Cara, carissima l'acqua per gli sfortunati utenti del Consorzio di Bonifica Tevere e Agro Romano che arrivano a pagare più di 5 euro al metro cubo.
E questa è solo la puntata finale di una vicenda molto più lunga e complessa.
Quando nel '90 arrivano le fogne anche all'Infernetto, molti clienti del Consorzio passano all'Acea, molti altri però non possono compiere questo passaggio.
Corrono gli anni, le bollette si aggirano sempre intorno alle 700 mila lire.
Nel febbraio 2001 arriva una lettera del Consorzio che invita gli utenti a pagare i canoni "dovuti per consumi d'acqua effettuati nel periodo '96-'97".
Le somme da pagare vanno dai 6 milioni di lire per i privati ai 20 per gli esercizi commerciali.
Gli sfortunati ed increduli utenti cominciano a pagare con rammarico i canoni dovuti.
Aprile 2001, il Consorzio comunica: "Da una successiva verifica è risultato che per mero errore … è stato conteggiato un errato costo al metro cubo d'acqua erogata".
Giusto il tempo di riprendere fiato per gli utenti che a data 9 Ottobre 2002 arrivano i nuovi conti da pagare: sei milioni e mezzo di lire per i soli anni 2000/2001; costo al metro cubo: 9.559 lire.
Si interessa della vicenda Francesco Nelli, capogruppo di AN in XIII: "È inaccettabile che un bene primario come l'acqua venga fatto pagare 10.000 lire al metro cubo. Abbiamo avvertito il Codacons e stiamo preparando un ricorso al TAR.
Nutro perplessità - continua Nelli - sulla gestione del Consorzio di Bonifica, sia in merito ai recenti allagamenti che in merito a questa scandalosa vicenda".
Soluzioni possibili: il presidente del Consorzio, Giordano, ha chiesto già da tempo che "il Comune di Roma prenda in carico le opere acquedottistiche, in quanto il Consorzio non può gestire l'intera fatiscente rete per un numero più limitato di utenti senza far aumentare il costo dell'acqua".
Che le strutture facciano acqua da tutte le parti sembra ormai ovvio a tutti.
Soluzioni impossibili: pagare 10.000 lire al metro cubo d'acqua.