MUSICA E MUSICISTI DI IERI.

CENCENIGHE: "LA BANDA DEI PANADE"

Nacque nel villaggio di Pradimezzo, grazie ad alcuni emigranti locali rientrati da Lucerna, che ....

(L’Amico del Popolo, 15.02.1997 n.7)

 

L'Agordino non diede certamente i natali ad insigni musicisti ma non mancarono in vallata personaggi dotati di intuito e "orecchio" che in passato diedero vita a orchestre e formazioni musicali.

Fu a Cencenighe, dall’abitato di Pradimezzo, che circa un secolo fa echeggiarono le prime note di quella che si fece conoscere in Agordino come la "Banda dei Panade".

Una banda il cui ricordo è ancora vivo davanti agli occhi di molti quando l'inconfondibile suono degli ottoni e il ritmo delle percussioni si diffondeva in paese in occasione di ricorrenze e cerimonie particolari.

All'origine ci fu la passione e l'entusiasmo di un gruppo di emigranti stagionali di Pradimezzo che in Svizzera, nella città di Lucerna, dove erano occupati buona parte dell'anno nell'attività edilizia, trovarono il tempo per apprendere i primi rudimenti della musica tanto che qualche elemento riuscì ad entrare nella banda della città indossando la caratteristica uniforme.

Lo testimonia una foto dei primi del secolo conservata in una abitazione di Pradimezzo che ritrae una giovane sposa di Cencenighe nel giorno delle nozze celebrate in terra elvetica con accanto il marito in divisa.

In autunno, di ritorno dalla stagione lavorativa, gli emigranti carichi di fatiche ma pieni di entusiasmo, non mancarono di esercitarsi con i loro strumenti comprati di tasca propria riuscendo un po' alla volta a fondare una formzione musicale che fu chiamata appunto "banda dei Panade" dal nome con il quale venivano indicati gli abitanti di Pradimezzo e di Pradisopra (letteralmente la panada è la zuppa di pane bollito condito con olio o burro).

Come ha trascritto don Costantino De Martin, autore di una breve ricerca sulla banda, nell'ingresso a Cencenighe del parroco don Domenico Chenet, il 21 gennaio 1904, "le autorità municipali e i Fabbriceri con la popolazione e la fanfara del paese si recarono ad incontrarlo sino a Mezzo Canale" (da "La Campana", n 1/1990 bollettino parrocchiale di Cencenighe).

Le uscite ufficiali erano i giorni di Natale e Capodanno, la festa del patrono S. Antonio abate (17 gennaio), e, in epoca fascista, la ricorrenza del 28 ottobre.

Qualunque altra occasione, una gara di sci, di slitte era buona per intonare una marcia.

La notorietà della banda oltrepassò i confini comunali tanto che "i Panade" intonarono le loro marce anche in altri paesi della vallata: Canale d'Agordo, Alleghe, Agordo, Belluno ottenendo positivi riscontri.

Nei primi anni del secolo la generosità di un certo De Lazzer di Vallada contribuì ad aiutare economicamente i musicisti come del resto l'Amministrazione comunale che concesse il ricavato della vendita di due piante di larice per l'acquisto di nuovi strumenti ma soprattutto per l'acquisto delle costose partiture fatte pervenire direttamente da Milano. Partiture che i musicisti ricopiavano poi a mano con particolare cura arricchendo il repertorio musicale fatto di marce, trascrizioni operistiche e sinfoniche.

Nella "scuola di musica" di Pradimezzo si formarono i giovani allievi dei maestri Giovanni Manfroi e Severino Alchini che nel periodo invernale riunivano i bandisti per le prove settimanali nei locali della vecchia latteria di Pradimezzo: una quarantina di musicisti legati da un'unica passione.

Alcuni di loro, ancora viventi, ricordano ancora le uscite ufficiali, quando si riunivano a Palù all'osteria Faè proseguendo poi in fila ordinata verso la piazza del paese al ritmo di marcia.

Ai primi di marzo arrivava il momento di riporre gli strumenti e di preparare nuovamente la valigia per la Svizzera da dove sarebbero tornati solo in autunno inoltrato.

Da una costola della banda negli anni Cinquanta nacque anche una piccola orchestra che suonava musica liscio nelle sale da ballo dell'Agordino.

La banda nel corso degli anni subì un ricambio generazionale: ai padri subentrarono i figli, agli anziani subentrarono i giovani e un po' alla volta anche la formazione risentì dei cambiamenti nei gusti musicali e i nuovi ritmi americani e le nuove melodie diffuse dai primi juke box ne affrettarono il declino.

Gli strumenti che tanto avevano dato notorietà ai primi bandisti, furono lentamente riposti in soffitta insieme alle partiture ingiallite orgoglio dei musicisti di Cencenighe.

L'ultima uscita ufficiale fu in occasione della posa della prima pietra della chiesa di Caviola nel 1957, il "canto del cigno" della famosa banda.

Luisa Manfroi