L'ATRIOL CHE NON C'E' PIU'

(L'Amico del Popolo, 08.09.2001, n. 35)

 

Una rara immagine dell'atriol de Cavallera a Canale d'Agordo. Si tratta di una foto probabilmente risalente agli anni Venti nella quale si vede, in basso a destra, la piccola costruzione.

Il capitello (come ricorda Loris Serafini nella pubblicazione Atrioi, Cristi e Gesiole de Canal), sorgeva lungo un lato del vecchio campo di calcio costruito negli anni Trenta. Dell'atriol, in stato di abbandono, si sono perse le tracce definitivamente con l'alluvione del novembre 1966. La sua costruzione è legata a quella del capitello di San Silvestro.

Secondo la leggenda riportata dal maestro Edoardo Luciani (A tordio par Canal, Tipografia vescovile, Belluno, 1962), sul finire dell'estate, una donna di ritorno dalla fienagione lungo Pian de Costa, era alla guida di un car da tragoi (carro a due ruote munito di pioli nella parte posteriore).

Distratta dai suoi stessi pensieri non si era accorta che le mucche alla testa del carro avevano imboccato il canalone che scende ripido verso Cavallera. La donna avrebbe esclamato: San Silvester meté la man sul cavéster, San Simon meté la man sul timon ! San Bastian deme na man !

Pronunciate quelle parole si dice che il carro cambiò miracolosamente direzione consentendo alla donna e al suo carico di raggiungere incolumi la propria abitazione. Per riconoscenza la donna avrebbe fatto costruire i due capitelli, uno a Costa (lungo la montagna che divide Canale d'Agordo da Caviola) l'altro nel piano sottostante di Cavallera.

Luisa Manfroi