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Parte del cinema all'aperto potrebbe ospitare un multiplex da 12 sale Il Drive-in diventa multisala? di Simone Navarra
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Cambio di destinazione d'uso.
Una definizione che alcune aree della Capitale inseguono come una chimera, capace di risvegliare l'interesse di un qualcosa che il tempo e le abitudini hanno quasi dimenticato. Caso eclatante è il Drive In dell'Axa, che da quando è stato riaperto quattro anni fa, in occasione di una manifestazione dell'estate romana, soffre come un gigante malato.
Nel progetto presentato nei "Patti territoriali" è contenuta però la chiave della seconda vita.
Attraverso un ricalcolo dell'area si chiede al Comune e alla Regione di finanziare la costruzione di un multisala-centro commerciale che possa servire un'area della città enorme e che è in una fascia che è distante da Ostia e dal Cineland della via del Mare, ma non è a Roma.
Dal Torrino all'Infernetto, da Acilia all'Axa sono molti
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quelli che chiedono uno schermo che non sia all'aperto oppure quello di una sala parrocchiale. Per questo, nell'inverno del '98, l'investimento sul vecchio Metro Drive In, che era stato riaperto dopo dieci anni di chiusura, aveva una sua logica. Ma il denaro sborsato, la pubblicità e il collegamento con una importante radio non sono riuscite finora a portare la massa. E spesse volte i 420 posti auto, il bar, la piccola discoteca e gli eventi grandi e piccoli sono andati deserti. Ad esempio, dalla segreteria dell'impianto, alle 20.20 di un sabato qualsiasi, quando in tutti i cinema della città si arriverebbe a pagare il triplo per un biglietto, si sente rispondere chiaramente: "Venga che non c'è problema, c'è spazio per tutti". Entro Natale, però, la situazione potrebbe cambiare. La struttura di Piazza Fonte degli Acilii, dove si proietta cinema senza intervallo, sarebbe per prima cosa divisa in due: dalla parte dello schermo in cemento armato verrebbe mantenuto il Drive In, al suo opposto si svilupperebbe lo stabile. Secondo uno dei progettisti che fu coinvolto nel '55, quando la Metro Goldwin Mayer decise di portare il primo esempio di Drive-In in Europa, non servirebbe alzarsi così tanto. "Secondo un piano che vidi anni fa - dice - con un allargamento di poche decine di metri e un elevazione di due o tre del manufatto dove ora è il ristorante si potrebbe avere tutto lo spazio che si vuole. Basterebbe andare in sotterranea". Dall'assessorato al Bilancio della Pisana aggiungono: "Sarebbe in più un'occasione di lavoro per quasi cento addetti. Non ci vediamo nessun male". Dal Campidoglio fanno capire che se "anche l'idea è lontana dalla sua esecuzione" non ci dovrebbero essere motivi forti di contrarietà. I cittadini del posto, che si sono anche riuniti in un comitato, invece della cosa non sono molto contenti: "Se provano a metter su un mattone ci pensiamo noi a fermarli. Questa zona è residenziale ed è già affogata di centri commerciali. Una multisala non servirebbe proprio. Adesso la convivenza è al limite, ma con macchine che entrano e escono questo paradiso lontano dalla città diventerebbe un inferno". Da uno dei soci dell'associazione culturale che, non senza sforzi e grazie a un incredibile entusiasmo, riuscì in breve tempo a riaprire la struttura nel '97 con la manifestazione Drive Out arriva una spiegazione che forse ricolloca ragioni e interessi. "Gli abitanti dell'Axa e di Casalpalocco non hanno mai sopportato il Drive In. Vi hanno costruito intorno e non l'hanno praticamente mai frequentato. Le idee per poterlo ripensare durante gli anni di chiusura furono moltissime, ma tutte si bruciarono perché non c'era il cambio di destinazione d'uso. Se adesso c'è il modo, forse per l'area inizierebbe sul serio una nuova vita".
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La locandina che vedete riprodotta in alto saltò fuori durante i lavori di riapertura del Drive-In nella primavera del '98 e rimanda col pensiero ai suoi anni d'oro, quando un biglietto ridotto costava 5 lire e i numeri telefonici iniziavano ancora per 69.01!
Fu regalata alla nostra redazione da uno degli "eroi del Drive-In", come allora li definimmo: quattro ragazzi dell'associazione culturale Reservoir Dogs, che, il 19 giugno 1998, riuscirono nel miracolo di riaprire una struttura in pieno degrado, chiusa da oltre dieci anni.
Grazie anche al contributo dell'Estate Romana, il cinema all'aperto tornò a vivere; grazie alle pagine di Zeus i "quattro eroi" vennero a sapere dell'esistenza di un Cineclub a Casalpalocco e ne contattarono i proiezionisti di allora, Paolo Ferro e Barbara Ranghelli, che si videro costretti ai "doppi turni" per tutta l'estate.
Un'estate "vissuta pericolosamente", entusiasmo tanto soldi pochi, nella quale successe di tutto (nella serata inaugurale, si ruppe addirittura il proiettore!) e non mancarono le critiche per via del volume della musica di un bar all'aperto, che bombardava imperterrito i timpani degli abitanti di Via Alceo e dintorni fino a tarda notte.
Ricordo la simpatia dei quattro "incoscienti" e le loro facce sempre più preoccupate per il magro ritorno economico della manifestazione; una addetta stampa dalla gradevolissima pre- senza, tale Francesca Dolceamore (nomen omen!); l'accoglienza entusiasta riservata a giornalisti ed editori delle diverse testate nazionali e locali (il budget pubblicitario era praticamente inesistente, per cui ogni articolo era più che ben accetto...).
Prima dell'estate 1999 il Drive In fu completamente ristrutturato e rimesso a nuovo.
Molti pensarono che sarebbe tornato allo splendore degli anni
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'60, quando costituiva una delle principali attrattive notturne di Roma e dintorni.
Ma non tutto, da allora, è andato per il verso giusto.
Quando sono le idee a mancare, anche l'investimento più miliardario è infatti destinato al fallimento.
Il Drive-In ha cercato nuovi introiti, che potessero supportare i crescenti costi di gestione, divenendo sede di iniziative che hanno via via portato all'esasperazione i vicini residenti: da raduni per Ferrari (finiti con contusi e feriti tra il pubblico) al felliniano baraccone di Erotica Tour; dalla pista per minimoto, alle mostre canine, ai raduni di bikers.
Perdendo, di fatto, la naturale destinazione di cinema all'aperto.
Ora è la volta del progetto di trasformazione di parte della struttura in multisala: una sorta di Cineland 2 che dovrebbe andare ad insistere su quartieri come l'Axa e Casalpalocco, dove negli ultimi anni il traffico è aumentato in maniera esponenziale e che rischiano di perdere, per cause di forza maggiore, una residenzialità e una qualità della vita a lungo difesa.
I residenti dell’Axa sono sul piede di guerra e hanno formato un Comitato per evitare che l’Axa si trasformi in Porta Portese. Ne vedremo delle belle.
Perché, con il mega-progetto del Drive-In, è in gioco il futuro del quartiere.
Ah, che bei tempi quando l’Axa ancora non esisteva, il cinema sotto le stelle funzionava ancora da Drive-In, con le colonnine accanto alle auto in sosta, e i ragazzi si nascondevano nei bagagliai per vedersi gratis il film...
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