Il Lungomare di Ostia Ponente
di Dario Bensi






Da Zeus n° 58 - Dicembre 2001


Questo mese dedicherò il mio spazio all'annoso problema del Lungomare di Ostia Ponente, cercando di chiarire il percorso che ha portato prima all'approvazione del progetto da parte della passata maggioranza di centrosinistra e poi alla titubanza della stessa per l'inizio dei lavori.
Quando fu portato in Consiglio il progetto "Finzi" per la ristrutturazione del lungomare di Ostia Ponente, lo stesso fu approvato a larga maggioranza, ad esclusione del gruppo dei Verdi.
Rifondazione Comunista approvò tale intervento per motivi di carattere politico e non certamente tecnico, in quanto finalmente delle opere pubbliche venivano eseguite in un territorio troppo spesso dimenticato, dove mai nessun intervento era stato realizzato per il miglioramento del- la qualità della vita.

Precisammo che sicuramente erano necessarie delle modifiche tecniche, da apportare in corso d'opera, per evitare ulteriori ritardi (oltre 10 anni dall'approvazione del progetto).
L'attuale Giunta di centrodestra doveva dar corso all'inizio dei lavori, ma la mobilitazione di una larga fascia di residenti di Ostia Ponente ha ulteriormente ritardato questa data e, probabilmente, ha ottenuto la definitiva sospensione degli stessi.
Non nascondo che la delusione per la perdita di una chiara occasione di crescita del territorio ci ha portato a cercare di capire le cause di una così forte opposizione.
Scavando tra la gente, si è capito che è soprattutto di carattere politico.
Infatti, dopo la costruzione del nuovo lungomare, che noi volevamo per una crescita del territorio e principalmente per aumentare le opportunità lavorative dei residenti e delle cooperative che hanno, tra mille difficoltà, gestito quel tratto di spiaggia, la gestione dello stesso non sarebbe stata riaffidata a coloro che per anni hanno dato il massimo per combattere contro una spiaggia che continua a ridursi, i residui di calcinacci dei lavori effettuati per il porto turistico e tante altre difficoltà.
Ebbene: è giusta la protesta, non è possibile infatti che la gestione della cosa pubblica venga affidata in rapporto al ceto sociale.
Lo spirito per il quale ci siamo battuti era esattamente l’opposto di quanto si cerca di fare ora: la Nuova Ostia appartiene ai suoi cittadini e devono essere loro ad usufruire dei miglioramenti ambientali, così come erano loro a barcamenarsi quando l’Amministrazione si disinteressava al proprio territorio.
L’abbellimento del lungomare deve essere finalizzato allo sviluppo imprenditoriale di coloro che lo hanno gestito fino ad oggi nella totale precarietà ed è per questo che oggi non condividiamo assolutamente come le cose si stanno evolvendo e l’idea secondo la quale quando una cosa diventa bella non può più essere gestita da chi non appartiene a certe fasce sociali (imprenditori conclamati, grandi associazioni).
Lo spirito politico che ci aveva mosso era esattamente il contrario: far crescere la capacità imprenditoriale delle cooperative sociali dando loro gli strumenti idonei.

Dario Bensi - consigliere Rifondazione Comunista in XIII

Maggioranza e Opposizione
Sommario n° 58 - Dic. '01