Il Consorzio di Casalpalocco informa:
a cura del CdA del Consorzio di Casalpalocco

Da ZEUS n° 70 - Gennaio 2003




Caro Consorziato,
l’attacco condotto dai DS del XIII Municipio nei confronti del sottoscritto Presidente del Consorzio di Casalpalocco, in ordine all'esito negativo dell'incontro per il passaggio delle strade e del verde consortile, appare assolutamente strumentale.
Senza entrare nella politica degli strilli, tipica di chi è in torto o di chi non sa cosa dire, preciso che l'esito negativo dell'incontro è esclusivamente imputabile all'Amministrazione Comunale che, dopo aver deliberato, nel 2000, l'acquisizione al patrimonio comunale delle strade consortili, non è riuscita, in ben due anni, né ad individuare esattamente i beni da trasferire, né a stipulare l'atto di trasferimento della proprietà con l'attuale proprietario.
In questa situazione il Consorzio di Casalpalocco, che non ha la proprietà delle strade, ma solo il possesso, non ha potuto far altro che ribadire la propria disponibilità alla consegna, non appena l'Amministrazione Comunale avrà compiuto i necessari passaggi tecnici e giuridici.
Tale decisione è stata presa per evitare di esporre il consorzio e, conseguentemente i consorziati, al rischio di azioni risarcitorie da parte dell'attuale proprietario.
Di fronte a tali fatti oggettivi, da un lato rimetto agli attenti lettori la valutazione su chi si disinteressa di Casalpalocco, su chi alimenta lo stillicidio di notizie totalmente infondate e su chi manifesta la volontà di acquisire le strade del consorzio, senza poi mettere in atto la volontà manifestata; dall'altro lato, invito i DS, prima di esprimere valutazioni sul Consorzio di Casalpalocco e sul suo Presidente, di assumere le necessarie informazioni presso gli uffici dell'Assessore D'Alessandro; informazioni che dovrebbero essere accessibili a tutti e in special modo ai DS, atteso il "colore politico della giunta capitolina".
Per quanto riguarda la cessione della gestione del verde al XIII° Municipio, verde che vogliamo mantenere, questa va analizzata sotto due differenti aspetti:
Apparentemente si tratterebbe di una soluzione di qualche interesse per gli abitanti di Palocco che potrebbero illudersi di ricavare il beneficio economico di risparmiare il canone consortile.
Ma quale sarebbe il "reale" risultato economico? Una presumibile svalutazione immediata del valore di tutte le proprietà immobiliari di Palocco.
Il perché è presto detto: basti pensare solo a tutte le aree verdi consortili che nello spazio di una sola "stagione" diventerebbero - malgrado ogni buon volere dell'amministrazione municipale - luoghi di degrado da cui "stare alla larga", dopo aver costituito quell'elemento di "polmone verde" da cui il quartiere ha tratto vivibilità e valore.
Perché un cittadino qualsiasi dovrebbe scegliere di venire ad abitare in una zona che dista già oggi più di un'ora dal centro di Roma, se non per un'elevata qualità della vita all'interno del quartiere?
E chi gli garantirebbe tale qualità? Non certo il Municipio e non per mancanza di volontà!
Basti pensare che ogni giorno circa 18 operai lavorano per il "Pianeta Verde" mentre il XIII Municipio, che è il municipio con più zone verdi di Roma, ha a disposizione solo 14 giardinieri, molto spesso privi dei più elementari mezzi di lavoro, per un territorio che è esteso un Km quadrato meno di Milano.
Se a questo si aggiungerà, come si teme, anche un robusto incremento dell'edificazione sulle "strisce" oggi libere, l'intero valore dell'insediamento si abbasserà ulteriormente e significativamente.
Il secondo aspetto riguarda l'area di Casalpalocco che rischia - in modo serio e concreto - di essere sconvolta da due fatti che sembrano distinti e separati: gli esiti della nota "vicenda Corvini" e l'imminente definizione del nuovo piano regolatore di Roma.
È giunto, perciò, il momento che gli abitanti di Palocco siano limpidamente informati del perché e del come questi due fatti apparentemente distinti rischiano, molto concretamente, di ricongiungersi producendo un effetto capace di sconvolgere la fisionomia del quartiere e con esso i valori delle nostre case; infatti, sia la "questione Corvini" che la nuova disciplina di piano regolatore investono il tema degli "indici di edificabilità".
Gli abitanti di Palocco sono già informati del fatto che il Consorzio ha fondati motivi per ritenere di uscire vittorioso rispetto alla "pretesa Corvini" di utilizzare a fini edificatori le "strisce" acquisite in proprietà in sede di asta dei beni della ex SGI. Ma questa si potrebbe rivelare una "vittoria di Pirro".
Infatti potrebbe derivare la seguente situazione: le "strisce Corvini" non sarebbero edificabili in base alla vigente Convenzione, ma quella Convenzione, essendo stata stipulata sulla base del "vecchio" piano regolatore, potrebbe essere ragionevolmente considerata come "esaurita" ove non esplicitamente richiamata e confermata dalla nuova disciplina urbanistica comunale.
E questa non è una "paura" ipotetica fondata su di un cavillo giuridico "potenziale", ma la realtà concreta e formalmente ineccepibile per effetto di quanto già prevede l'attuale Convenzione, che, in un preciso articolo, stabilisce la facoltà del Comune di liquidare il Consorzio obbligatorio e rilevare "tutti" i servizi e beni consortili (strade, parchi, fogne, depuratore e altre aree destinate a finalità comuni).
Appare, quindi, alquanto sospetta tutta questa fretta del Comune di Roma nel chiudere il Consorzio di Casalpalocco.
Ove ciò accadesse le aree di Palocco edificabili, ma prive di ulteriore cubatura, potrebbero rientrare fra le aree disponibili per la definizione delle cubature future del "nuovo piano regolatore" e potrebbero diventare, così, soggette - in sede di pura e semplice "applicazione" del nuovo piano - ad essere utilizzate come "compensazione edificatoria"; essere cioè utilizzate per realizzare cubature originariamente previste in altre zone del territorio comunale.
Stessa sorte toccherebbe ad alcune fattispecie particolari, come il Pratone, che sulla piantina originaria risulta non essere una zona totalmente a verde.
Non occorre né molta fantasia né è, tanto meno, un preconcetto malevolo per capire quale sarebbe la sorte delle "strisce".
Gli speculatori vedono Casalpalocco come un "succulento bocconcino" da divorare sotto metri cubi di cemento.
Questa soluzione di liquidare il Consorzio acquisendo al patrimonio comunale tutti i beni e i servizi consortili lascerebbe i palocchini senza il presidio di un organismo (il Consorzio) capace di reclamare il rispetto di un vincolo edificatorio derivante da una Convenzione "esaurita".
Questa congettura non è frutto di interessata immaginazione perché la realtà a volte supera la fantasia; basti pensare che è in discussione al Comune di Roma la possibilità di realizzare un cimitero di circa 20.000 salme nel terreno che lungo la parallela della Via C. Colombo, in discesa, porta da Via di Acilia all'Axa e Casalpalocco!
Tutto ciò può essere evitato - e definitivamente - con un'univoca mobilitazione degli abitanti di Palocco per richiedere, in modo forte e deciso, al Comune di Roma che l'intero comprensorio interessato dalla Convenzione Comune/SGI resti vincolato "anche" nel nuovo piano regolatore alle destinazioni e con gli indici di edificabilità previsti nella vigente Convenzione.
Gli abitanti di Palocco ne hanno buon diritto: hanno accettato di pagare con il prezzo delle loro case quote della costruzione di tutte le strutture consortili; hanno accettato per lunghi anni di pagare servizi, come la pulizia delle strade, rientranti nelle competenze comunali, senza per questo vedersi diminuire le loro tasse.
Il minimo che oggi possono chiedere è di veder rispettato il loro diritto alla tutela di habitat, condizione e valore di un quartiere che hanno pagato (anche per le parte pubblica) e mantenuto.
È questo un diritto preciso ed insuperabile dei cittadini, ma - come tutti i diritti - non basta averlo: occorre mobilitarsi per vederlo riconosciuto e realizzato.

                                                                                                                              Fabrizio Testa




Consuntivo di due anni di gestione del Consorzio di Casalpalocco
È doveroso, al termine del primo biennio di gestione, fare il consuntivo del nostro operato e spiegare anche agli insoddisfatti la motivazioni di ritardi, rinvii, rifiuti di interventi da parte dell'Amministrazione Consortile.
Inizialmente siamo stati attenti osservatori dei problemi consortili continuando nelle linee tracciate dal precedente Consiglio.
Con la gran voglia di fare, tipica dei novizi, siamo stati noi stessi operativi in amministrazione e giornalmente presenti nel territorio per acquisire quella padronanza dei problemi che un quartiere di oltre 20.000 abitanti presenta.
Abbiamo inizialmente operato con soluzioni tampone che, per quanto riguarda il verde consortile e l'irrigazione, hanno comunque prodotto sensibili migliorie.
Certo siamo ancora lontani dall'approdo a quel pianeta ideale che è nell'animo di tutti noi; abbiamo però già migliorato l'irrigazione, le siepi ed i prati sono più curati, le potature degli alberi procedono con regolarità.
Vogliamo segnalare, a tale proposito, che, finalmente, superando gli ostacoli frapposti dalla burocrazia comunale e dalle minacce di alcune "Cassandre" che vedevano in noi i desertificatori di Palocco, abbiamo completato la potatura degli eucalipty di Via Prassilla a costo zero (la Ditta ha eseguito la potatura in cambio della legna).
Abbiamo cercato, per quanto possibile, di liberare i prati dagli escrementi dei cani, di liberare le strade da materiali ingombranti sostituendoci all'AMA.
A quei consorziati che in modo arrogante pretendono diritti che non hanno, rispondiamo che amministriamo soldi della comunità e non possiamo che essere inflessibili nel rifiutare interventi non dovuti anche se ci dovessero costare un voto contrario alla prossima tornata elettorale.
A quei consorziati che vogliono tutto e subito chiediamo collaborazione e pazienza. Vi assicuriamo che abbiamo in progetto delle iniziative che ci consentiranno di migliorare, col nuovo anno, l'aspetto e la vita del quartiere.
A tutti i consorziati, indistintamente, chiediamo:
- di denunciare quei "PORCI" che lordano le strade con materassi, elettrodomestici, reti, buste, bottiglie;
- di non invadere i viali con potature abnormi…..vedi aiuola centrale di Via Alessandro Magno all'incrocio con Via Erodoto;
- di non parcheggiare sui prati;
- di depositare i residui del verde non avanti al proprio cancello ma nei punti di raccolta che saranno indicati con appositi cartelli;
- di denunciare alle competenti autorità, assumendosene la responsabilità, abusi e danneggiamenti dei beni comuni (l'Amministrazione Consortile non può denunciare per conto di terzi che desiderano rimanere anonimi).
È bene che i consorziati sappiano che abbiamo più volte contattato l'AMA al fine di ottenere il miglioramento del servizio dovutoci per essere contribuenti come tutti i cittadini romani; abbiamo ottenuto il cambio dei cassonetti ma sono state disattese le promesse
- di conferire al centro di compostaggio di Maccarese il verde di risulta a costo agevolato (speravamo gratuitamente);
- di creare un'isola ecologica sul terreno comunale gestito dal Consorzio per consentire il deposito in grossi "scarrabili" di tutti quei materiali che i "PORCI" di cui sopra lasciano sulle aiuole e che l'amministrazione consortile provvede, a proprie spese , a trasportare al deposito di Acilia superando l'ostacolo di una norma dell'AMA che prevede il conferimento gratuito solo ai privati e non al Consorzio.
Per concludere è doveroso accennare agli incontri avuti con le autorità comunali in merito ad alcuni obblighi derivanti dalla Convenzione S.G.I.- Comune di Roma:
- premesso che con nota del 9/7/2002 il neoeletto C.d.A. consortile aveva chiesto al Comune di Roma un incontro per discutere della situazione venutasi a creare a seguito della vendita di alcuni beni che la S.G.I. aveva alienato con asta pubblica del 1993.
- che l'Assessore D'Alessandro, solo dopo aver dato udienza all'ex Presidente del Consorzio e ad una delegazione di palocchini, aveva fissato un'udienza al C.d.A. del Consorzio di Casalpalocco per il 3/10/2002;
- che in detta riunione l'Assessore aveva dichiarato la volontà di acquisire, gradatamente, al patrimonio comunale le strade e le pertinenze, il verde, il depuratore, l'impianto di illuminazione pubblica, nel rispetto della Convenzione del 1960, lasciando al Consorzio la manutenzione del verde pubblico;
- che erano stati già predisposti i documenti riguardanti l'acquisizione delle strade con relative pertinenze, l'impianto di I.P. e il verde pubblico;
- che il C.d.A. aveva chiesto di esaminare preliminarmente alla firma dell'atto Corvini o S.G.I.-Comune di Roma la documentazione e le planimetrie sulla cui base l'atto sarebbe stato sottoscritto;
- che il giorno 26/10/2002 in una assemblea tenutasi presso il C.S.P. l'Assessore D'Alessandro aveva ribadito quanto detto ai membri del C.d.A. del Consorzio nella riunione del 3/10/2002;
- che, successivamente, si era iniziato l'esame della documentazione richiesta e ottenuta dal Comune;
- che i primi riscontri avevano rilevato imprecisioni e discordanze;

tutto ciò premesso, il giorno 15/11/2002 il Comune convocò i rappresentanti del XIII Municipio, del Consorzio ed il Sig. Corvini per la consegna delle strade.
In questa riunione non essendosi presentati il Corvini ed i rappresentanti del XIII Municipio, i presenti convennero, anche per quanto emerso dalla riunione e riportato nel comunicato inviato alla Gazzetta di Casalpalocco, di rinviare ad altra riunione l'esame dei documenti e le conseguenti decisioni.
È convinzione di questo C.d.A. che è interesse dei palocchini mantenere la manutenzione del verde consortile e dell'impianto d'irrigazione cedendo al Comune quant'altro previsto in Convenzione.
A tal proposito sarebbe auspicabile che il Comune rinunciasse ad acquisire il verde e l'impianto d'irrigazione e che la S.G.I. cedesse il tutto al patrimonio consortile assicurando l'approvvigionamento idrico gratuito.
Può essere questo un punto di partenza per arrivare a stabilire ruoli ben definiti di quanti sono interessati alla vicenda……Comune-S.G.I.-Corvini-Consorzio?

                                                                                                                              Il Consiglio di Amministrazione




Il Consorzio di Casalpalocco
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