|
Giornalista di successo, mezzobusto per la Rai da ormai tanti anni e conduttore di 90° Minuto, la trasmissione calcistica cult di cui ha raccolto l'eredità, dopo la scomparsa del caro Paolo Valenti, assieme al collega Giampiero Galeazzi.
Una persona semplice, a modo e molto disponibile.
Fabrizio Maffei l'abbiamo intervistato per voi fra una diretta ed un'altra proprio negli studi Rai.
Signor Maffei, ci racconta qualcosa di Lei… sembra una persona così riservata…
Ed in effetti lo sono. Mi presento, sono Fabrizio Maffei, ho quarantasette anni, sono sposato e vivo a Roma. Da tanti anni lavoro in Rai, ma ho fatto anche io una gavetta lunghissima per televisioni più piccole e giornali locali. Sono appassionato di calcio sin da bambino, e proprio questa passione ha dato il via libera alla mia professione.
Una delle mie prime collaborazioni fu seguire il campionato di calcio dei licei di Roma sponsorizzato dall'A.S. Roma Calcio, lo Roma Junior Club. Tuttora esiste…da lì è partita la mia scalata al giornalismo sportivo!
Quali sono i suoi interessi quando stacca dal lavoro?
Quando ho del tempo libero amo fare tutte le cose che qualsiasi persona normale ama fare. Per esempio ogni settimana gioco a calcetto con gli amici, oppure vado a mangiare una pizza o semplicemente faccio una passeggiata per Roma con la mia compagna.
Ha amici fra i colleghi di lavoro?
Certamente! A qualche persona sono molto legato dal punto di vista dell'amicizia.
In ogni caso quando e torno a casa per una serata fra colleghi non si parla di lavoro ma si discute e si chiacchiera di tante altre cose. E poi vorrei aggiungere che non ho molte amicizie del mondo del calcio, come molti pensano, per lo meno del calcio attuale. Anche se compagni di scherzo sono stati Chinaglia, Oddi e tanti altri!
Cosa consiglierebbe ad una persona che vuole intraprendere il suo lavoro?
Anzitutto, per fare il giornalista, occorrono sacrificio e passione, soprattutto questa, altrimenti ci si perde per strada. Un pizzico di fortuna serve, ma bisogna essere disposti a rischiare per questo mestiere.
E poi, altra cosa, se si fa del giornalismo sportivo occorre essere distaccati rispetto alla squadra che si ama. Io per esempio ho cercato sempre ed in tutti i modi di essere lo stesso sia annunciando il secondo scudetto della Lazio, la mia squadra, a 90° minuto, che la terribile sconfitta dell'ultimo derby.
È dura, ma ci sono riuscito!
|
|