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Una Destra che finalmente è, dopo anni di isolamento, al governo del Paese e di questo Municipio.
Una Destra che avverte una priorità: "rinnovare la cultura italiana".
Sento forte il compito di aprire le porte, spalancare le finestre e fare entrare aria nuova. In quanto quella che vi si respira è ancor oggi asfittica, aria di chiuso, di conventicole, di piccole rendite di posizione, di vecchie fruste e cerchie di potere.
La Destra non è al governo per amministrare l'esistente.
Il destino, la vocazione naturale della Destra è un'altra. Quella di ridestare e rinnovare insieme le tradizioni migliori della nostra cultura.
Favorendo lo sviluppo di politiche culturali che attendono da tempo di venir fuori.
Per fare un esempio, ridare slancio e respiro alla scuola integrando le attività culturali con quelle scolastiche.
Perché un popolo che promuove e difende la propria lingua e la propria cultura nazionale è un popolo che ha rispetto di sé e non ha perso il senso della propria anima e del proprio destino.
Alla Destra politica oggi è richiesto questo, non solo perché lo ha nel suo stesso Dna, ma anche perché ne ha le energie e le forze latenti.
Nei molti anni di isolamento, di estromissione dai canali di potere della cultura ufficiale, la Destra che pensa, la Destra con potenzialità creatrici, non si è spenta, ma ha saputo lavorare ed elaborare idee e progetti alternativi.
Ora vi è la possibilità di porre finalmente in atto questo potenziale. Di realizzarlo nella realtà quotidiana.
È un'occasione, più che storica: unica.
Perderla sarebbe un crimine contro noi stessi e, soprattutto, contro questo povero Paese che merita di più e di meglio.
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