LA STRADA DEVE PASSARE PER LA PIAZZA ?

E' la questione chiave su cui si dibatte da qualche tempo in paese                                              

   (L'Amico del Popolo, 28.09.2002 n.38)

 

ll progetto di sistemazione della piazza di Canale d'Agordo da qualche tempo è oggetto di discussioni tra la maggioranza del sindaco Flavio Colcergnan che sostiene l'opportunità di riqualificare l'area attraverso lo spostamento dell'asse viario riservando l'attuale parcheggio ad isola pedonale, e la minoranza di Adolfo Tancon che, pur mostrandosi favorevole ad un intervento di sistemazione, si batte per lasciare inalterata la viabilità senza evidenti stravolgimenti.    Facendo un passo indietro di una cinquantina d'anni si scopre come anche nella seconda metà degli anni Cinquanta la ristrutturazione della piazza abbia dato vita a discussioni riguardo l'aspetto che questa avrebbe dovuto assumere.    Le cronache dell'epoca riferiscono dell'esistenza di due ipotesi: i sostenitori della prima proponevano come soluzione l'asfaltatura; altri invece ritenevano più giusto pavimentare il fondo stradale con cubetti di porfido.    Un punto però trovava d'accordo tutti: la necessità di migliorare la piazza il cui aspetto "lasciava molto a desiderare".    Quello che un tempo era chiamato "prato di San Zuane" non doveva certo apparire accogliente da come veniva descritto :"....pezzi di roccia vicino alla canonica, sassi grossi e sporgenti un po' qua e un po' là, il terreno ineguale, marciapiedi stretti e irregolari, selciati fatti in qualche modo per l'acqua."    Dopo avere valutato le due ipotesi l'amministrazione dell'allora sindaco Edoardo Luciani considerò come migliore soluzione la cubettatura con il porfido non considerando opportuna l'asfaltatura dal momento che l'asfalto avrebbe potuto sgretolarsi.     I lavori vennero eseguiti dall'agosto 1959 fino all'ottobre dello stesso anno da un'impresa di cavatori di porfido della valle di Cembra seguendo il progetto degli architetti Alpago Novello e Barcelloni Corte.     Durante gli scavi per il riscaldamento della chiesa e le fognature furono rinvenuti dei resti umani a dimostrazione che dove sorge l'attuale piazza sorgeva fino al 1832 il vecchio cimitero.     La cubettatura venne eseguita ad archi contrastanti per garantire maggiore resistenza e a coda di pavone con due colori nel centro.    Il "prato di San Zuane" da prato incolto all'affacciarsi degli anni Sessanta era divenuto un piazzale comodo, abbellito al centro dalla fontana del Segusini. Anche le case che si affacciavano alla piazza furono dotate di marciapiedi.    L'opera venne completata infine con l'installazione di un moderno impianto di illuminazione pubblica.     Ben ventinove furono i pali in ferro innalzati e altri due pali alti dieci metri con cinque punti luminosi ciascuno la cui accensione avveniva attraverso un quadro di comando.

                                                                                                    Luisa Manfroi