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È stata una serata davvero bella quella offertaci dalla compagnia in una gradevole serata di fine agosto a Palcoscenikestate, la manifestazione estiva organizzata dal Teatro Centrale di Ostia.
Una prestazione superlativa che ha accalorato il vasto pubblico presente in sala, levatosi alla fine più volte a battere le mani ai limiti della standing ovation.
Tutti bravi gli attori; su tutti Antonio Dell'Aquila nei panni del capofamiglia Domenico Soriano, e Filumena, l'eccellente Adriana Torricella.
Noi stessi, spietati narratori dello spettacolo canicolare, siamo rimasti decisamente colpiti. Nei nostri raid giornalistici lungo l'Estate Romana abbiamo visto compagnie di professionisti superabborracciate, spocchiose e insulse, plaudendo invece ora alla compattezza di questo teatro di appassionati composto davvero a regola d'arte.
Mentre la distinzione si scolora tra teatro professionistico e amatoriale, ribaltandosi qui a favore di quest'ultimi, ancora più veemente si fa la critica già svolta in altri pezzi sulla scelta dei testi da parte di tutte le compagnie.
Esiste una nuova fervida generazione di autori teatrali, anche in slang napoletano, che attende di essere messa in scena.
Lotta questa generazione una guerra senza esclusione di colpi contro le Grandi Mummie, i Shakespeare, i Pirandello, gli Eduardo De Filippo…
Perché non dare spazio ai nuovi autori? Se le megaproduzioni fanno orecchie da mercante di Venezia, noi ci auguriamo che almeno il teatro amatoriale esca allo scoperto ed entri nel nuovo discorso.
Capiamo la difficoltà produttiva di compagnie all'esordio, ma un gruppo affiatato come quello dell'Atellana, che ha un suo pubblico, può permettersi di fare teatro di cuore vibrante, portando in scena nuovi autori, gente creativa finalmente vivente.
Il teatro è prima di tutto coraggio. Coraggio non solo nella messinscena ma in primis nella scelta dei testi che può essere alimentato da una semplice constatazione: se oggi ammiriamo i Shakespeare, i Pirandello, gli Eduardo De Filippo è perché nei vecchi tempi ci fu qualcuno che ebbe il coraggio di metterli in scena.
Avete visto che la stessa Filumena al tempo in cui venne rappresentata non fu proprio un successo, anche se lo era nella mente e nell'anima del suo autori e di quanti confidarono in lui che lo fosse.
Dunque registi, attori, scenografi del cuore, soprattutto voi del teatro amatoriale che fate ancora arte col cuore, tendete la mano agli autori in carne ed ossa. Date spazio al vero teatro che è antiarte (www.antiarte.studiocelentano.it), morte dell'accademia, esistenza pulsante e contemporaneità.
Se vedete per strada le Grandi Mummie… uccidetele!
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