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Luigi Rossetto
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I COLORI DELLA MIA VALLE”  PRESENTAZIONE  SU “realtà ’ vicentina  n.21 IN OCCASIONE DELLA MIA PERSONALE ALLA GALLERIA “BOTTEGA D’ARTE”  IN ARZIGNANO :
Luigi rossetto e’ un poeta: i suoi versi non scorrono su caratteri do stampa, ma sfumano dai toni definiti di note di colore. Rivive nelle tele di Luigi l’irresistibile fascino arcano di certi luoghi:l’aura di mistero trasuda dal cercine spazio-temporale di un vedutismo semplice solo in apparenza. L’iter del maestro e’ un “feed back” retrospettivo sui luoghi della fanciullezza, rivisitati con l’incanto di un uomo capace di un dialogo con la natura. Come antico cacciatore,rossetto si apposta in anfratti,ma anziché animali impauriti ,prospettive esuberanti che riportano alle scaturigini della nostra civiltà. E' il canto dell’alta valle del Chiampo con le sue contrade abbandonate, con la vegetazione che sta riscoprendo le vestigia delle nostre “raise”, delle nostre obliate tradizioni, di un certo tipo di artigianato – il protagonista di remore sinfonie tradotte in effusioni cromatiche.il rapporto di Luigi con la materia pittorica e’ nervoso: con l’olio, poche pennellate sature delineano l’oggetto, quasi solchi di tela che caricano di tensione e di pathos l’immedesimarsi dell’artista con la realtà ed e’ fatto, il tocco sapiente, il guizzo stillante di umore che crea sciogliendosi la vertigine di un monte. Nelle nature morte il protagonista e’ spesso l’oggetto fatto a mano con i segni del vissuto,del lavoro,della fatica quotidiana che irradia una melodia di ambrato calore. E’ dunque il sale di una civiltà che entra nelle tele di rossetto, ed e’ qui che l’autore-poeta lo recupera, con un paziente lavoro di collazione e con un viaggio catartico che egli percorre dentro se stesso”.
10 OTTOBRE 2001 VICENZA -  MAX PAGGIN (pittore- illustratore –vignettista\caricaturista- scrittore) 

“VIAGGIO NELLA MEMORIA”presentazione alla mia personale al palazzo delle terme di LEVICO TERME (TN) del critico d’arte PIER  ANTONIO TRATTENERO :
E'
impossibile sfuggire al fascino delle policromie di Luigi Rossetto, i passi rallentano davanti ai suoi quadri e l’occhio si sofferma ad esplorare minuziosamente quelle forme intrise di serenità e spontaneità. Non solo case, colline, nature morte, o volti che rilevano storie antiche ed attuali,anche pathos,vibrazione emotiva interiore. Non credo di sbagliarmi se vedo in questo artista l’essenza della comunicazione tra l’ambiente e la sua gente. A prima vista il linguaggio delle forme potrebbe sembrare semplice,occorre una lettura più profonda per interpretare le opere di rossetto occorre far partecipare il cuore. La policromia dei suoi quadri esprime un lirismo raffinato che innalza la comunicazione sul piano del sentimento. E’ percezione  dell’universale,di una legge d’amore che ognuno di noi può scoprire dentro se stesso. Oggi più  che mai abbiamo bisogno di manifestazioni vere, personalissime avanguardismo nichilista e insignificante. L’immagine è comunicazione, comunicazione diretta, realtà trasognata se vogliamo,ma pura e sincera,proprio come l’acqua delle fonti delle contrade tanto care a Luigi Rossetto. Una traccia di storia resta, un messaggio di tenerezza ci attende nelle sue opere.
Arzignano 1995   PIER ANTONIO TRATTENERO  ( CRITICO D’ARTE)

recensione del poeta  MIRCO DONA’  :  …incarna luoghi ameni e villerecci, zone collinose, poggi boschivi e pianure verzicanti non tanto per risorgere il presente … ma l'eterno culto de ricordi …(Altavilla vic.)1995

 “I CIMBRI IN LESSINIA TRA PAESAGGIO E MEMORIE”
"
… e di nuovo inquietanti figure femminili, le anguane, felici e vere solo se nascoste agli occhi del mondo, grazie alla notte loro alleata. Danze lunari e urla notturne, mentre gli abiti molli fasciano i contorni nervosi di esili membra. Tra gli alberi la luna sorride divertita, conscia di essere l’unica invidiata spettatrice dei giochi infantili di queste femmine oscure. E l’inquietudine arriva all’ apoteosi, gelando il respiro in un vortichio di verde veleno dove,paura e angoscia materializzate, creano contorni di nere figure, ondeggianti, nel rauco agghiacciante richiamo di future sventure. Il cuore e’ in tumulto e invita a fuggire, ma gli occhi si sbloccano su scorci di dolcissimi paesaggi  e un infinito benessere si spande ovunque. Il mondo impetuoso di poco prima si trasforma in pacata serenità."
PRESENTAZIONE  ALLA MIA MOSTRA PERSONALE NEL MUSEO ETNOGRAFICO CIMBRO DI GIAZZA DI SELVA DI PROGNO – VR 1991 prof.ssa RENATA BOCCHESE  (critica d’arte e poetessa) 

“ Alcuni di questi esempi pittorici sono una sicura, sensibile attenzione della vocazione che lei si trova soprattutto riguardo al colore e ad una certa poetica”
 25 agosto 1991 verona (FEDERICO BELLOMI)

“LE RAGIONI EMOTIVE NELL’INDAGINE DELLA NATURA E DELLE SUE STAGIONI NELLA PITTURA DI LUIGI ROSSETTO”
 Incorrerebbe in errore chi si attendesse di scoprire, nella pittura dello arzignanese Luigi Rossetto,uno sperimentatore di elementi materici di ascendenza più o meno gestuale da recuperare e rigenerare, assegnando loro una diversa funzione e destinazione nel processo organico del ricomporre.Non e’  in tale prospettiva che bisogna orientare l’interesse di chi osserva le prove di questo ancor giovane pittore, quanto invece nella misura in cui egli riesce a sottrarsi all’inerte trascrizione del già definito, accostandosi a ogni forma come a una parte stessa della natura della quale ripercorre gli itinerari, riviverne gli stimoli a ogni mutazione di andamenti di clima, di giorni e di ore. Per realizzare a pieno questo proposito Rossetto va in cerca di qui luoghi a lui famigliari, nei quali il suo occhio non si e’ mai stancato di indagare da fanciullo, per scoprire la ragione emotiva sempre nuova che lo lega a quei luoghi e a quelle immagini. Quasi tutti i suoi dipinti derivano da questa scopìa delle zone collinari dal territorio di Arzignano fin verso l’alta valle del Chiampo. Un campo visivo che ora appare ravvicinato, tanto che si individuano i confini delle terre e delle colture, ora invece allontanato fin dove la percezione comincia a farsi lieve da smarrire i contorni delle cose. Uno scenario, il suo,che che cambia col mutare delle stagioni e delle luci e che, appunto per questo, diventa sempre nuovo, stimolante di sensazioni e di emozioni. La pittura di Rossetto diventa così come un diario intimo, nel quale egli registra tutto ciò che prova e che ritiene possibile questo suo diario scandito della successione delle emozioni provate. La stessa cosa dicasi nei confronti della tematica dei fiori –
colti ancora freschi nella fragilità delle loro forme dal breve respiro vitale – e di alcune nature morte, proprio quelle pensate e sentite al di là del confine pretestuoso del motivo tradizionale dell’esercizio pittorico, ma come forme nelle quali si individua una ragione di vita”.
Prof. Salvatore  Maugeri (critico d’arte)    Lonigo  (VI)  1989

Presentazione critica del pof. E critico d’arte Giuliano Menato:
"...
ho sempre avuto simpatia per gli artisti che, indipendentemente dagli alti risultati qualitativi e dal superiore valore estetico delle loro opere, credono in quello che fanno, portano una grande passione al proprio lavoro. E non importa se essi sono professionisti o dilettanti, anzi, proprio tra questi ultimi,ho incontrato spesso degli autentici poeti., i quali, a dispetto del dominio del mezzo espressivo, sono in grado di rivelarci mondi sconosciuti, di farci toccare con mano verità che credevamo scomparse. Magari questi mondi e queste verità  sono  vicini  più di quanto pensiamo:siamo noi che non li vediamo, venute meno le condizioni interiori per mantenere un rapporto cordiale con ciò che ci circonda. Luigi rossetto, ha appreso l’arte del dipingere da buoni maestri, e’ uno dei pittori arzignanesi che non hanno mai smesso di credere nell’importanza della loro azione artistica, non fosse altro perché essa rappresenta una sorta di elevazione spirituale, oltre che culturale, dalla quotidiana “routine” nella quale il lavoro e il sacrificio sono una dura realtà Ma e’ soprattutto, secondo me una grande forza interiore, assecondata da disposizioni naturali, a spingerli ad instaurare un dialogo aperto con la natura, di cui avvertono l’irresistibile fascino. E così, a dispetto di mode correnti e di false avanguardie, essi la ritraggono d’istinto, nella varietà delle sue manifestazioni, cogliendo quegli aspetti che con l’opportunità del dettato formale ma la componente pittoresca del soggetto suggerisce. Nel far questo, scatta in loro una innata istintiva abilità nel costruire il quadro, per cui i risultati pieni di pathos e di trasporto nascono proprio da quel segno particolare,anche se troppo marcato, da quel colore acceso, pure se un po’ acerbo, da quella rappresentazione caricata,che talvolta enfatizza l’aspetto del vero. Alla fine ciò che ci prende e’ proprio quella foga espressiva che ha portato l’artista ad immedesimarsi visceralmente con quanto raffigura. Io considero, poi, questi paesaggi della nostra terra – la valle del Chiampo in particolare – come una testimonianza preziosa di un mondo rurale in via di estinzione, il quale affiora ormai solo attraverso le immagini primitive ma  autentiche di questi pittori. Luigi rossetto, a differenza di altri, è capace di raggiungere, in alcuni quadri, sorprendenti finezze, che superano, per la voluta ricerca di un armonia artistica,la riproduzione mimetica del dato oggettivo. Ciò succede quando l’uso del mezzo espressivo – disegno e colore – si piega  a  cogliere atmosfere che si percepiscono con la sensibilità dell’animo,non solo con l’acutezza della vista. Efficace nella resa della natura morta – alcune sono davvero rimarchevoli – rossetto e’ un piccolo maestro nell’uso sapiente dell’acquerello, che gli consente di fissare  sul foglio estenuate rarefazioni, sottili passaggi di toni, delicati riverberi di luce. E in questo, io credo,si misura,senza escludere alcuni olii particolarmente felici per fragranza cromatica, la dimensione di un temperamento oltre che la vocazione di un pittore. E’ commovente riconoscere l’amore che rossetto rivolge alla pittura, ma e’ consolante riscontrare che tanta dedizione lo porti a raggiungere l’ambito traguardo dell’arte"
1997 Arzignano,  prof. Giuliano Menato (critico d’arte).

(critica/recensione  del dott. Mario Tibaldo: pubblicata sul giornale di Vicenza 1999 in occasione della mia personale alla galleria d’arte “la rindola” di Durlo di Crespadoro VI: ”fatica dell’uomo nella natura”
"
e’ proprio la natura con la sua variabilità cromatica delle prospettive e delle stagioni il tema principale dell’autore, che sembra lasciarsi trasportare da emozioni giovanili, da entusiasmi fanciulleschi, da un vissuto ricco di contrasti ma capace di godere e di integrarsi con la natura ,con la serena pacatezza di una contrà disabitata,con l’aulico silenzio delle valli, con la bellezza di un verde e di un marron sapientemente dosati e magistralmente sfumati. Non e’ solo il paesaggio ad ispirare la pittura del maestro ma anche l’intenso e sconosciuto lavoro del contadino,il sudore profuso su una terra bella a vedersi quanto difficile a lavorarsi,che sembra associare l’uomo alla natura tanto che l’espressione dei volti rimarca la fatica,l’esposizione costante al sole e alle variabilità atmosferiche ,la serena convinzione di vivere la propria vita,pur nel trascorrere del tempo e della giovinezza. Le tele esposte susciteranno impressioni e sensazioni proprie della terra di montagna proprie della semplice ed intensa vita del montanaro.)

 “Le anguane sono tornate a durlo” di Ferdinando Zampiva
"a Durlo in alta valle del Chiampo,dove il rispetto delle tradizioni e’ ancora vivo e sentito,la costruzione del residence (la betulla) inaugurato ieri ha dato l’opportunità a un pittore locale, l’arzignanese Luigi Rossetto, di continuare l’antica usanza di dipingere su muro. Tra Durlo e le anguane c’e’ una sottile complicità. E rossetto ha pensato bene di raffigurare proprio le anguane: le mitiche dee dell’acqua,le selvatiche donne delle notti di un tempo,che a Durlo più che altrove, hanno lasciato un segno  profondo nell’immaginario collettivo. Il nome di quelle arcane figure femminili e’ spesso evocato nella toponomastica locale soprattutto nelle leggende. Al chiaro della luna, le anguane stendevano il loro bianco bucato nei pressi dei sengi dei fojere, occupavano le caverne del pronecke, insidiavano i carrettieri dal caval bianco, pettinavano e accudivano i bimbi soli…nel suo affresco murale, dalle inconsuete dimensioni   (4,80x2,30),rossetto le raffigura mentre sono intente a lavare i panni. L’impronta collima con quanto la favolistica ha sempre aggiustato loro; ma il bravo pittore arzignanese le vede meno oscure e tenebrose del previsto. Anche l’ambiente che le circonda e’ quasi solare :un mondo vibrante di colori ritmicamente assemblati, pieno di richiami e avite immagini . Del resto, Rossetto e’ un maestro in questo campo .cresciuto alle pendici del monte calvarina, conosce molto bene la cultura popolare, le tradizioni e i luoghi più caratteristici dell’ alta valle del chiampo e della Lssinia orientale. Ama questa terra e ne coglie le emozioni più profonde.)
Recensione  del cantore della Lessinia orientale di
Ferdinando Zampiva (noto erborista e cultore della valle del chiampo) purtroppo scomparso qualche anno fa’, pubblicata sul giornale di Vicenza e il mensile  cimbri notizie – tzimbar naugaz  n.22 1999

Presentazione alla mia personale  2001 (i colori della mia valle) alla galleriabottega d’arte di arzignano il poeta  severino chiarello monforte: “la magia del pittore Luigi Rossetto”
"E
ssendo chiamato a parlare del pittore Luigi Rossetto non posso dimenticare di quando il rossetto,ancora fanciullo e accompagnato dalla madre,veniva nella mia galleria in Arzignano a farmi vedere i suoi primissimi lavori .da allora e’ passata  tanta  acqua  sotto  i  ponti  del Chiampo  e  la  dote  innata, ,  la serietà e  volontà  che  il  Rossetto  fanciullo si e’ imposto , quale  prima condizione per proseguire nella sua costante ricerca di poter   migliorare  e  raggiungere  oggi  ad  essere  padrone  di  una  pittura  scevra  da  ripensamenti  o  titubanze  estetiche e da condizionamenti che minano la ricerca pittorica  dei  più, oggi, questo,  mi  consente e  mi  permette  di  manifestare  un  sereno  giudizio  su  questo  artista ,  confortato  anche  dalle  significative  premiazioni  e  segnalazioni  ottenute nelle  numerosissime mostre cui  rossetto a  partecipato  in  Italia e  all’estero."