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Comitato di Quartiere XIII Est
Da ZEUS n° 66 - Settembre 2002
Sicurezza
La sicurezza è considerata un bene essenziale per una migliore qualità della vita che tutti vorremmo ci fosse assicurata dallo Stato
Il livello di sicurezza attuale evidentemente non è soddisfacente: da qui sono scaturiti varie iniziative, fra cui il referendum proposto dal Consorzio di Casalpalocco, e la costituzione di un Comitato per la sicurezza "ad hoc" che ha organizzato la riunione del 14.06, cui sono intervenuti autorevoli responsabili della sicurezza del Comune e delle Forze dell'Ordine.
I lettori avranno letto certamente le cronache dettagliate di tali avvenimenti su ZEUS, o hanno partecipato personalmente.
Tuttavia vorremmo esporre alcune considerazioni sull'argomento. Nella riunione del 14 giugno coloro che debbono tutelare i cittadini dalla micro/macrocriminalità da una parte ci hanno avvertito che la sicurezza totale è una "CHIMERA"; dall'altra, con statistiche alla mano, hano cercato di convincerci che attualmente vengono messe in atto tutte le misure possibili.
Quindi la sicurezza (come fatto oggettivo) è assicurata, anche se i cittadini si sentono "insicuri per fatto soggettivo".
Poi però, in netta contraddizione con tale assunto, gli stessi tutori propongono nuovi provvedimenti migliorativi, i cui benefici effetti saranno conseguiti nel prossimo futuro!
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Da più parti si è accennato al "Vigile di quartiere" di estrazione dal Corpo dei Vigili urbani come panacea di tutti i mali.
Ma tale Corpo, fra l'altro, non ha organici sufficienti, competenze specifiche, normative attuali: quindi dovrebbero essere emanate nuove leggi, formarsi nuovi organici, affrontare la preparazione specifica delle nuove unità. Non si pensi possibile che i vigili urbani, abituati ad elevare contravvenzioni a cittadini generalmente pacifici e/o sottomessi, possano immediatamente essere contrap- posti a rapinatori risoluti e, forse, armati.
Se allora per assicurare una maggiore sicurezza occorre un maggior numero di uomini preparati e armati, sembrerebbe più semplice aumentare gli organici dei corpi di sicurezza già esistenti ed operanti, senza attendere nuove norme, nuove organizzazioni con i tempi biblici delle innovazioni burocratiche.
Ciò eviterebbe possibili contrapposizioni e confusioni sui ruoli dei singoli corpi, problemi di coordinamento etc.
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Il nostro Comitato si è sempre interessato vivamente del problema sicurezza dal 1999, sostenendo che la attuale Stazione dei Carabinieri di Casalpalocco, con un organico adeguato sia in grado di risolvere i problemi del nostro quartiere.
Infatti nel primo periodo di attività della Stazione si è avvertita una effettiva riduzione della microcriminalità. Dopo qualche tempo, forse per una riduzione di militi, l'attenzione ed il pattugliamento, che tanto avevano influito come deterrente e prevenzione, si sono affievoliti e, conseguentemente, è aumentata l'insicurezza dei cittadini per l'incremento dei fatti delittuosi. Tutto ciò prova, a nostro avviso, che l'elemento oggettivo della sicurezza e l'elemento soggettivo dell'insicurezza sono strettamente legati. Forse l'insicurezza potrebbe anche essere combattuta con una maggiore conoscenza dell'attività di repressione compiuta dai CC e dalla presenza, oltre che di militari in divisa e quindi visibili, anche di pattuglie di militi in borghese e quindi non visibili.
All'attività delle Forze dell'ordine forse occorrerebbe si accompagnasse una maggiore collaborazione dei cittadini, che segnalino i movimenti sospetti, la presenza di sconosciuti e soprattutto i tentativi di reato e non chiamando per motivi futili o risentimenti personali.
Il Comitato ha tempo addietro predisposto e distribuito un opuscolo con utili consigli di comportamento ai cittadini. Chi ne volesse una copia potrebbe farne richiesta al Comitato, che resta comunque interessato e disponibile a partecipare a tutte le iniziative atte a migliorare il sistema sicurezza del quartiere.
La sicurezza non si esaurisce nella tutela dai reati altri. È infatti molto importante anche la sicurezza contro i pericoli del traffico stradale. Sono giuste le pressioni che i cittadini esercitano sui responsabili perché le strade, i parcheggi, i mezzi di trasporto pubblico siano adeguati alle attuali esigenze.
I responsabili, anche se animati da buoni propositi, si scontrano con difficoltà enormi d'ordine tecnico e/o finanziarie, per cui le soluzioni sono rinviate a tempo infinito.
Siamo però sicuri che un miglioramento immediato, e senza alcun costo per l'amministrazione, potrebbe essere garantito da un maggior senso di responsabilità dei cittadini. Se tutti provassimo a rispettare le norme sul traffico, a limitare la velocità,a guidare con attenzione e prudenza, a partire quache minuto prima invece di recuperare con guida spericolata,ad osservare le precedenze altrui, ad evitare i sorpassi azzardati, il traffico ne risentirebbe positivamente e tutti noi trarremmo benefici dal buon comportamento di tutti. Le strade più larghe, gli incroci eliminati da soprappassi, i maggiori parcheggi forse renderebbero più solleciti i percorsi, ma non più sicuri se tutti continueremo a non rispettare le norme stradali.
Riflettiamoci e prendiamo la buona abitudine di applicare fin da subito queste norme.
Passi carrabili in Casalpalocco
Siamo lieti di apprendere che le motivazioni su cui basare i ricorsi contro la TOSAP, da noi indicate in precedenti articoli su queste colonne, sono state sempre più largamente considerate valide dalle Commissioni Tributarie.
Aumentano infatti le sentenze che hanno accolto i ricorsi basati appunto su tali motivazioni; alcune prevedono anche la condanna della P.A. al risercimento delle spese processuali per svariati milioni (di lire si intende).
Riteniamo comunque utile riferire i passi essenziali di una sentenza della Commissione Regionale, depositata nel luglio scorso, ammirevole per ampiezza di argomentazioni e chiarezza di esposizione. Così viene motivato l'accoglimento dell'appello proposto da un contribuente contro una sentenza di primo grado favorevole alla P.A.:
1.- Il punto di partenza - dice la sentenza - è la convenzione del 2.11.1960 con cui le parti assumono una serie di reciproche ob-bligazioni, dichiarando inefficaci tutti i molteplici obblighi precedenti.
2.- Da ciò si deduce che fino al 2.11.1960 non è provata alcuna realizzazione di strade né la costituzione di servitù di pubblico passaggio; "pertanto il ricorso al principio dell'ab immemorabile è inconferente nel caso." (cioè irrilevante ai nostri fini).
3.- La lettera del Consorzio di Casalpalocco del 14.07.1993 non è rilevante perché i pareri legali, ancorchè resi, non sono vincolanti per la natura tecnico-gestionale del consorzio stesso. È invece rilevante, come testimonianza, la dichiarazione che non tutte le strade del comprensorio all'epoca erano state prese in carico dal Comune e che gli accessi erano stati realizzati con le modalità dell'art. 2 lettera "i" della convenzione.
4.- La deliberazione comunale n. 22 del 27.10.1987, demandando ad altri atti amministrativi "ogni conseguente adempimento - rimane una dichiarazione autorizzativa di manifestati intenti" e "non offrirebbe un valido aiuto per stabilire se l'occupazione dell'area avvenne prima, ovvero successivamente alla costituzione della servitù di pubblico passaggio, in quanto quell'accesso non potrebbe essere assoggettato alla tassa ove l'occupazione fosse stata realizzata prima della costituzione di detta servitù."
5.- La P.A. "per riscuotere la TOSAP per l'invocato principio della "dicatio ad patriam"… deve stabilire con idonei mezzi di prova se l'occupazione del sedime stradale con il passo carrabile sia stata effettuata dopo la costituzione della servitù., senza riferimento alcuno ad eventi e tempi immemorabili, in quanto nella convenzione è scritto quanto necessita e talvolta anche temporizzato.
È dall'esame di questo documento che la commissione deve trarre il proprio convinvimento, in quanto al fascicolo (della P.A.) si rinvengono apodittiche affermazioni e nessuna documentazione."
6.- L'art. 2 della convenzione stabilisce minuziosamente le modalità di realizzazione delle strade e egli accessi, opere di urbanizzazione necessarie per poter poi ottenere le licenze per la costruzione del complesso. (v. art. 1).
Non è ipotizzabile che, dopo la realizzazione di queste opere, peraltro costose, "la S.G.I. abbia proceduto al disfacimento dei lavori stessi", rendendo necessario un successivo rifacimento dopo la costruzione delle abitazioni.
"Appare invece logico ritenere che gli accessi siano stati realizzati prima della sistemazione definitiva delle strade contestualmente alle opere di urbanizzazione", secondo gli impegni derivanti dall'art. 2.
Tutto ciò quando ancora l'uso pubblico delle strade non era intervenuto.
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Tutti coloro che ancora sono alle prese con i ricorsi contro gli avvisi di accertamento, ammesso che il XIII Municipio, malgrado il cambio avvenuto nella Direzione UOA, continuasse ad avanzare pretese di applicazione TOSAP sui passi carrabili, può trarre spunto utile da queste note.
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