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Si è tenuta martedì 2 ottobre presso il teatro di S. Francesca Romana, la "prima" di Filumena Marturano, celebre commedia scritta da Eduardo De Filippo nel 1946 e allestita questa volta dalla Compagnia L'Atellana.
Lo spettacolo resterà in scena fino al 21 di ottobre.
Coraggiosa la scelta di questo testo da parte di Antonio dell'Aquila, regista e interprete (Mimì Soriano) dell'allestimento.
Scelta ripagata da un buon livello artistico e di resa scenica.
Ad aprire la scena è proprio Domenico Soriano che, schiaffeggiandosi incredulo, cerca di rendersi conto dell'accaduto: Filumena Marturano, ex-prostituta che gli è stata accanto per venticinque anni si è finta in punto di morte per farsi sposare in extremis e acquisire finalmente il ruolo tanto agognato di "moglie".
Molti conoscono già il seguito: Filumena rivela a Domenico di avere tre figli, ai quali aspira a dare un cognome, costruire con loro e con Domenico una famiglia diversa da quella che ha avuto lei, una famiglia unita che sappia dare conforto e calore.
Ma il matrimonio estirpato con l'inganno risulterà non valido ai fini della legge, quella legge delle carte, dell'avvocato e di Domenico Soriano, che tanto si discosta da quella sanguigna, schietta e umana di Filumena, donna di estrazione popolare, ma di intelligenza e sensibilità uniche.
Filumena rivela ai suoi figli di esserne la madre e spiega il lungo e penoso cammino che dai "vasci" di Napoli, dalla fame e miseria la portarono a prostituirsi.
Dopo l'uscita dei figli, decide di andarsene di casa per seguire uno di loro, l'idraulico, offertosi di ospitarla a casa sua assieme alla moglie e ai quattro figli.
Ma Filumena, prima di andarsene, pone Domenico di fronte ad una realtà che lo riempirà di dubbi e angosce: uno di quei tre figli è suo!
Domenico, dopo il congedo di Filumena, si accorge che non è più tempo di gioventù: con la paternità acquisisce anche una maturità e una consapevolezza che prima rifiutava di avere.
Tormentato dal desiderio di venire a conoscenza di quale dei figli è suo, va in cerca di Filumena e… beh, il resto non lo sveliamo: chi conosce il teatro del grande Eduardo, lo sa; chi ancora non ha visto Filumena Marturano farà bene ad affrettarsi perché L'Atellana resta in scena solo fino al 21 ottobre!
Invitiamo i nostri amici lettori ad andare a vedere di persona il finale di uno spettacolo tenuto in sospeso fino all'ultimo.
Un altro punto a favore dell'allestimento è la sua estrema fedeltà al testo originale, da altre compagnie spesso soggetto a tagli e aggiunte che denaturano l'opera stessa.
Notevole l'impegno della Compagnia L'Atellana che, guidata sapientemente da una regia efficace senza essere invadente, ha saputo esprimere un ottimo affiatamento.
Colpisce l'impegno e la dedizione, l'entusiasmo con il quale tutti gli attori si sono rapportati al testo e ciascuno al proprio personaggio.
Lodevole la prova di Adriana Torricella, Filumena nello spettacolo: colpita da una brutta afonia è riuscita a sopperire con il cuore là dove la voce non poteva sostenerla.
Applausi a scena aperta a lei che, secondo quanto dichiaratoci dal regista, ha pianto più volte durante le prove a dimostrazione del forte attaccamento al suo personaggio...
All'occhio di uno spettatore attento non potrà passare inosservato un Domenico Soriano sanguigno eppure capace di stemperare mirabilmente la tensione della trama in alcuni punti.
Ne è complice il bravissimo Filippo Valastro, la cui interpretazione nel ruolo di Alfredo risalta per credibilità e sicurezza.
Toccante Nunzia Esposito nel ruolo di Rosalia Solimene, fedele inserviente di Filumena.
L'entusiasmo degli attori assieme a musiche d'atmosfera originali hanno saputo ridare al testo quella sua capacità di trasmettere emozioni al pubblico, caratteristica forte del teatro di Eduardo.
Ed è questo, a mio avviso, il motivo principale che dovrebbe spingere i nostri amici lettori ad andare a vedere Filumena Marturano.
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