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A Medjugorie in bicicletta
"pedalando e sudando abbiamo raggiunto la meta"
ALTRE TESTIMONIANZE
Olimpia 13.06.07
Più volte durante questa
settimana mi è stato chiesto di dire le mie impressioni sul viaggio e
sull’esperienza vissuta con questa trentina di scalmati ciclisti veneti ed è
sempre stato difficile dare un senso logico e un nesso a tutti i miei pensieri.
Tante, troppe emozioni,
negative e positive si susseguivano, tanti episodi, spiritualità e bisogni
materiali, fisicità e introspezione, sembravano tanti detriti in un fiume che mi
stava travolgendo, quindi riuscivo a pronunciare solo frasi divertenti (forse),
superficiali, o addirittura inutili… erano quelle che straripavano dal letto del
fiume.
Ho iniziato il viaggio
con un po’ di timori insieme ad Anibal.
Ho conosciuto parte
della compagnia una settimana prima in un giro in bici sui colli Euganei e mi
son sentita subito inadeguata, non pronta. Non tanto in resistenza, quanto in
velocità e ritmi. Anibal mi ha incoraggiata dicendomi che in quel giro gli
‘indigeni’ avevano dato il massimo, un percorso che supera i 100km al giorno li
avrebbe calmati. Mi son fidata ma la paura è rimasta, e al 1 giorno di
viaggio…si è materializzata tutta!!!
Iniziavo con tanta
grinta e carica, mi mettevo nel gruppo con tutta l’intenzione di rimanerci fino
alla fine ma dopo un po’ di tempo (sempre meno man mano che aumentavano le
tappe!) rimanevo indietro. A volte sola, a volta con qualcuno che per fortuna
si era fermato per bisogni fisiologici (beati loro, io non potevo permettermi
soste impreviste..li avrei persi!!!!) o con chi quel giorno voleva prendersela
comoda. Un duro colpo al mio orgoglio!!!
Mi imbarazzavano i loro
sguardi quando erano costretti a fermarsi per recuperarmi, immaginavo i loro
commenti quando non vedevano la mia sagoma nel loro campo visivo, e mi sentivo
in colpa quando lo staff o qualche samaritano riprendeva i più scatenati che
correvano e sfogavano la loro ‘genetica’ brama di velocità e potenza.
Hanno iniziato un po’
per volta a tirarmi su nelle salite in cui davo il peggio dei miei rapporti e il
massimo in fatica … insomma...il terzo giorno ero ko!non appena in stanza son
crollata e ho dormito fino al giorno dopo.
Ero stanca, arrabbiata
per la mia incoscienza, infastidita dalla loro compassione, intimorita dai miei
limiti…e soprattutto non stavo apprezzando quello che vedevo e attraversavo in
bici.
Al quarto giorno un po’
di meccanismi nella testa sono cambiati, le mie gambe andavano meglio, ho deciso
di tenere il mio ritmo e non ammazzarmi per star dietro agli altri…ma
soprattutto mi sembravano diversi i miei compagni. O lo erano diventati grazie a
qualche forza superiore ;-)
Andando ad un ritmo più
mio ho iniziato a consocere meglio le persone che pedalavano con me, a capirli,
ad interagire con loro…ho cominciato a guardarmi intorno…la bellezza della
natura, il verde dei monti, il colore dei laghetti, la profondità del mare, il
rumore delle cascate, il profumo del sottobosco, la freschezza della pioggia, il
calore del sole (apprezzato meno!) … i sorrisi dei miei compagni, della gente
che ci salutava, dei bambini che ci rincorrevano, che gareggiavano (anche
loro!!!no!!!!) o che battevano il cinque… rischiando di abbattere i più
fragilini!
Alla sera, tolta quella
che era diventata la nostra seconda pelle griffata pedaliamoxlavita… buttarsi
sotto la doccia era la vera felicità…seguita dal cibo… da momenti di
preghiera…da una birra in compagnia e dal meritatissimo riposo!
A tavola le impressioni,
i ricordi della giornata, le prese in giro, i ghigni di dolore per i deretani
malconci sulle sempre e comunque troppo dure sedie, le gambe stanche… ad
apprezzare paste scotte e ricercatissimi strudel… e per me il contemporaneo
apprendimento della lingua ufficiale: il veneto!
Momenti piacevoli erano
condivisi durante le messe, in cui don Lorenzo ci ‘costringeva’ a guardaci
dentro ed inevitabili erano i pensieri ai nostri cari, i ringraziamenti al
Signore per la forza avuta, per il traguardo raggiunto, o semplicemente le
domande senza risposte sulla guerra e su quello che aveva lasciato e di cui
eravamo testimoni. Erano pensieri, i più audaci li condividevano, era bello
vedere la somiglianza con i propri … ci faceva sentire gruppo
Di giorno in giorno la
stanchezza cedeva il posto alle riflessioni e agli sguardi più attenti su case
diroccate, bambini arrampicati sulle macerie, povertà, desolazioni…per km e km…
ma sempre tutto decoroso, rispettoso..c’era stato un dramma in quelle terre ma
c’era la voglia e la forza di ricominciare, di sorridere anche davanti a 30
pazzoidi in bicicletta…
Tutti siamo rimasti
colpiti da Mostar, leggenda nelle nostre menti per i bollettini di guerra ma
meravigliati di quanta bellezza e armonia dominava le strade, i palazzi, la
gente… diversa per razza e fede ma, finita la follia della distruzione, tornata
a calpestare gli stessi sassi e vivere le stesse piazze, respirare gli stessi
aromi. Simbolo che la guerra non è del popolo.
Avvicinandoci alla meta
si conosceva sempre meglio il nostro vero maestro di vita, tale Luis ormai
diventato famoso e quindi mi risparmio le presentazioni. Tenace, forte,
spiritoso, sensibile e penetrante con le sue parole e i suoi gesti.
Ho voluto conoscerlo
meglio, andare a fondo del suo animo, capire la sua fonte di energia…a parte
gli zuccherini sempre in bocca e il suo grande appetito, scoprire nella fede il
suo motore è stato determinante per tutti.
Spinti dalla passione
per la bici, con un percorso spirituale differente ci ha impressionati la sua
grande fede… fa scalare le montagne, attraversare i fiumi e arrivare ad una meta
ambiziosa come 900km di strada.
Ho ringraziato ogni
giorno per quello che avevo e per aver permesso a lui di accompagnarmi…per
essere stati strumenti per raggiungere il suo sogno…le gambe per pedalare, le
braccia per sorreggerlo, gli occhi per guidarlo, l’udito per ascoltare il suo
cuore.
Su Luis si scriverà
tanto, e chi non lo farà lo porterà comunque nel cuore… l’immagine di lui
inginocchiato davanti alla madonna sulla Collina delle Apparizioni ha toccato
tutti.
Io ho pianto, lui dice
di gioia ma la mia non era proprio così nobile come motivazione.
Ho pianto perché mi sono
sentita piccola e impotente, egoista e presuntuosa per la mia fortunata
quotidianità. Perché non sapevo pregare, il mio credo vacillava di fronte a
tanta dimostrazione di amore e devozione.
Ho pianto per la
cattiveria degli uomini, per le ingiustizie, per la pace che dovrebbe esserci
sempre, come quella che si respirava in quel piccolo villaggio e che invece non
c’era perché io per prima vivo in superficie, non vedo l’altro, non ascolto il
cuore, non vivo nella gratitudine. Non faccio nulla per quello che la Madonna
prega e diffonde con le sue apparizioni.
Luis mi ha abbracciata
dicendomi quanto era felice perché la Madonna era entrata dentro di me, allora
si che ho pianto di gioia, per lui, per la sua anima pulita che vede bontà in
ognuno di noi ed è convinto che basta crederci per superare le difficoltà,
davanti a tale miracolo come non si può trattenere la felicità.
A parte il nostro eroe,
lascio ad altri le lodi, non posso lasciare innominati i miei compagni con le
loro splendide qualità..
…iniziando dai guidatori
del tandem…la sensibilità, dolcezza e responsabilità del nostro piccolo grande
Luca, la calma e il rispetto di Flavio… la forza, simpatia, goliardia,
allegria, bontà e perché no anche un bel po’ di fascino del nostro sbadato e
distratto Corrado…
… proseguendo con chi ha
fatto del mio traguardo una missione… mitico e fortissimo Achille, una fascia di
mister al bello e insaziabile Massimo…arguto e delizioso mago della pentola
Roberto… il re dei tetti in ghisa Pino…la regina dello staff Mariolina le cui
parole (e i suoi panini) mi han trasmesso la solidarietà femminile che mi
mancava…
...abbracciando
l’umorismo, perspicacia, profondità, sensibilità del caro Enricone e del
silenzioso e tenero 'partner' Simone, l’efficienza e la disponibilità di Validio
(ci ho messo un viaggio per imparare il suo nome ma ne è valsa la pena!!!)
…sorridendo al ricordo
dei racconti di Guerrino, della borsa di Marcello, delle guance rosse di Gianni,
delle barzellette no-stop di Annibale, delle riflessioni di Fabrizio, del
vocione di Cesare, dei pensieri di Fulvio, dell’energia di Toni, del calore,
intelligenza, solarità, risata rumorosa e parole di Marino..
…finisco con il
ringraziare quelle che sono state le guide di questo viaggio
Gianluca che ha curato
nei dettagli un viaggio abbastanza difficile… la calma, precisione, attenzione,
passione e amore che ci ha messo dentro ne han fatto un successo non solo
logistico ma un vero tassello nel mosaico della nostra vita.
Don Lorenzo, gli occhi
guidati dal cuore vanno oltre quello che a noi tutti sfugge, come un vero
pastore ha condotto bene il suo gregge, ha richiamato le pecore che fuggivano
riconducendole alla preghiera e al rispetto per gli altri. La sera forse non
eravamo tanto riconoscenti perché stanchezza e sonno volevano altro che recitare
il rosario o celebrare la messa… ma la preghiera ha vinto e ora siam contenti
per quei momenti perché ci han preparato all’incontro con la Madonna, che come
ponte al Signore ci han fatto avvicinare a lui.
..e il mio
personalissimo accompagnatore ….Anibal, trascinato in quest’avventura per
motivazioni diverse e forti che si è rivelato un compagno solido e comprensivo,
chiedendogli scusa per i miei sfoghi e ringraziandolo per la sua pazienza e
amore...
Come concludere? perché
si è il caso di finirla… non voglio farlo con un semplice e banale
ringraziamento, perché come dice Luis se siamo arrivati a Medjugorie è la
Madonna che l’ha voluto.
Saluto con un augurio...che
quanto vissuto, imparato e sofferto sia stato veramente motivo di arricchimento..che
tornando alla nostra quotidianità non ci lasciamo prendere da falsi problemi,
ideali, bisogni … che riusciamo a vivere con la serenità che ci viene dal sapere
quanto è grande l’amore di Dio … che credere in lui ogni giorno possa essere
fonte di ricchezza…senza la necessità di percorrere 900km per capirlo e viverlo
perchè già dentro di noi.
Un abbraccio forte e
spero di rivedervi…a Gerusalemme!!!
Il vostro topolino
Francesco 13.06.07
GRAZIE STAFF
PS. nonostante il mio Polar funzionasse a metà, sono riuscito ad estrarre i dislivelli percorsi nelle varie tappe. Eccoli
1 - Vigonovo - Aquileia ND
2- Aquileia Selce 775 m
3- Selce - Plitvice 1725 m
4- Plitvice - Knin 1360 m
5- Knin - Imotski 1220 m
6- Imotski - Mosar 820 m
7- Mostar - Medjugorje (?) 250 m
Abbiamo quindi superato un dislivello complessivo di 6219 metri! Complimenti ai meno forti.
Ciao Francesco
Enrico 14.06.07
Tante sono le immagini, i sentimenti, le sensazioni che mi sono portato a casa da questa avventura; quelle che vi scrivo sono per me le più rappresentative. Ciao e ancora grazie, Enrico
Salita, salita dura, gocce di sudore che ritmicamente cadono sul manubrio, il vento contrario non aiuta, ma arrivato sul passo; un volto sorridente: “Dai che vai forte!! Metti la K-way che prendi un accidente”, e giù, la discesa, a doppia velocità, il vento ti accarezza e ti asciuga il viso.
All’orizzonte due biciclette, due maglie uguali alla mia, bene sono i nostri, mi attacco e con cambi regolari passiamo in velocità un villaggio: segni ancora evidenti di guerre … case fatte solo di mattoni forati, una vecchietta vestita di nero pasce otto pecore in un prato di un verde intenso, una mamma cerca di vendere a bordo strada del formaggio affumicato e dietro immancabili tre, quattro, dieci bambini corrono applaudendo i “biciklisti”!
Ancora salita, tutti uniti, “serrati come piace a Luca”, in una solidale spinta che ci porta ancora una volta a scollinare. Qui però c’è un’altra frontiera che passiamo senza problemi, anche i doganieri sembrano apprezzare la nostra carovana e ci salutano sorridendo…hanno in mano una delle nostre torte! Qualche Sali scendi e poi…discesa, questa volta è maestosa, strada larga, traffico quasi assente, tutto intorno verde di campi coltivati, c’è il sole ma non fa caldo, la sensazione è quasi di volare sulle ruote, ma di volare alto con il pensiero, mi sento cittadino del mondo, una sensazione nuova di libertà, il passare le frontiere senza motore, in silenzio, quasi con discrezione con le proprie forze. Che bello!!
Una caramella, donata al risveglio, un gesto semplice paterno, fatto da un omone che con pazienza e gentilezza ci segue da centinaia di chilometri in un furgone alla snervante velocità di 30 km/h, con lui tutto lo staff, persone meravigliose, mai un gesto di stizza, una parolaccia, solo sorrisi, incoraggianti e grande disponibilità nel donare il proprio servizio…
Alla sera, all’arrivo immancabile birretta, battute, barzellette, strette di mano, vero carburante per le gambe dei “biciklisti”.
Occhi lucidi, grandi lacrimoni si confondono con il sudore e la pioggia sui volti ormai ben abbronzati di noi ragazzi. Difficilmente un gruppo può essere più eterogeneo, per età, esperienza, cultura, ma qui, adesso, sui gradini della chiesa di Medjugorie, siamo tutti ragazzi: ci teniamo per mano e ci gustiamo l’indimenticabile applauso dei parenti, e con loro dei fedeli presenti che non risparmiano foto e complimenti.
Tra noi, al centro del gruppo, c’è una bici più grande, c’è un tandem: simbolo della nostra associazione e centro della nostra avventura; c’è il mezzo che con l’aiuto di tutti, chi più, chi meno, ha permesso la realizzazione di un sogno: il grande, grandissimo Luis è arrivato!! È arrivato ad inginocchiarsi davanti a Maria, in un gesto per me indimenticabile, è arrivato a rendere noi tutti uomini un po’ migliori, e rendere noi “biciklisti” pellegrini realizzatori di un sogno!
Enrico
messaggio inviato da Corrado
Salve a tutti e' passata una settimana dalla fine del pellegrinaggio ma devo dire che ho ancora negli occhi i paesi e i posti passati in bici .
Credo che solo noi che abbiamo vissuto un'esperienza simile sappiamo di cosa stiamo parlando perché penso, anzi auguro a molti di poter vivere 8 giorni di intensa fraternità e amicizia simile; dove nella vita di tutti i giorni è molto difficile avere, per colpa della nostra società che ci impone dei ritmi in cui non si ha il tempo necessario per pensare agli altri.
Ecco in un pellegrinaggio composto da persone eccezionali, ci si può fermare e ascoltare il cuore non solo il tuo ma anche di chi ti sta vicino perché con la preghiera e i kilometri fatti assieme ci si accomuna , così siamo tutti allo stesso piano: non ci sono capi, non ci sono migliori e non ci sono interessi; l'unico interesse comune è che tutti siano amici per lo stesso scopo la meta da raggiungere che non è una meta "traguardo" come quando io correvo nei dilettanti ma una meta che ci ricarica nell'anima per poi riprendere nella vita con un po' più di speranza e poter guardare il mondo di tutti i giorni con uno sguardo diverso e pensare si può essere più buoni? Basta provarci e magari poco ma qualcosa arriverà.
Ecco questo è quello che io ho imparato dal nostro pellegrinaggio grazie a don Lorenzo che con la sua costanza ci fa capire che la preghiera è speranza.
La fatica e i km io non li ho molto sentiti perché ero preparato gia da 2 mesi anzi colgo l'occasione per dire che chi volesse partecipare non si dovrà allenare duramente ma una base di circa 1000 km fatti con calma in 2 mesi sarebbero opportuni per non incombere in problemini del tipo sella o gambe comunque lo staff è sempre a disposizione.
Vorrei salutare e rigraziare i miei compagni che sono stati tutti meravigliosi in particolare Luis che mi ha fatto capire che la vita va vissuta anche se a volte ci riserva delle brutte sorprese.
A massimo che mi ha fatto molta compagnia e ci siamo sbellicati dalle risate.
Al simpaticissimo Marino che con i suoi scherzetti ha movimentato la situazione.
Un hurrà al signore con la bici da donna che vi giuro io l'ho provata ed era veramente pesantissima praticamente una moto! Io non c'e l'avrei fatta.
Al zio aquisito durante il viaggio sig. Dino persona fortissima e molto paziente.
Al papà di Gianluca che ci ha seguiti con molta cura anche la sera dopo la bici
A Luca che si e' preso cura di Luis da subito e che con la sua collaborazione ha fatto si che Gianluca riuscisse a fare tutto per il meglio.
A Marcello mitico ex professore persona molto corretta che con la sua costanza ci ha stupiti tutti.
A Olimpia il mio topolino che a vederla arrancare su per le salite cosi piccola ma tenace mi faceva tenerezza: avevi uno stile tutto particolare bravissima c'e l'hai fatta!!
A Battista e Guerrino coppia di amici ultra cinquantenni che ogni giorno davano un tocco di classe alla tappa con una parola o una barzelletta o una battuta.
A quelli nuovi che si sono fatti 860km e non si sono scomposti di una virgola.
Alla signora dello staff che si e' presa cura di noi durante il pranzo assieme a Dino.
A Validio prof. infermiere fotografo ufficiale non che vice sindaco di Vigonovo.
A Annibale persona molto umana e meccanico un grazie di cuore per la tua riparazione fatta a MOSTAR alle 5 del mattino!! Non sarei potuto ripartire e oggi non potrei avere fatto allenamento perche la riparazione e' rimasta e ho risparmiato il tempo dal meccanico.
A Cesare e a Lorenzo miei compaesani di Borgo San Marco, con voi vicino mi sono sentito più sicuro.
A tutti i parenti dei ciclisti perché arrivati a Medjugorje ci hanno commosso e fatto sentire a casa.
A tutti gli altri che non hanno potuto proseguire per problemi di lavoro, penso sia stato più duro tornare indietro che proseguire con noi, un grazie per la vostra amicizia
UN GRAZIE A TUTTI anche chi non ho nominato!
UNO SPECIALE A GIANLUCA DI AVERSI ADOPERATO COSI TANTO PER NOI è STATO TUTTO PERFETTO!
Ciao Corrado
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