RITORNANO LE S-CIONE

DEL "MAESTRO BERTO"

Rivisto e ristampato il volume di favole scritto da Edoardo Luciani nel 1964

(L’Amico del Popolo, 2 febbraio 2002, n. 5)

 

L’é tanti agn che ‘n Canal vivea 'na vecia vedova co 'n fiol sol. Sto fiol 'l avea nom Checo e 'l avea pitòst poca voia de laorà.....

In un immaginario quadretto il racconto si dipana attraverso la voce di una persona anziana che con un termine attuale chiameremmo comunemente nonno .

Un nonno circondato da un gruppetto di bambini seduti sul fornel che alla fine del racconto chiedono con impazienza : "Nono contène na sčiona .. ".

Una richiesta che dà il titolo della raccolta di sčione che il maestro Edoardo Luciani, ha dato alle stampe ancora nel lontano 1964 per tenere vive e riportare alla memoria una serie di racconti della tradizione orale di Canale d'Agordo.

Il progressivo cambiamento delle condizioni socio - economiche ha reso tuttavia ancora più distante il periodo che si separa dalla pubblicazione relegando le sčione ad un’epoca ancora più remota.

Era doverosa perciò una riedizione del lavoro del maestro Berto per far conoscere a molti, soprattutto ai giovani, racconti scritti nel dialetto di Canale d’Agordo. Merito dell’iniziativa va attribuita a Loris Serafini che insieme all’autore ha rivisto le tredici sčione corredandole con una trascrizione in italiano.

Una riscoperta lessicale e terminologica sottolineata anche da Loris Santomaso che ha curato la presentazione. Luciani - si legge - ha reso un servizio non trascurabile alla conservazione del patrimonio culturale, alla conoscenza della nostra storia, del folclore inteso come studio delle tradizioni popolari.

Un’affermazione ribadita anche Dino Bridda il quale, durante l’incontro di presentazione del libro avvenuta nel tardo pomeriggio di venerdì 4 gennaio a Canale d’Agordo, ha analizzato la struttura narrativa delle sčione mettendone anche in rilievo l’intimo significato di ognuna.

Nella raccolta si ritrovano così storie che affondano le loro radici nel quotidiano rivelando una drammaticità che lo stile narrativo sobrio riesce a stemperare come nel racconto El tacuin.

Altre sono vere e proprie sčione, favole appunto, che pur conservando una loro base di realismo sono frutto della fantasia popolare e come tali pregne di mistero ma non per questo prive di significato morale proprio della saggezza popolare.

L'auspicio è che il lavoro oltre a riportare alla memoria alcuni aspetti del passato, possa contribuire a far nascere in qualcuno la capacità e la voglia di raccontare, qualità indispensabili per dare ai racconti il giusto significato.

Da sottolineare il particolare apporto iconografico reso dell’artista falcadino Dunio che ha contribuito ad impreziosire il contenuto attraverso la produzione della copertina e dei tredici lavori a china che accompagnano ciascuna sčiona.

La raccolta pubblicata dall’associazione Pro Loco di Canale d’Agordo con il contributo del Consorzio Azienda Bim Piave è stata impaginata da Loris Santomaso e Toni Pampanin.

Luisa Manfroi