanda/Italia/UK, 2002 (colore)

Titolo originale: How Harry Became a Tree

Regia: Goran Paskaljević

sceneggiatura: Goran Paskaljević, Stephen Walsh, Christine Gentet (dal romanzo di Lao Dan Yang Zhengshung)

Interpreti: Colm Meaney (Harry), Adrian Dunbar (George), Cillian Murphy (Gus), Kerry Condon (Eileen).

Irlanda, 1924. Harry ha perso il figlio Patrick in guerra, e poco dopo è morta anche sua moglie Annie; assieme all’altro figlio Gus vive in una piccola casa nelle vicinanze della cittadina di Skillet. Qui si chiude sempre di più in se stesso, ma un giorno – in preda a profonda depressione – ha un’insolita idea: trovarsi un nemico. Se l’amore non gli ha mai dato niente, allora sarà l’inimicizia a procurargli un nuovo motivo di vita. La propria intima riflessione lo porta a scegliere quale avversario George, l’uomo più potente della città. Harry diventa così ossessionato dal suo spirito distruttivo.

Goran Paskaljević è nato il 22 aprile del 1947 a Belgrado. Si diploma in regia nel 1972, all’accademia cinematografica FAMU di Praga. Fino al 1976 dirige più di 30 cortometraggi e film documentari per la televisione serba. Il suo cortometraggio Legenda o Lapotu, del 1971, viene premiato con la medaglia d’oro al Festival del Cortometraggio Jugoslavo di Belgrado, che gli apre le porte per la partecipazione al festival di Oberhauzen. Il pubblico internazionale può quindi rivolgere la propria attenzione al fenomeno Goran Paskaljević.

Il suo primo lungometraggio è Čuvar plaže u zimskom periodu (“Il bagnino d’inverno”, 1976), con il quale nel 1977 partecipa al Festival di Berlino (nomination per l’Orso d’Oro) ed ottiene il premio speciale della giuria. Il film successivo, Pas koji je volio vozove (“Il cane che amava i treni”, 1977), a Pola conquista l’Arena d’Oro ed il premio del pubblico e partecipa al Festival di Berlino (nomination per l’Orso d’Oro). Il film Poseban tretman (“Trattamento speciale”) del 1980 si segnala per il premio per la miglior interprete non protagonista a Milena Dravić al Festival di Cannes, per la nomination per il Globo d’Oro e per l’Arena d’Oro al Festival di Pola. Tra i prestigiosi premi do Paskaljevič vi sono ancora il Gran Premio UNICEF per il  film Suton (“Crepuscolo”, 1983), il Gran Premio della Giuria a Bastia e il premio del pubblico a New Orleans per il film Varljivo leto "68 (“L’illusoria estate del ‘68”, 1984), il premio CIFEJ al Festival di  Rio de Janeiro per Anđela čuvara (“Angelo custode”, 1987), il premio FIPRESCI al Festival di San Sebastian per Vreme čuda (“Il tempo dei miracoli”, 1989), il premio della critica a Montpellier e il Gran Premio del pubblico a San Francisco per Tango Argentino (1992), il Gran Premio del Festival di Valladolid e il premio del pubblico a Cannes per il film Tuđa Amerika (“L’America degli altri”, 1995). Ma il definitivo successo mondiale di Paskaljević ai festival e nelle sale cinematografiche inizia veramente con il suo undicesimo film Sod smodnika (“La polveriera”, 1998); tra gli altri, premio FIPRESCI per il miglior film alla 55. Mostra del Cinema di Venezia, come pure Gran Premio ai festival di Antalya (Turchia) e Haifa.

Il 2 ottobre 2004 Paskaljević ha ricevuto il prestigioso premio Federico Fellini al 21° Festival del cinema europeo EuropaCinema di Viareggio, per il “particolare contributo alla cinematografia europea”. Il Festival di Viareggio si è chiuso ufficialmente proprio con la proiezione del suo ultimo film San zimske noči, già premiato anche a San Sebastiano con il premio speciale della giuria.