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“Quale sviluppo sostenibile per il XIII Municipio?”
Questa la domanda sulla quale mercoledì 30 ottobre, a partire dalle ore 18, presso l'istituto Giulio Verne, cittadini, ambientalisti, urbanisti e politici hanno imperniato e intessuto la discussione. Una discussione che si proponeva, come ha preliminarmente dichiarato Giorgio Zaccaro, organizzatore dell'incontro, di pungolare e stimolare la partecipazione dei diretti interessati: gli abitanti.
Si voleva cercare di capire se, andando al di là della sterile faziosità politica e degli ottusi campanilismi, fosse ancora possibile "fare" qualcosa, se la scatola chiusa del NPR nascondesse solo una minaccia di cementificazione o se ospitasse anche una larvata possibilità di sviluppo.
Ad aprire le danze è stato proprio il prof. Zaccaro, il quale, scongiurando le vane schermaglie politiche, ha giustamente voluto ribadire la natura costruttiva e propositiva del confronto.
Egli, pur disapprovando e criticando aspramente il Nuovo Piano Regolatore, ha comunque sottolineato l'urgenza di proporre una valida alternativa per porre un freno alla speculazione edilizia, arginare l'abusivismo, per guidare passo passo la crescita (che principalmente deve essere qualitativa, e non quantitativa) del nostro territorio.
Il filo rosso che ha collegato l'intervento del volitivo insegnante di sostegno con quello di Silvia Macchia, docente di Urbanistica presso la Facoltà di Ingegneria dell'Università La Sapienza di Roma, è stata l'identica concezione dell'Urbanistica, intesa non come un astruso e freddo termine tecnico la cui decodifica è da demandare agli eletti, ma come un qualcosa che riguarda tutti noi e il territorio in cui viviamo.
I cittadini, quindi, accostandosi all'Urbanistica e familiarizzando con essa, devono riappropriarsi dell' Urbe, del loro Habitat.
Fare ciò significa anche evitare di ridurci al di sotto dello standard di legge, impedire che il nostro quartiere diventi un mero dormitorio, un elefantiaco agglomerato di case privo di servizi e di infrastrutture.
Come ha giustamente affermato Bonelli, capogruppo dei Verdi alla Regione Lazio, "bisogna essere laici in politica", non è lecito accettare supinamente e aprioristicamente un progetto solo per affinità ed empatie politiche, soprattutto un progetto come questo che, prevedendo una cementificazione di 2 milioni di m3, non si limiterebbe a deturpare l'ambiente ma porterebbe al collasso l'intero Municipio.
"Ora come ora - ha proseguito Bonelli - la cubatura prevista dal Nuovo Piano Regolatore è una pura follia, perciò i Verdi rispondono al NPR con due proposte: azzerare la centralità di Madonnetta e contrastare il condono dei palazzi Ligresti".
Francesco Longo, presidente del Consorzio dell'AXA ha ribadito l'insostenibilità e l'inattuabilità del progetto di sviluppo, considerate le infrastrutture esistenti.
Rammentando inoltre che "l'AXA possiede un proprio Piano Regolatore, un piano particolareggiato che non può essere intaccato senza interpellare il Consorzio", Longo ha ribattuto che gli abitanti "esigono una trattativa seria tra persone oneste”.
Ultimo a pronunciarsi è stato Luigi Nieri, Assessore addetto alle Periferie romane, il quale ha esordito cogliendo il dato più interessante e, insieme, il punto d'approdo di tutta la serata: "questa assemblea dimostra che ha stentato a partire un processo di partecipazione, ma ora finalmente siamo in ballo".
Riconoscendo gli errori presenti nel NPR, l'Assessore capitolino ha sottolineato la necessità e l'importanza di proseguire sulla fertile e prolifica strada del dialogo tra istituzioni e cittadini.
"Io voglio approvare entro il 31/12 - ha asserito Nieri - non un PR ma il PR che questa città si merita. Io il PR non voglio darlo a Storace".
Purtroppo qualcuno non ha fatto a meno di scadere nella banale propaganda e nella schermaglia politica, ma nel complesso si è riusciti veramente ad essere “laici” e un po' più obiettivi in vista del bene comune.
Per una volta un'assemblea cittadina non è stata una sfilata di guitti e di impostori.
Vogliamo un territorio a misura d'uomo o a misura di formica?
Questa la vera domanda alla quale ha saputo rispondere con passione e anche un po' di rabbia chi su questo territorio vive quotidianamente e ha dimostrato di voler essere protagonista del ripensamento del suo territorio.
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