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Sono sicuro che a ognuno di voi sia capitato di chiedersi del perché c'è, quasi sempre, scarsa rispondenza tra le parole e i fatti. Nell'area della "politica, politichese", in particolare, parlare di scarsità vuol dire essere ottimisti impenitenti.
Me lo chiedo spesso e ho concluso che i programmi delle coalizioni che si presentano all'elettorato contengono cambiamenti radicali di "rotta". Questa, chiaramente, è la scoperta dell'acqua calda.
E se i programmi fossero scritti a matita? Ad esempio, si potrebbe dire "faremo Roma più bella e più nuova che pria" e lo scriviamo a matita: nel tempo il tratto sbiadisce e, poi, con una passata di gomma, potrebbe sparire.
Facciamo un po' di mente locale intorno ai programmi enunciati circa due anni fa: legalità, sicurezza, viabilità, sviluppo compatibile, fattiva partecipazione alla stesura del Nuovo Piano Regolatore di Roma (compatibile con il nostro territorio), verde pubblico. L'elenco è lungo e non c'è spazio per dilungarci.
Legalità: stendiamo un velo più che pietoso dopo i condoni degli ultimi tempi.
Sicurezza: qualche pattuglia si vede sul litorale di Ostia.
Il vigile di quartiere ancora non si vede però, intanto, qualcosa c'è: il quartiere!
Viabilità: qualcosa c'è, si intravede. Ci sono le molteplici istanze per il raddoppio della Via dei Pescatori da parte del Comitato di Quartiere e dai consorzi AXA e Casalpalocco.
Eppure sarebbe qualificante per un amministratore riuscire a risanare tutte le strade dell'Infernetto.
Sviluppo compatibile: ormai il danno è stato fatto con l'abusivismo selvaggio, la cementificazione incontrollata.
L'ecomostro di Via di Acilia (Ligresti) e il palazzone al Centro Commerciale Bianco dell'AXA ne sono un esempio eclatante.
Verde pubblico: fortunatamente c'è che ci fa delle strenue battaglie per difenderlo.
A proposito, vi do una buona notizia.
Sembra che le associazioni ecologiste abbiano strappato il taglio di quattro milioni di metri cubi di cemento e misure più restrittive per i cambi di destinazioni d'uso delle aree verdi.
Verrà cancellata la bretella Civitavecchia/Valmontone che avrebbe dovuto attraversare il parco di Malafede del resto già devastato sufficientemente.
Si tratta di un maxi emendamento al Piano Regolatore presentato dall'assessore all'Urbanistica di Roma dietro la forte spinta delle associazioni, comitati di quartieri, WWF.
Speriamo venga votato all'unanimità. Certo, gli speculatori edilizi vivono male la vigilanza di queste associazioni.
Eppure stanno vivendo o vivevano il positivo momento di una opinione pubblica addormentata, intorpidita.
Le associazioni ambientaliste, invece, cosa fanno, mettono in cima alle priorità il vincolo e il rispetto della rete ecologica, cioè il sistema delle aree agricole, fossi, fiumi e parchi.
Pensate al nostro territorio e vi accorgerete quanto è importante l'assunzione di quella priorità.
Queste cose andrebbero scritte con penna indelebile altro che matita.
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