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Tanto cemento in più e qualche servizio di contorno, a mo’ di inevitabile incombenza.
Il Nuovo Piano Regolatore sembra un film già visto, di quelli che si sa come andrà a finire.
Ricapitoliamo: sembra che qualcuno si sia messo in testa di far diventare Roma come New York, cementando ogni metro quadro di verde disponibile nella speranza che tra trent’anni tutti noi avremo un elicottero e quindi la viabilità diventi un problema trascurabile.
Ancora non è stato approvato e già si parla di “limitare i danni”.
Mi ricordo ancora di quando venni ad abitare all’Axa. Sembrava di essere in un altro pianeta (e in effetti mai nome fu più azzeccato di Pianeta Verde!): si parcheggiava la macchina davanti casa, l’unico rumore notturno era l’abbaiare dei cani e il primo semaforo messo all’Axa, all’incrocio tra Via Euripide e Via Bacchilide, fu vissuto come una sorta di sconfitta.
Ricordo i commenti: “Un semaforo all’Axa? E che... diventiamo come Roma!”
Si diceva infatti “andare a Roma” perché, un tempo, tra la Via di Acilia e l’Eur vi era una bella distesa di campi, e non di palazzi, e in Roma non vi era ... Malafede, nel senso che non l’avevano ancora costruita.
Come non avevano costruito Acilia 2000 e il “quartiere Caltagirone” (al quale spero daranno presto un nome, perché Quartiere Caltagirone... non si può proprio sentire!).
L’Infernetto, poi, era ancora... un purgatorio (nel senso che era.. la metà!).
Di uguale fa c’erano solo le strade, sempre le stesse, che infatti vent’anni fa erano sufficienti al traffico degli abitanti e ora invece straripano di automobili come i canali di acqua quando piove.
E magari fosse solo acqua...
Se chi non conosce la storia è destinato a subirne in futuro gli stessi errori, qualcosa in questi anni dovremmo avere imparato... chi vuol essere speculatore sia, ma dei servizi non v’è certezza!
Ogni colata di cemento ha peggiorato la qualità della vita dei residenti dell’entroterra del XIII Municipio ed è stata sempre propagandata come occasione di sviluppo per dotare i quartieri dei servizi che mancavano.
E ogni volta l’unico sviluppo certo al quale abbiamo assistito è stato quello del traffico, e dell’inquinamento, che inizia ora a interessare anche un municipio, come il nostro, che riteneva fosse esclusivamente un problema di altri. Vent’anni fa, solo a parlare di inquinamento, si rischiava di essere internati...
A ripensare, poi, che questo Piano regolatore potevamo averlo disegnato noi, noi di Roma Marittima, la rabbia non può che aumentare. Le conseguenze dello sciagurato esito del referendum del 1999 non tardano a farsi sentire, ci troviamo tra capo e collo un Piano Regolatore, progettato a Roma, che può dare il colpo di grazia finale a questo territorio.
Lo hanno chiamato “Nuovo” Piano Regolatore, ...ma cosa ha di nuovo rispetto agli altri?
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