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Le frecce di ZEUS facevano più danni.
Quando partivano le sue saette, qualcosa succedeva.
Probabilmente qualcosa di più farebbe la "clava" del nostro antenato della preistoria. Ho una teoria a tal proposito.
Il nostro antenato non ha mai sofferto di gastrite: i suoi problemi li risolveva con una "clavata".
Nel suo stomaco, terminale di tutti i nostri problemi quotidiani, non arrivava niente.
Immaginatevi un povero impiegato, al cospetto del suo capo che lo apostrofa con arroganza e poco rispetto per la sua persona.
Immaginatevi ora lo stesso impiegato che si trascina dietro la sua bella clava e, di fronte a tanta arroganza, la sbatte sulla "capoccia" del capo.
Quell'impiegato non soffrirà mai di ulcere varie.
Prassi poco civile, dite? Probabilmente è vero, ma ne guadagnerà la spesa sanitaria e diminuiranno arroganza, prevaricazione e soprusi.
La stessa procedura potrebbe essere applicata per risolvere gli annosi problemi legati al territorio e mai avviati a soluzione.
Al cospetto delle solite promesse, delle solite squallide zuffe verbali, televisive e non, nei periodi elettorali, che poco tengono conto delle reali necessità genarli della gente, al cospetto del gioco al rialzo che i piccoli partiti praticano in questo periodo (tanto peggio, tanto meglio), al cospetto di tutto questo non ci sono parole ma una salutare "cura di clava".
Eduardo De Filippo avrebbe preferito curare con due pernacchie la mattina, due il pomeriggio e due la sera.
E che dire di quel signore che, gonfiando il petto ed esternando tutta la sua saggezza, dice: "Chi, io? Ah, io non mi interesso più di politica. Non voto!"
Quel saggio non sa che se il cittadino non si occupa di politica, è il politico che si occupa di lui e potrebbero essere dolori.
Uno scrittore, parlando del nonno che aveva combattuto durante la II guerra mondiale, ricordava questo insegnamento: votare è un dovere di cui si capisce l'importanza quando se ne perde il diritto. Un nonno veramente saggio.
Proporrei anche una simbolica "clavata" a tutta questa pubblicità politica fatta attraverso gigantografie d'effetto e, chiaramente, tendenti a convincere menti semplici e facili da plagiare.
Tanto ormai la pubblicità non ha mezze misure. In una raccolta dello "stupidario italiano" si racconta di una pubblicità, a dir poco ottimista, di una società di pompe funebri, che recitava così: "Funerali a costi ridotti. Affrettatevi!"
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