|
Sembrano passati secoli quando con un blitz messo a segno dai Carabinieri sotto i ponti del viadotto Zelia Nuttal, i nomadi scomparvero.
A distanza di tempo, alcune famiglie di origine croata si sono reinsediate nella stessa area, che ha ottenuto nel 1994 l'ufficializzazione del Comune di Roma: un campo recintato con servizi igienici.
Un rapporto contrastato sia per il degrado a cui l'area è andata via via incontro sia per i continui episodi di furti e furtarelli di cui i nomadi si sono resi protagonisti.
Ultimamente la sopportazione dei cittadini che subiscono giornalmente danni alle proprie cose sembra essere finita.
Qualcuno non ha retto più e, dopo l'ennesimo furto subìto e dopo aver sorpreso due zingarelle a rubare in via Bonito, ha detto basta. Di lì a poco sarebbe esplosa la rivolta.
Mentre infatti la vittima del furto era in attesa delle forze dell'ordine, affinché le due zingarelle fossero quantomeno identificate, è stato raggiunto da una quindicina di nomadi che lo hanno minacciato, aggredendo poi il figlio.
Un episodio che ha sollevato le proteste e la rabbia dei residenti, padri di famiglia che si sono portati in via Ortolani per dare la caccia ai responsabili.
Le forze dell'ordine hanno sedato la rivolta e immediatamente indagato nel campo, controllando automobili, permessi di soggiorno e hanno perquisito l'interno delle case e roulotte.
Il presidente del comitato di quartiere Macchia Palocco - Saponara, Remo Giuliani, insiste esasperato, a nome dei residenti, nel ribadire "l'impossibilità della convivenza" e si augura presto "soluzioni alternative ma non le solite promesse. La gente è inferocita, basta un niente per far esplodere l'irreparabile".
|
|