Il mito
senza tempo di Atlantide è
comunemente fatto risalire a Platone, che nei suoi "dialoghi" Timeo e Crizia ha ampiamente
dibattuto la questione dell’antico continente sommerso.
Il Crizia
Circa cinque anni dopo aver completato il Timeo, Platone cominciò a scrivere il Crizia, seconda e definitiva leggenda del Regno Sommerso. Questo testo, chiaramente incompleto tratta esclusivamente di Atlantide. All'inizio il personaggio Crizia riassume brevemente la storia del leggendario continente, e spiega: " in complesso sono novemila anni che si da per avvenuta la guerra tra quelli che abitavano fuor dalla Colonne (d'Ercole) e dentro" Ai partecipanti rammenta poi come quella terra è stata sommersa da furiosi terremoti "è fango impraticabile, che impedisce alle nostre navi d'avvicinarsi" In seguito si spiega che la storia di Atlantide deriva da un antico manoscritto chiamato l' "Atlanticus", che contiene la storia del fantastico popolo, ed inizia a raccontare che:
- i discendenti di Atlante ( nella mitologia greca era un titano, è pacifico che gli Atlantidei avessero origini divine, come tutti i popoli antichi) mantennero il trono di Atlantide per molte generazioni, fondando una città sull'isola principale, ricchissima di risorse naturali. C'erano miniere, ed uno dei metalli più preziosi estratti era l'oricalco, che emanava riflessi ignei e per preziosità era secondo solo all'oro. Oltre ai metalli c'erano anche cave di pietra e grandi quantità di legname. Gli animali abbondavano, persino "gli elefanti erano numerosi".
A questo punto viene fornita un'accurata descrizione della città di Atlantide al massimo della potenza:
- Poseidone, costruì tre anelli di terra pieni d'acqua intorno alla residenza della dinastia reale, poi fu spianata una strada che attraversava i fossati e raggiungeva l'isolotto centrale. Qui furono eretti Palazzi e un grandioso Tempio dedicato agli Dei dell'isola ed agli antenati valorosi. Ogni Re abbellì questi Palazzi che divennero meravigliosi.
- Un canale coperto che partiva dal mare attraversava ciascuno degli anelli di terra fino all'isolotto. Era lungo 10 Km, largo 91,5 metri e profondo 30. Sui ponti a entrambe le estremità furono erette "torri a porte lungo" in modo da rendere agevole il passaggio ai numerosi vascelli che percorrevano il canale.
- Per abbellire la città le pareti degli edifici erano rnate con metalli di diverso colore, quelle sull'anello di terra esterno erano coperte di bronzo, quelle sull'anello interno di stagno liquefatto, mentre le mura delle costruzioni sull'isolotto di oricalco dai riflessi ignei.
- Nel cuore del grande Tempio, circondato da una cancellata d'oro, c'era un Santuario dedicato a Poseidone. Questo enorme edificio aveva il tetto d'avorio, ornato d'oro, argento e oricalco, mentre le pareti erano rivestite d'argento. Su i piedistalli si ergevano statue ricoperte d'oro, tra cui una di Poseidone su un cocchio tirato da sei cavalli alati, accompagnato da cento nereidi in groppa a delfini.
- C'erano sorgenti di acqua calda e fredda, che avevano virtù benefiche.Tutt' intorno sorgevano edifici e bacini in cui venivano incanalate le acque che permettevano di fare bagni caldi d'inverno e freschi d'estate: la stessa acqua veniva poi riciclata per irrigare il boschetto di Poseidone, dove crescevano alberi di ogni tipo.
- Stalle per cavalli,, ippodromi, caserme, banchine brulicanti di vascelli, ed a dieci chilometri dall'anello d'acqua esterno si ergeva un grande muro che partiva dal mare, alla bocca del canale, e circondava e proteggeva la città.
Al suo interno sorgevano moltissime case e: "il canale e il porto più grande eran pieni di navigli e di mercanti che venivano da ogni parte del mondo e sollevavano giorno e notte clamore e tumulto vario e strepito per il loro gran numero...........
Il Timeo
Nel 355 a.C. circa, il filosofo ateniese Platone, aveva già completato il libro intitolato Repubblica, in cui descriveva Atene come uno Stato ideale, iniziò la sua nuova opera il Timeo. Dramma e dialogo, come il precedente, ambientato nel 421 a.C. da quattro personaggi, gli stessi che compaiono nella Repubblica, e sono Socrate, Timeo, Ermocrate, e Crizia. I temi affrontati in questo dialogo, includono la meccanica dell'Universo, e la natura del mondo fisico, e, per la prima volta Platone, inserisce l'argomento Atlantide. Crizia, inizia il dialogo, raccontando ai presenti una storia che suo nonno, che si chiamava a sua volta Crizia, aveva udito da suo padre Dropide, che a sua volta l'aveva sentita da un amico e parente di nome Solone. Crizia racconta che Solone, aveva ascoltato la storia mentre si trovava a Sais, in Egitto, da un sacerdote molto anziano del Tempio di Minerva, e discutendo i due della passata distruzione della razza umana, il sacerdote rimproverò Solone di saper ben poco dell'umanità: "Voi siete tutti giovani d'anima, perchè in essa non avete riposta nessuna vecchia opinione d'antica tradizione, nessun insegnamento canuto per l'età" Dopo illuminato Solone, il sacerdote prosegue spiegando la natura delle catastrofi che avevano cancellato ogni traccia del passato, le più "grandi per il fuoco e per l'acqua". Le tradizioni, dice, si erano conservate soltanto nei registri del Tempio, dove "sono state scritte tutte fin dall'antichità".
Racconta poi, che prima della più grande distruzione causata dall'acqua, l'esercito di Atene, respinse un grande esercito, che "insolentemente invadeva a un tempo tutta l'Asia e l'Europa, movendo fuori dalle Colonne d'Ercole". La grande potenza proveniva da un'isola situata davanti alle Colonne d'Ercole, era più "grande della Libia e dell'Asia riunite" ed i "grandi navigatori potevano passare da quella alle altre isole, e dalle isole a tutto il continente opposto, che costeggiava quel vero mare" (America?).
Il
Dialogo, poi, ci racconta della distruzione di Atlantide
“…Dopo che in seguito, però,
avvennero terribili terremoti e diluvi, trascorsi un solo giorno e una sola
notte tremendi, tutto il vostro esercito sprofondò insieme nella terra e allo
stesso modo l’isola di Atlantide
scomparve sprofondando nel mare: perciò anche adesso quella parte di mare è
impraticabile e inesplorata, poiché lo impedisce l’enorme deposito di fango che
vi è sul fondo formato dall’isola quando si adagiò sul fondale..."
Affreschi trovati a Santorini
negli scavi di Akrotiri (città
sepolta sotto strati di blocchi di lava durante l’eruzione datata 1500 a.C.)
che testimoniano l’alto livello raggiunto dalla civiltà minoica e che
potrebbero confermare l’affascinante ipotesi di Santorini
come perduta Atlantide,sprofondata nell’Egeo
Interessante libro che prende in considerazione le varie ipotesi sul mistero di Atlantide è:
Richard Ellis ATLANTIDE Corbaccio ed (1999)