BREAD AND ROSES Gran Bretagna/Spagna/Francia/Svizzera/Germania, 2000 (colore) Regia: Ken Loach Interpreti: Pilar Padilla, Adrien Brody, Elpidia Carrillo, Benicio Del Toro. |
Ken Loach, regista e sceneggiatore inglese, esordisce nel 1963, assunto come regista alla BBC, e nel ’64 debutta con Catherine, dramma familiare che dimostra il suo interesse per le tematiche sociali e psicologiche.
Il suo primo lungometraggio risale al 1967; tra la fine degli anni ’70 e l’inizio degli ’80 realizza poi una serie di documentari che si scontrano puntualmente con la censura del governo Thatcher, contro il quale Loach non perde l’occasione di indirizzare i suoi lavori.
Solo nel 1981 si segnalerà all’attenzione del pubblico internazionale col film Uno sguardo, un sorriso, e poi negli anni ’90 con altre celebri opere quali Riff Raff, Meglio perderli che trovarli (1991), Piovono pietre (1993), Ladybird Ladybird (1994), Terra e Libertà (1995), La canzone di Carla (1996), My name is Joe (1998), Bread and Roses” (2000), Paul, Mick e gli altri (2001), e quest’anno con Un bacio appassionato.
Bread and Roses: “Vogliamo il pane, ma vogliamo
anche le rose!”
Il titolo del film, preso da uno slogan sindacale del 1912, significa che dal proprio lavoro è lecito aspettarsi, sì, il sostentamento (il pane), ma anche il rispetto umano e la dignità del lavoratore (le rose).
Con quest’opera Loach, con un’estrema profondità di contenuti e una buona qualità estetica, traccia un ritratto della povertà nella più ricca città del mondo.
Finalmente si rivede una storia di lotta (quasi di classe) in un’America che cerca di abbindolarci con la barzelletta del neoliberismo che risolve il problema dell’occupazione; finalmente s’inneggia al valore della solidarietà come mezzo per ovviare alla disparità del rapporto di forza tra poveri e ricchi; finalmente appare una Los Angeles che non è solo Malibù o Beverly Hills, ma anche - e soprattutto – immigrati e persone disagiate, che son disposte a rinunciare alle Roses pur di avere il Bread! Peccato che a dircelo sia un Inglese…
Anche dal lato estetico, Bread and Roses non delude mai: i colori caldi, sempre attenuati da un’ombra di malinconia e precarietà, fanno di Loach il miglior ritrattista delle periferie in circolazione. La battaglia in questione in Bread and Roses è quel movimento “Justice for Janitors”, letteralmente “giustizia per i portinai”, cioè gli addetti alle pulizie del palazzo di Los Angeles di proprietà di uno studio di avvocati, che ha appaltato la pulizia dei locali ad un’impresa che fornisce ai dipendenti uno stipendio da miseria, non concede ferie pagate, né assicurazione sanitaria.
La lotta consisterà nel mettere in imbarazzo i ricchi proprietari per spingerli a concedere migliori condizioni lavorative. Questa è la lotta generale: la prospettiva scelta da Loach è quella della giovane Maya, che ha lasciato il Messico varcando clandestinamente la frontiera per raggiungere la sorella, che ha messo su famiglia a Los Angeles, ma è in difficoltà perché suo marito si è ammalato di diabete ed ha perso il lavoro. Maya è assunta dall’esosissima ditta dove lavora la sorella e, a differenza di lei, sentirà il morso della prevaricazione dei suoi colleghi, ed accetterà di unirsi alla causa di Sam, un sindacalista deciso a combattere per assicurare pane e rose ai suoi protetti.
Bread and Roses è un film che unisce protesta sociale e sentimenti, un film profondamente antindividualista, che rilancia la dignità e la forza costruttiva del “muro contro muro”, alla faccia della “new economy”!