I SPRINGAORT DA CANAL

Introduzione della raccolta "Se me pense ..." (1999) in CD e musicassetta.

 

Novità e tradizione.

Un binomio che è difficile conciliare specialmente in campo musicale.

Non è facile infatti trovare in Agordino gruppi musicali che abbiano seguito questa strada poiché il susseguirsi di generi e di gusti musicali ha influenzato la nascita di formazioni che si riallacciano in modo netto o alla tradizione popolare tipicamente folk o ricalcano modelli ben noti proponendo un repertorio che difficilmente si discosta da quello in cui trova ispirazione non assumendo quindi mai una marcata originalità.

La singolarità de I Springaort da Canal consiste proprio nella capacità di accostare il dialetto alla tradizione locale, fortunatamente ancora assai viva e sentita in vallata, alla musica pop e al country in particolare, un genere assai orecchiabile che ci porta con la mente alla provincia americana, alle praterie sconfinate al di là dell'Atlantico.

Un mondo popolato da cose semplici e quotidiane dove i principali sentimenti dell'uomo, le sue debolezze, le sue paure, le sue speranze si traducono in musica. Una musica peraltro dal forte potere evocativo dove la tradizione è insieme alla Natura, sia nei suoi aspetti materiali che in quelli misteriosi ed arcani, la principale protagonista.

Un universo in cui l'uomo è immerso e dal quale ricava insegnamenti che sono la base stessa dei valori autentici e solidi in cui crede primi fra tutti l'amicizia e la solidarietà.

E' questo il mondo raccontato da I Springaort , termine che in dialetto indica l'annaffiatoio, un comune attrezzo agricolo.

Un nome insolito per una formazione come insoliti sono i brani proposti nei quali pezzi celebri di autori, veri "mostri sacri" del panorama musicale americano si sposa perfettamente a testi dialettali creando un mix davvero gradevole ed originale.

Originale è del resto l'aggettivo che meglio si adatta per definire i titoli delle dieci canzoni che formano questo album i cui testi sono frutto della fantasia dei quattro componenti del sodalizio formatosi cinque anni fa a Canale d'Agordo e composto da Carlo Arcieri ed il figlio Marco originari di Padova, Nevio Battain e Silvio De Pra.

Nella formazione Carlo Arcieri può vantare una provata esperienza musicale avendo militato nel complesso padovano I Diapason che negli anni ‘60 aveva raggiunto una certa notorietà.

Un gruppo consolidato oltre che dalla comune passione per le "sette note" e da un solida amicizia anche da un attaccamento a quel piccolo universo che è Canale d'Agordo con le sue tradizioni, la sua gente, il suo dialetto.

Proprio la parlata rappresenta uno degli aspetti più interessanti delle canzoni de I Springaort nei cui testi sono presenti parecchi vocaboli del dialetto arcaico della valle del Biois. Un'operazione che può essere definita una sorta di rivisitazione terminologica attraverso la quale vengono ripresi vocaboli ed espressioni desuete.

Una riscoperta che è anche tradizionale. Non a caso alcune delle loro canzoni raccontano in musica leggende e credenze popolari accumulatesi nel tempo e che costituiscono non a caso un patrimonio particolarmente prezioso. Ne è un esempio il brano El ganbarétol il folletto dispettoso che molti credono di avere visto ma che in realtà vive solo nella fantasia o come Dani Danini brano ispirato alla figura di Giuseppe Zannini, benestante locale vissuto nel secolo scorso il cui spettro si dice vagasse di notte per le vie di Canale o nei luoghi più solitari della montagna. Non mancano poi gli squarci di vita quotidiana presenti in Donta ‘na legna e Drio fen che si riporta quest'ultimo alla vita agreste del passato. Nelle loro canzoni c'è spazio anche per le esperienze più intime come La dola , il pianto dell'emigrante costretto a partire lasciando la propria terra ed i propri affetti. Ironici e curiosi sono invece i brani El cazador e Rock ‘n' Roll del Galinot che, sorretti da un ritmo vivace e brioso, offrono dei ritratti davvero divertenti di personaggi locali.

Le canzoni de I Spingaort da Canal rispecchiano dunque in maniera ironica un mondo dove la quotidianità e la semplicità del vivere rivela un'inaspettata ricchezza fatta di significati autentici, mai banali.

Dei "piccoli quadri musicali" potrebbe essere questa l'espressione più calzante per definire i brani contenuti in questo lavoro di indubbio interesse, brani che per la vivacità e l'incisività ben si accostano all'espressione pittorica dell'artista locale Giuliano De Rocco che con la sua opera ha impreziosito la copertina del primo album de I Springaort. Finora il gruppo si era fatto conoscere suonando all'aperto in occasione delle tradizionali feste dei colmiei , i caratteristici "quartieri" di Canale d'Agordo.

Mai in un album.

Il risultato è un lavoro pregevole che va ascoltato con attenzione e centellinato come un vino d'annata.

                                            Luisa Manfroi