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È ad Ostia, a pochi metri dal mare, che sorge uno dei più noti centri sociali della zona: Affabulazione.
Il murales dalle mille sfumature spicca sul rosso della facciata. Le pareti bianche sono colorate dai fogli variopinti che ricordano le attività svolte.
Musica, danza, teatro, arte sono le parole che più fra tutte si distinguono.
A dieci anni dalla nascita di Affabulazione, il presidente, Giorgio Iorio, parla della storia, dei progetti e del futuro del centro.
"Affabulazione nasce il 24 ottobre del 1992 con il nome di Comitato del Presidio del Centro Socio-culturale Polivalente di Piazza Agrippa.
L'idea del centro - continua il presidente - è nata nel 1981, quando l'Istituto Case Popolari dà alla Circoscrizione XIII l'uso gratuito dei locali. È un'iniziativa promossa dal partito comunista che chiede all'allora sindaco Petroselli di destinare questo spazio al centro socio-culturale. Solo nel 1993 si battezzerà Affabulazione."
Gli inizi non sono stati semplici. Lo scontro con la diffidenza e i pregiudizi della gente è stato inevitabile.
"Nel territorio eravamo visti come un negro nelle strade del sud Africa ai tempi dell'apartheid. - dice Iorio - Rappresentavamo una diversità del tutto inaccettabile. C'è stato un netto rifiuto, in qualche caso anche violento."
Ma, nonostante tutto, l'idea base di Affabulazione è stata, fin dai primi anni, la formazione di un luogo aperto a tutte le intelligenze operose del territorio. Il progetto è stato di dare la possibilità di espressione a chiunque avesse una proposta di arte e di cultura. È questa l'idea portante che ha accompagnato lo sviluppo di Affabulazione durante questi dieci anni.
"Oggi posso dire - dice Iorio - che lo sviluppo del Centro è stato senza dubbio positivo. Affabulazione è diventato un forte punto di riferimento per tutto il territorio. Numerosi, infatti, sono stati i corsi attuati con successo negli ultimi mesi. Il centro non prevede nessuna gabbia progettuale. Non c'è un target d'età specifico. Le nostre attività coinvolgono non solo i giovani, ma anche bambini e anziani. Le uniche nostre parole d'ordine sono socialità e cultura. Il nostro è un progetto metapolitico. Siamo stati accusati di essere una succursale del partito comunista. Ma la realtà è diversa.
Chiunque può dare il suo contributo, qualunque sia il colore della sua bandiera. L'importante è che sposi i nostri ideali di pace, solidarietà e non violenza.”
I dieci anni di Affabulazione portano sì ad un bilancio sul passato, ma anche ad una riflessione sul futuro.
"È stato impossibile non rimettersi in discussione. Abbiamo deciso di realizzare quello che è il progetto vero di Affabulazione, a partire dall'organizzazione interna. Bisogna evitare, come per il passato, l'esistenza di un leader, di un portavoce. Se era necessario all'inizio, oggi è sicuramente un limite.
Lo scopo è di passare da una condizione verticale ad una orizzontale che prevede la formazione di gruppo di responsabili dei vari settori. Anche se - dice il presidente - la nostra sfida è di creare nuovi posti di lavoro attraverso una conduzione intelligente del centro. Contiamo di arrivare, nel prossimo triennio, ad un autoreddito per sette figure professionali."
Aspettative più che ottimistiche, a quanto pare, per il domani di Affabulazione.
Un centro sociale in cui ognuno è libero di esprimere la propria sensibilità, sfidando, per dirla con Iorio, i “dogmi dell'unica religione in cui oggi si crede, quella del denaro”.
Un posto in cui è possibile vincere l'omologazione e il pensiero unico. Un posto in cui ognuno può dare sfogo alla propria creatività e alla propria diversità.
Un posto in cui ognuno è libero di essere se stesso.
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