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Il 5 marzo, dopo tanto tempo, ho assistito alla riunione mensile del Coordinamento di tutti i comitati di quartiere dell'entroterra di Ostia. Presenti 13 comitati. Tutte persone impegnate socialmente e tutte volontarie.
Gli argomenti, inutile dirlo, riguardano i problemi di carattere generale del territorio: viabilità, trasporti, sviluppo.
Il metodo del Coordinamento è stato sempre quello di incalzare le istituzioni allo scopo di trovare insieme soluzioni idonee a una rapido superamento dei problemi.
Discutendo, appunto, sulle condizioni legate alla ferrovia Roma-Lido, al palleggiamento di responsabilità nell'erogare maggiori fondi tra il Ministero dei Trasporti, Regione e Comune di Roma; sulle priorità in materia di articoli 11 relative alle 49 opere previste nell'entroterra (circa 500 miliardi spesa tra Acilia-Dragona e Madonnetta) ci siamo trovati davanti al solito problema: come coinvolgere le istituzioni, politici e amministratori, nel periodo di elezioni politiche.
La paura di essere strumentalizzati, di ricevere una valanga di promesse inutili, di offrire una vetrina di visibilità a personaggi che mai e poi mai, passato il periodo, passeranno a fatti concreti, rappresentano eventi negativi che rischiano di bloccare qualsiasi iniziativa.
Personalmente non sono d'accordo su questo modo di vedere le cose. I problemi non hanno segno politico e, se risolti, vanno a vantaggio di tutti.
Però anche i problemi hanno bisogno di visibilità. Allora perché non sfruttare il momento così caldo, e lo sarà sempre di più da qui a maggio?
L'invito all'assessore, al senatore, ai politici di entrambi gli schieramenti non deve tramutarsi solo in un loro vantaggio.
Di solito, i media, in momenti come questi, seguono sempre questi personaggi: giornali, televisioni private e quant'altro.
Mi schiero, pertanto, a favore della comunicazione. I problemi, pochi e significativi, devono rappresentare una sorta di tormentone per chiunque, senza sconti.
Non è possibile, per la miseria, essere vittime di una campagna elettorale che, ormai, dura tutto l'anno e non utilizzare la febbre di visibilità che hanno questi politici del "virtuale".
Insomma, il Fermi tutti, si vota! non mi piace. Mi piace di più il Si vota. Fermi tutti, eccovi i problemi!
Su quelli. Poi, valutiamo.
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