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Per un nuovo Municipio
I più attenti lettori sapranno già che da tempo è stata lanciata una provocazione sulla nascita di un nuovo Municipio che comprende solo il territorio dell'entroterra fino a lambire il quartiere di Ostia Antica.
Facciamo un passo indietro, per chiarezza di quei tanti a cui è sfuggita la notizia, spiegando ancora una volta i perché di questa idea, che a molti sembrò “strampalata” quando ne parlai per la prima volta (tanto per usare un termine di un politico locale) tanto quanto oggi ha preso decisamente corpo.
Se vi ricordate, erano gli anni '80 e '90 quando gli ostiensi indirono due referendum per staccarsi dalla Capitale.
Ambedue andarono male per chi voleva l'autonomia amministrativa da Roma, mentre vi furono espressioni di giubilo per chi dichiarava "meglio romani che ostiensi".
Lo spauracchio peggiore durante la campagna pro Roma Marittima furono le dichiarazioni di alcuni politici locali: "aumento del biglietto autobus e delle tasse".
Gli stessi politici, oggi ancora al potere, dichiarano le stesse frasi…. un po' stantie a dir la verità perché non si chiede più il Comune ma un nuovo Municipio.
Andando nel concreto, dopo la delusione dei referendum, si è capito da parte di un folto gruppo di cittadini che la distanza da Roma (circa 26 km) non garantisce al territorio dell'entroterra quell'attenzione che le sarebbe dovuta.
Ecco che, ridisegnando i confini di un nuovo Municipio e potendo gestire in prima persona i fondi necessari alla gestione amministrativa, forse e ripeto forse, la qualità della nostra vita potrebbe migliorare.
Vediamo i vantaggi e svantaggi nel trasformare il nostro Municipio.
I confini territoriali andrebbero dalla metà del quartiere Caltagirone per arrivare ad Ostia Antica. Inizialmente vi era una propensione a lasciare fuori proprio quest'ultimo quartiere considerato, a ragione, turistico, mentre ora pare che un gruppo di cittadini sarebbe propenso ad essere inserito in questa nuova configurazione; per il Municipio sarebbe un ottimo volano per accertare nuovi sviluppi lavorativi.
Il nuovo Municipio potrebbe amministrarsi con i fondi provenienti da Roma in maniera del tutto autonoma rispetto ad Ostia, che ha necessità sicuramente diverse dalle nostre.
La gestione non preclude la nascita di quell'Ostia finalmente Comune tanto ambita dagli ostiensi e fortemente voluta attraverso i due referendum.
Il continuo gettito della giunta romana verso la cintura costiera è penalizzante per noi che viviamo ai margini; territorio, questo nostro, dove ancora vi sono densità abitative e sviluppi commerciali notevoli ma dove non c'è l'attenzione da parte della cittadinanza, tantomeno di alcuni politici locali, a che il nostro entroterra si trasformi in un luogo di offerta per i servizi con prospettive lavorative per i tanti giovani residenti.
Nello specifico e senza ordine di importanza, già prevedere una sede universitaria, un tribunale, basterebbe per trasformare un nucleo come Acilia a vocazione piccolo-commerciale in un luogo che può offrire lavoro alla marea di iscritti al Collocamento.
Nemmeno l'area artigianale e industriale di Dragona, vociferata da anni, ha avuto col tempo il giusto risalto: nata come la nuova Tiburtina Valley non è mai decollata e si affaccia alla ribalta della cronaca solo ad ogni tornata elettorale.
Consideriamo le difficoltà di un territorio sorto spontaneamente e che non risponde più a canoni urbanistici adeguati per l'alta densità abitativa, e tra tanti insediamenti due isole verdi, i consorzi Axa e Casalpalocco percorse giornalmente (penalizzandole) anche dai non residenti.
E le 20.000 auto che percorrono solo via di Macchia Saponara, strada che si vorrebbe trasformare negli intendimenti del nuovo PRG in "grandi collegamenti trasversali"?
E che dire di un ospedale che risponda alle richieste dei cittadini e non un piccolo pronto intervento che ad ogni sospiro di politico si tenta di chiudere?
Che dire di un nuovo ufficio postale anche a Casal Bernocchi?
O non lo meritano tutti quegli anziani che vengono in Piazza S. Leonardo a ritirare la loro pensione? (anche questo ufficio a dir la verità, ogni tanto vi è lo spauracchio di chiuderlo).
Di parcheggiare, ad Acilia, non se ne parla proprio, quindi il comparto del commercio langue, a questo proposito i politici interpellati o non rispondono, fregandosene, o si rifanno alla copertura della stazione di Acilia, (il termine dei lavori non ci è dato sapere) luogo preposto per parcheggi, sicuramente non sufficienti al popolo dei pendolari, se non ci si decide di aprire una nuova stazione ad Acilia sud, quantomeno prevedere navette (minibus elettrici non inquinanti) che raccolgono cittadini di nuovi insediamenti, come per esempio dall'Infernetto, incentivo a lasciare a casa l'automobile.
E perché non incentivare l'uso della bicicletta… ma dove sono le piste ciclabili?
Insomma la qualità della vita del nostro territorio risulta abbastanza al di sotto delle nostre potenzialità (da un rilievo sull'inquinamento nel nostro territorio ne è scaturito che la sua pericolosità è simile a quella di via dei Romagnoli ma molto più esteso come zona).
L'omissione di disposizioni migliorative per il risanamento e quindi il peggioramento ambientale, è in netto contrasto con la Legge Regionale n. 18 del 3 agosto 2001! Strade che potrebbero essere aperte al traffico locale eviterebbero tematiche così sentite nel nostro territorio. Insomma qui si vuole che il politico risponda alle necessità della popolazione; in questo modo è quasi impossibile perché i fondi non sono sufficienti per tutti.
Ecco allora la provocazione: un nuovo Municipio che possa gestirsi con fondi romani e gettito proprio (vedi ICI).
Il secondo referendum è fallito perché non si voleva diventare lidensi?
Il problema ora non si pone, saremmo sempre romani con nuovi confini territoriali.
Le nostre potenzialità sarebbero meglio sfruttate e chi ha più ingegno imprenditoriale lo mette a di-sposizione della cittadinanza al di là delle solite stupidaggini propinate dai politici locali (aumenti e balle varie).
Non saremo Comune ma Municipio, uno dei tanti Municipi romani con quelle caratteristiche territoriali che sono solo nostre, gestiti da una compagine politica che abita, che risiede e che vive i problemi del posto.
A questo punto la palla passa ai cittadini, i quali devono capire se è amministrativamente corretto ridisegnare i contorni territoriali. S
e le possibilità lavorative e la voglia di fare di un gruppo di imprenditori è fattibile.
Nel frattempo si è formato un gruppo di studio, il quale provvederà a fornire tutte quelle spiegazioni necessarie e a chiarire finalmente che "le tasse non possono aumentare, essendo noi Romani".
Intanto la raccolta delle 5.000 firme necessarie per portare il progetto in Giunta partirà nel mese di novembre e anche in quell'occasione chiunque voglia avere spiegazioni potrà rivolgersi ai banchi di raccolta.
Un progetto così ambizioso deve essere il più visibile possibile per poterne condividere gli intenti.
Vi ho citato solo una minima parte delle possibilità offerte da un nuovo disegno territoriale, ma ve ne sono tantissime altre che chi ambisce ad un risultato positivo è a disposizione.
Per ora da parte di Roma "vi è interesse a…" Spetta ai cittadini l'ultima parola.
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