C’ERA UNA VOLTA IL POMPIERE

"EL LAORIER DE LA GUARDIA DEL FOK"

A CANALE D'AGORDO

(L’Amico del Popolo, 05.07.1997 n.27)

 

Storia e tradizione. Sono questi gli ingredienti della mostra "El laorier de la guardia del fok" tradotto letteralmente come "il lavoro di chi sorveglia il fuoco".

Un titolo appropriato per un'esposizione di cimeli, foto, divise e strumenti di lavoro usati dai Pompieri di Canale d'Agordo nello spegnimento di incendi.

Al pompiere, termine un po' retorico e quasi caduto in disuso sinonimo di vigile del fuoco, è stata appunto dedicata una piccola ma significativa mostra ospitata da 21 al 24 giugno nella Casa delle Regole di Canale. Lo storico edificio costruito nel 1640 sulla piazza di Tancon ha fatto da cornice ideale alla mostra.

Un breve itinerario storico che ha ripercorso le tappe di un passato non tanto lontano quando nei centri abitati della valle si rendeva necessario passare lungo le vie del paese per segnalare eventuali focolai d'incendio.

Una figura quella della guardia del fok di cui si sono perse le tracce ma che forse sopravvive oggi nella memoria di qualche anziano.

Esiste infatti ancora una valida testimonianza fornita da Giovanni Battista Rossi nel suo "Vocabolario dei dialetti ladini e ladino-veneti dell'Agordino" (Istituto Bellunese di Ricerche Sociali e Culturali, Belluno 1992).

L’autore attesta come in un non lontano passato due persone per famiglia percorressero a turno (a ròdol) di notte le vie del paese suonando un campanello per segnalare la loro presenza e firmando un registro al termine del servizio.

Un'esigenza primaria quella di preservare le abitazioni, le stalle e i fienili dalla minaccia di incendio.

Acqua e fuoco. Due elementi e presenze costanti nella vita del Pompiere, simboleggiati dalla fontana e dalla pompa a mano antincendio. Una riflessione contenuta in una breve relazione che ha accompagnato il visitatore nel suo itinerario alla scoperta di vecchi cimeli riportati alla luce da Rizzieri Luciani, Dario Fontanive e Dario Costa che insieme ad altri volontari hanno voluto caparbiamente rispolverare.

Cimeli conservati nella soffitta della sede dei Vigili del Fuoco volontari di Canale di via XX agosto.

Una ricerca non solo oggettistica ma anche storica condotta attraverso un breve studio che ha approfondito il ruolo assunto dalla guardia del fok e dai Pompieri.

I curatori della mostra hanno giustamente evidenziato come gli incendi (fok), le inondazioni (brentane) e le carestie (fam) costituissero in passato autentiche minacce per le popolazioni di montagna.

Per fronteggiare il rischio di incendi si dovette quindi ricorrere anche in questo caso al piodek, il sistema associativo di mutuo soccorso dapprima spontaneo e successivamente organizzato in modo più razionale. Gli autori della ricerca testimoniano come nel corso del primo conflitto mondiale gli austriaci avessero continuato ad autorizzare il servizio di guardiania pur prescrivendo alla popolazione l'ordine del coprifuoco.

Con il trascorrere del tempo la guardia del fok subì un'evoluzione e la necessità di migliorare il servizio contribuì alla nascita dei gruppi di Pompieri in molti Comuni dell'Agordino.

Negli anni successivi alla fine del primo conflitto Forno di Canale vide la realizzazione di una sede centrale e sedi periferiche localizzate nelle varie frazioni del paese.

Le vecchie giacche militari utilizzate dai soldati in guerra furono abilmente tinte con i colori blu scuro o nero diventando quindi le divise dei pompieri.

Allo stesso modo gli elmetti, le picozze, le corde, le barelle e altro materiale bellico venne riadattato e impiegato nel servizio.

Negli anni seguenti il Corpo dei Pompieri poté fruire di sovvenzioni statali disponendo inoltre di nuovi mezzi e attrezzature più efficienti anche se come sottolineano i relatori "il pompiere volontario ha continuato a mantenere la propria identità offrendo sempre con lo stesso spirito e la stessa disponibilità il proprio aiuto disinteressato."

Anche la vetusta pompa a mano usata in passato è stata recuperata recentemente dai volontari di Canale e riportata di nuovo alla luce a testimonianza della funzione indispensabile che lo strumento assumeva nello spegnimento degli incendi.

L'iniziativa organizzata nell'ambito nelle manifestazioni culturali di San Giovanni è stata finalizzata alla raccolta di contributi da devolvere al restauro della sede dei Vigili del Fuoco Volontari di Canale.

Edificio che risale alla fine degli anni Trenta attualmente in corso di ristrutturazione.

La mostra oltre che costituire un interesse culturale ha contribuito a valorizzare l'antica Casa delle Regole, una delle costruzioni più interessanti della valle del Biois.

Luisa Manfroi