L'AGORDINO

E

SAN GIOVANNI

BATTISTA

Antiche tradizioni dei nostri paesi

          ( L'Amico del Popolo , 22.06.1996 n.26)

 

San Giovanni Battista è il patrono di Canale d'Agordo e si festeggia con la tradizionale sagra il 24 giugno.

In valle del Biois il culto per questo santo è antico e affonda le sua radici storiche nel periodo contemporaneo all'edificazione della chiesa di Canale costruita intorno alla metà del Trecento e divenuta parrocchia ufficialmente solo nel settembre 1458.

La Pieve di Canale faceva capo anche a Falcade e a Vallada prima della loro elevazione a parrocchia.

Nei tempi passati i festeggiamenti avevano un carattere più religioso e di devozione popolare infatti nel giorno di San Giovanni molti pellegrini partivano anche dai paesi più lontani per fare gli acquisti e per assistere alla cerimonia religiosa che si svolgeva nella chiesa di Canale ed era l'occasione per la povera gente di ritrovare un momento di svago abbandonando per un po' le fatiche del lavoro agricolo.

Lo scrittore Enzo Demattè nel suo libro La valle coi santi alle finestre ha fornito una bella descrizione immaginaria, ma che ha una sua fondata base storica, dei festeggiamenti che si svolgevano in paese.

Canale quel giorno diventava una piccola capitale che richiamava fedeli vestiti a festa ( "vestiti chi del costume della sua valle, chi di fogge borghesi con pretesa di signorilità" ) dai paesi dell'intera vallata e mercanti coi carretti che salivano dal Bellunese e anche dalle vicine valli di Fiemme e di Fassa per esporre la loro merce lungo il prato di San Giovanni e sulla piazzetta del mercato.

Anche la piazza e le finestre del campanile venivano addobbati a festa con rami d'abete ( dasse ) uniti a forma di arco.

Oltre ai festeggiamenti che si svolgevano nel giorno di sagra ciò che più incuriosisce sono i riti della vigilia di San Giovanni Battista descritti dettagliatamente da Don Francesco Pellegrini, illustre storico agordino del 800 nativo della valle del Biois, in una lettera del 1890 indirizzata ad Angela Nardo Cibele.

Dallo scritto si apprende che il giorno 23 giugno alle tre pomeridiane si suonavano tutte le campane e le giovani donne raccoglievano fiori di ogni forma e colore che venivano messi in un mastello dove la sera si versava dell'acqua bollente in cui le ragazze facevano un bagno di sudore " sedendosi sopra uno scanno rustico di tre piedi o sopra una piccola sedia. Sopra il mastello ponevano un lenzuolo netto di bucato per tenere raccolto il vapore e là sudavano.Indi uscite,mutavano la camicia bagnata e si asciugavano il sudore del corpo ".

L'usanza di raccogliere i fiori era praticata anche in altri paesi della vallata con alcune differenze.

Giovanni Battista Rossi nel suo Vocabolario dei dialetti ladini e ladino - veneti riporta che a Frassené Agordino, la notte di San Giovanni le ragazze usavano rotolarsi nell'erba bagnata dalla rugiada attribuendo a questo bagno delle virtù propiziatorie.

I giovani invece si trovavano in piazza del paese,davanti alla chiesa,e quando scendeva il buio accendevano un ceppo e trascorrevano la notte festeggiando.

Anche a Voltago e in tutto l'Agordino centro meridionale era tradizione raccogliere mazzi di fiori che venivano conservati come portafortuna fino all'anno successivo.

L'origine di questi riti si perde molto probabilmente nella notte dei tempi ma ricorda in qualche misura la ritualità pagana.

Nel paese di San Tomaso era consuetudine mettere la sera sul davanzale dei fiori in una bacinella e lavarsi il viso la mattina seguente con quell'acqua che si diceva essere benedetta.

Esiste infatti un fiore caratteristico che colora i prati all'inizio dell'estate.

Si tratta appunto del trifoglio bianco che in dialetto agordino conosciuto come fior de San Doàne .

Il giorno di San Giovanni segnava quindi l'inizio della stagione estiva essendo vicinissimo al solstizio d'estate.

In questo periodo si era nel pieno dell'attività agricola:le piantine erano spuntate nei campi e si procedeva alla fienagione.

Un antico proverbio di Vallada dice infatti che " de redà e de sarì da San Doane aon finì " (per il giorno di San Giovanni si deve finire di dare la terra alle patate e al granoturco e di sarchiare).

Oggi questi riti sono stati probabilmente dimenticati.

A Canale si festeggia sempre la sagra del patrono anche se l'antica giostra per i bambini fatta girare da un vecchio ronzino è stata sostituita da giostre più grandi azionate dall'energia elettrica e forse pochi ancora si accorgono dei bei trifogli bianchi che un tempo si raccoglievano in mazzi per la festa di San Giovanni.

                                Luisa Manfroi