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MERCURIO - La posta di ZEUS da M. Macellari, M. Fiorini, A. Pienovi, CdQ Roma XIII Est e E. Manca
Da ZEUS n° 62 - Aprile 2002
Parcheggi e cantieri in Via Euripide
Gentile Direttore,
siamo un gruppo di commercianti di Via Euripide (Axa) e ci rivolgiamo al suo giornale fiduciosi che, grazie anche a ZEUS, si riesca a risolvere un problema che rischia di crearci serissimi danni, fino a far rischiare la chiusura di qualche attività commerciale.
Tutti noi siamo contenti che siano iniziati i lavori per la ristrutturazione della scuola elementare e materna di Via Euripide, che risolve un problema storico per il quartiere.
Purtroppo, però, i lavori causeranno la chiusura del parcheggio prospiciente le nostre attività, l'unico disponibile in quanto sul tratto in questione di Via Euripide vige il divieto di sosta con tanto di cartello di rimozione.
È pertanto fuori dubbio che, per tutta la durata dei lavori, i nostri clienti che volessero effettuare acquisti saranno impossibilitati a parcheggiare la loro auto in prossimità dei nostri negozi.
Se è giusto che il parcheggio venga chiuso, è giusto anche che noi possiamo continuare a lavorare.
Quello che chiediamo ai Vigili Urbani e al presidente del Consorzio Axa è che, per la durata dei lavori della scuola (che abbiamo letto sul numero di marzo di ZEUS dureranno presumibilmente fino al prossimo dicembre) venga temporaneamente tolto il divieto di sosta sul tratto iniziale di Via Euripide.
Sarà nostra cura far sì che le auto dei nostri clienti vengano parcheggiate il più possibile accostate al marciapiede, così da creare il minimo, e ripetiamo temporaneo, ostacolo al traffico sulla via.
D'altronde, in una situazione di lavori in corso, non è possibile che i disagi siano sostenuti solamente da una categoria di persone, quella dei commercianti.
Ci auguriamo che, tramite il suo giornale, venga sensibilizzato chi di dovere per la risoluzione di un problema che al momento non è forse percepito nella sua gravità.
Maurizio Macellari - Via Euripide 4/6
(seguono 12 firme dei commercianti di Via Euripide)
Adolescenti, tra ignoranza e arroganza
Da anni assistiamo ad un decadimento sempre più pronunciato di valori educazionali e comportamentali da parte delle nuove generazioni.
I giovani d'oggi, futuri responsabili della vita pubblica e lavorativa nazionale, stanno divenendo (per fortuna non tutti, ma una grande maggioranza) sempre più maleducati, arroganti e irrispettosi del prossimo che li circonda, quasi come se non vivessero nella società a contatto con altre persone.
Pretendono e, in "branco", creano gravi ed evidenti problemi alla società nella quale loro malgrado debbono vivere.
In tutta questa situazione, le famiglie hanno una gravissima responsabilità, quella di non volere o non saper vigilare, educare e seguire i propri "pargoli”.
In certe zone del nostro municipio forse il troppo benessere fa male sia ai genitori che ai figli, in altre l'indigenza scatena reazioni di ribellione alle leggi e al vivere civile.
I primi nella loro arroganza di "lei non sa chi sono io" sono deleteri e di pessimo esempio, i secondi, ugualmente deleteri sono il prodotto di conquiste politiche ottenute dal '68 ad oggi (spesa proletaria, vivere fregandosene di tutto e di tutti, promozioni facili, scarso impegno, prevaricare il prossimo, guadagni facili per emulare chi i soldi ce li ha, delinquere per facili arricchimenti). Guarda caso in Italia la microcriminalità minorile è in forte aumento.
Ci sono poi gli atti vandalici come gli allagamenti delle scuole, i danni nei centri commerciali, alle cabine telefoniche, alle panchine e a tante altre cose di pubblica utilità, scritte sui muri, sugli autobus e sulla metro in maniera smisurata, le occupazioni scolastiche strumentalizzate da alcuni partiti politici, futilmente motivate, e recepite dalla stragrande maggioranza dei ragazzi come mezzo per fare qualche giorno in più di vacanza.
La minoranza dei ragazzi, quelli "per bene", purtroppo, sono costretti a subire tutto ciò senza poter reagire.
Da alcuni genitori allora, vengono chiamati in causa i presidi delle scuole, gli insegnanti, le istituzioni, i comandi dei Carabinieri e P.S., come se in pochi si possa fare il lavoro di tanti e ci si possa sostituire alle famiglie latitanti.
Tutto questo perché molti giovani vengono lasciati allo stato brado dalle famiglie, con il motorino sotto il sedere e soldi in tasca per togliersi gli sfizi... basta che non rompano.
Presi singolarmente sono tutti “santi”, ma in branco sono una calamità naturale. In ambedue i casi i genitori sono gravemente responsabili del comportamento dei propri "pupilli".
Già dalla scuola materna quando un figlio commette una fesseria, anche grave, il genitore lo debba essere protetto a tutti i costi, anche dinanzi alle evidenze...
Maurizio Fiorini
Ho dovuto necessariamente tagliare il suo j'accuse, che condivido in parte, perché non siamo ancora pronti a uscire a 64 pagine!
Credo che molte insegnanti concorderanno con la sua opinione, altre un po' meno.
Qualcun altro si chiederà cos'è la spesa proletaria, visto che non mi risulta sia praticata in questi quartieri...
Sulla responsabilità delle famiglie siamo, credo, tutti d'accordo.
Ma, come ha anche lei sottolineato, fortunatamente non tutti i giovani sono come lei li ha descritti. Riallacciandomi ai recenti casi di teppismo scolastico, più che una "grande maggioranza" io credo che si tratti di pochi imbecilli, peraltro conosciutissimi, che dovranno presto rispondere alla legge delle loro bravate.
Solo che, ultimamente, la tendenza legislativa generale nei confronti dei reati, anche ben più gravi (uno per tutti, il falso in bilancio) è quella di chiudere un occhio e depenalizzare.
Continuando di questo passo a chi ruba solo qualche estintore invece di centinaia di miliardi verrà dato addirittura un incentivo.
Trovo invece che la maniera migliore per responsabilizzare i ragazzi sia quella adottata dalla preside Coccarello del liceo Democrito, i cui alunni recupereranno i giorni di lezioni, persi a causa di allagamenti, sciopero ed autogestione, che non consentiranno di raggiungere il numero obbligatorio per legge: se qualcuno pensava di fare vacanza a spese dei soldi dello Stato, ha trovato un'amara sorpresa.
Luca Leonardi
Casalpalocco: quale futuro per gli eucalipti?
Egregio direttore,
leggevo con piacere, sulla Gazzetta n.268, la lettera del Presidente del Consorzio in cui si concludeva che i lavori circa gli eucalipti di via Prassilla, eseguiti sotto la guida di professionisti competenti, elimineranno le piante non recuperabili e - ove necessario - le sostituiranno con identiche essenze.
Paga dell'aver visto salva quella che, ai miei occhi di profana, è una gradevole passeggiata tra filari di alberi belli e profumati, passavo a leggere su Zeus dello stesso argomento, ma con altro taglio; il Consorzio fa, infatti, qui pubblicare l'analisi tecnica di un professionista competente; peccato che, agli occhi di questi, la "mia" bella passeggiata diventi un luogo degradato, sottoposto ad un elevato grado di pericolo e che la nuova realtà storico-culturale consigli la totale eliminazione degli eucalipti e la sostituzione con piante tipicamente mediterranee. Non permettendomi certo di criticare le capacità cliniche dell'e-sperto e le ragioni di ordine biologico che inducono a decretare gli alberi ormai scarsamente vitali, mi sorge però spontanea la domanda se la soluzione adottata dal Consorzio sarà quella della sostituzione con identiche essenze o con altre; butteremo via gli eucalipti od i consigli dell'esperto?
Le considerazioni di quest'ultimo non mi convincono dal punto di vista ecologico e paesaggistico. Posto che gli alberi malati vadano trattati, potati od eliminati, cosa osta a ripristinare quelli vecchi con nuovi eucalipti?
Se è cessata la loro funzione frangivento, in un'area non più spoglia, sono così tutti pericolosamente soggetti ad essere stroncati dal vento?
Se la loro messa a dimora è stata fatta quasi un secolo fa, con la motivazione suddetta, e tutti i palocchini ne hanno pertanto dimestichezza, perché tradirne l'identità storica ed affettiva per una completa identità paesaggistica?
Se una simile azione, a detta dello stesso esperto, avrà un impatto visivo e psicologico sull'opinione pubblica tale da rendere necessaria, per contenere l'emotività dei cittadini, una forte propaganda informativa, di chi è la mutata realtà storico-culturale?
La cresciuta sensibilità ambientale sottende all'esigenza di eliminare gli eucalipti o di non vedere stravolto uno stato di fatto, che a tanta emotività porterebbe?
Forse qualche considerazione più pragmatica, tipo il costo di sostituzione di un eucalipto o di un pino, il loro eventuale differente costo di manutenzione, il tipo di problemi che possono creare sull'asfalto delle strade confinanti, etc., potrebbero essere di aiuto per chiarire le idee, emozionali e venali, dei consorziati.
Certa che, tramite Suo, mi verrà data chiarezza sull'argomento, colgo l'occasione per porgere cordiali saluti.
Da quello che ho potuto capire parlando con il responsabile del verde di Consorzio di Casalpalocco, Ernesto Cataldi, non butteremo via nè tutti gli eucalipti nè i consigli dell’esperto.
Lei fa riferimento all’analisi tecnica pubblicata sullo Zeus uscito lo scorso 22 marzo.
Ebbene, appena due giorni dopo, i forti venti del finesettimana hanno provocato la caduta di due grossi tronchi di eucalipti, quasi a confermare l’analisi dell’ex vicepresidente del WWF, mica uno qualunque.
Io credo che verrà fatto tutto il possibile per salvare quegli eucalipti, i meno malati, che offrano maggiori garanzie di stabilità.
In particolare, mi è stato spiegato (e verrà sicuramente spiegato di persona anche a lei se si recherà al Consorzio) che, eliminando gli eucalipti cresciuti storti (mi perdoni il termine non troppo tecnico, ma sono un profano anch’io) perché dominati da un altra pianta più forte che li sovrastava, si contribuirebbe a risolvere il problema.
Ma nessuno ha parlato di totale eliminazione degli eucalipti. Dispiace sempre vedere eliminate delle piante, ma, purtroppo, non sono solo gli uomini a morire e, tenendo presente che il Consorzio è responsabile dell’incolumità dei consorziati, non mi pare una tragedia sostituire alcuni eucalipti con altre essenze.
Luca Leonardi
Caso Corvini: urge un’assemblea dei palocchini!
Egregio direttore,
nel precedente numero, nella rubrica MERCURIO - la posta di Zeus - sono state pubblicate una nota a firma del dr. Gatti e la risposta del Presidente del Consorzio di Casalpalocco, dr. Testa, sulla gestione del Consorzio di Casalpalocco.
Il dr. Gatti richiama un'assemblea organizzata dal nostro Comitato e quindi riteniamo utile oltre che doveroso, intervenire sull'argomento.
Per la verità il Consorzio di Casalpalocco in una sua lettera, proponeva al Comune di acquisire tutte le strade ed infrastrutture dichiarandosi disposto ad assumere la manutenzione di tutta la rete stradale, comprese quelle già demaniali dal 1987, proposta appoggiata dal dr. Gatti ed altri.
Su insistenza del nostro Comitato, la consigliera Ninci ottenne di far modificare la deliberazione, assunta il 14 aprile, per cui la manutenzione delle strade del 1987 rimaneva a carico del Comune. Le cose sono rimaste a tale punto?
Negli anni si sono verificati eventi tali da sconvolgere i termini della Convenzione stipulata tra Comune di Roma e Società Generale Immobiliare, per cui forse è giunto il momento di proporre una revisione generale degli accordi, tenendo presente, per esempio, il passaggio di proprietà dalla SGI al sig. Corvini, della sentenza che ne ha annullato alcune parti, della scomparsa di uno degli interlocutori principali, cioè la SGI e mettere in primo piano il vero interlocutore che usufruisce e paga per la gestione dei servizi e cioè il consorzio dei residenti.
Bisogna puntare finalmente a dare un corpo unico a tali servizi e non lasciare divisi i doveri del Comune, del Corvini come avente causa dalla SGI, della AMA, del Consorzio, che dovrebbe rimanere in vita a tempo inderterminato fino a quando (quando?) il Comune non assumerà, con la proprietà anche la manutenzione dei vari servizi?
È a nostro avviso necessario fare chiarezza su tutta la questione: perciò invitiamo il presidente del Consorzio Testa, i rappresentanti delle forze sociali e rappresentanti dei residenti intorno ad un tavolo per discutere seriamente, abbandonando ideologici pregiudizi di uno contro l'altro, ma uniti nella ricerca di una soluzione che possa soddisfare gli interessi legittimi dei residenti in Casalpalocco, senza creare condizioni pregiudizievoli ma neanche privilegiate, puntando alla unificazione della gestione con ripartizione equa degli oneri fra Comune e residenti.
Il presidente Testa, cui abbiamo già rivolto l'invito ad organizzare una miniassemblea per studiare questo problema e proporre poi una soluzione in una appropriata assemblea di tutti i residenti, ha già assunto tale compito nell'assemblea del novembre scorso. Affrettiamo i tempi.
C.d.Q. Roma XIII Est
Cambiano i musicanti, ma la musica...
Caro Nelli,
se riuscirai nell'impresa di far aumentare i cassonetti nel quartiere Infernetto, debbo dire che sei veramente bravo!
Sappi che il sottoscritto vive in questo quartiere da più di due anni e malgrado le numerose istanze per iscritto e verbali alle varie Istituzioni, non è riuscito a veder risolto alcun problema!
Ivi compreso quello dei cassonetti che, ultimamente, dopo l'insediamento del supermercato in Via Boezi, è diventato veramente incontenibile.
Nelle foto che allego, si può rilevare lo spettacolo che quotidianamente osserviamo e che sempre più ci fa riflettere.
Ma il nostro quartiere è forse esentato dal pagare le imposte?
Per quale motivo i cittadini dell'Infernetto dovranno esultare, per aver ottenuto l'incremento dei cassonetti usufruendo di quelli scartati da Casalpalocco?
Consentimi, caro Francesco, ma adesso sono veramente deluso!
Se gli amministratori attuali non riescono a risolvere una serie di piccoli problemi quali: terreni incolti e non recintati (per legge dovrebbero esserlo); cani randagi che fanno scempio delle immondizie abbandonate fuori dei cassonetti insufficienti; automobili ed anche mezzi pesanti che sfrecciano a velocità sostenuta sulle strade prive di marciapiede, mettendo a repentaglio la vita di qualche bimbo che incautamente potrebbe affacciarsi fuori dal cancello della propria casa; ecc. ecc. riusciranno a risolvere problemi più grandi, quali quelli delle strade non asfaltate, dell'illuminazione, dei marciapiedi, delle fognature e così via?
A quanto mi risulta, l'attuale Giunta è riuscita ad ottenere per l'Infernetto l'assegnazione del famoso Vigile di quartiere, la cui postazione… risiede in tutt'altro Quartiere!!!
È proprio vero: cambiano i musicanti, ma la musica è sempre quella.
Nulla di personale, caro Francesco, anche perché so che ce la metti tutta. Cordialità.
Ezio Manca
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