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L’egoismo, vero simbolo della nostra società, non paga e determina guasti difficilmente prevedibili e governabili.
Oggi soltanto la Chiesa ed i movimenti spontanei, sembrano averlo capito. La politica ed i partiti, come al solito navigano a vista, pronti a modificare in corso d’opera le loro posizioni.
La stessa cosa, con tutto il distinguo che il differente peso della situazione richiede, sta avvenendo nel minuscolo panorama politico locale.
Come tanti piccoli scimmiottatori dei politici nazionali, anche nel nostro territorio, i cosiddetti politici locali si affannano a tutelare i loro interessi e quelli delle loro consorterie, dimenticando le necessità dei cittadini e rimanendo sordi di fronte alle loro giuste richieste.
Quasi che il piccolo ruolo da loro conquistato non sia frutto di un mandato dei cittadini, ma cosa propria.
Stiamo assistendo ad un contorsionismo politico, degno di un grande circo, tendente a frammentare il territorio dell’Entroterra, secondo il peso elettorale che le varie parti possono avere.
La notizia che dal 7 Aprile si partirà con la raccolta delle firme per la costituzione del XIV Municipio nell’Entroterra, ha fatto sobbalzare dalle loro confortanti poltrone, sulle quali comodamente sonnecchiavano, gli esponenti politici ed i partiti.
Dando il via a quel gioco trito della politica, che guarda ad ogni nuovo avvenimento con la lente deformante della convenienza personale e mai a quella della collettività.
Si sentono, pertanto, affermazioni tendenti a staccare territori come l’Axa, Palocco e l’Infernetto dall’Entroterra, dimenticando che essi ne fanno parte a pieno titolo, visto che già trenta anni fa, al momento della nascita delle Circoscrizioni, il Comune di Roma distingueva in modo netto Ostia dall’Entroterra.
La prima era costituita da Ostia Lido, Ostia Ponente, Ostia Levante e Castelfusano, tutto il resto veniva identificato come Entroterra.
Tentare un distacco di questi territori, appare un’impresa ridicola e priva di qualsiasi supporto logico e funzionale. Immaginare Palocco divisa da Macchia Palocco, dove dovrà essere posizionata la centralità amministrativa del nuovo Municipio, appare frutto di menti contorte e instabili.
Inoltre, non tener conto che queste tre realtà, fino a ieri dimenticate, in particolar modo l’Infernetto, hanno massicciamente espresso la loro volontà di rimanere agganciate a Roma e buttarle fra le braccia di Ostia, dove predomina la volontà, peraltro giusta, di diventare comune autonomo, mi sembra un atto di derisione nei confronti dei cittadini che li abitano. Spero che, al momento opportuno, se ne sapranno ricordare.
Così come mi auguro sappiano comprendere che la costituzione del nuovo Municipio, vuole consentire ai cittadini dell’Entroterra di acquisire uno strumento forte di autoamministrazione, che guardi soltanto a questa parte del territorio, senza mediazioni obbligate con Ostia ed i suoi potentati economici.
Offrendo inoltre a colui che rappresenterà il nuovo Municipio di interloquire con il Sindaco di Roma solo ed esclusivamente per problemi che riguardano l’Entroterra, da una posizione istituzionalmente forte ed autonoma.
Il vantaggio di una tale condizione mi sembra incontrovertibile.
Mi auguro pertanto che partiti, proni a livello nazionale, di fronte ai molti tentativi da parte di Bossi di spaccare l’Italia o di sottrarre a Roma funzioni pregiate, non vogliano mostrare i muscoli a livello locale per un semplice riassetto amministrativo, funzionale e necessario, visto lo sviluppo demografico del territorio e le sue necessità, probabilmente inimmaginabili negli anni settanta.
Per una volta schierarsi dalla parte dei cittadini e della ragione potrebbe essere cosa buona e giusta. Staremo a vedere e ci regoleremo di conseguenza.
Alla prossima!
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