Intervista a:

Gianfranco D'Angelo
di Cristina Castagnaro


Anni di teatro e televisione, molti film e tanti varietà. Una grande famiglia vicino che lo ama e una passione "segreta" per la pesca d'altura.
Gianfranco D'Angelo, alias il Tenerone o Has Fidanken si è gentilmente prestato alla nostra intervista con il suo modo di fare semplice  e spigliato allo stesso tempo.
Signor D'Angelo, ci racconti qualcosa della sua vita…
Sono nato nel lontano 1936. La mia prima professione prima di diventare attore, anche se a dir la verità ne ho cambiate molte, è stata quella di impiegato della SIP.
Di giorno mi vestivo in giacca e cravatta e mi recavo in ufficio; la sera vestivo i panni più congeniali di cabarettista.
Ho fatto le ossa, però, sul palcoscenico del Bagaglino, leggendario teatro romano che ha visto nascere tanti nomi importanti dello spettacolo italiano.

Gianfranco D'Angelo (a destra) ai tempi di Drive-IN con un giovanissimo Ezio Greggio

Lei ha fatto moltissimi programmi televisivi. Qual è quello che lo ha consacrato attore a tutti gli effetti?
Sì, ho fatto molti varietà. Ci sono stati diversi programmi che mi hanno dato notorietà. Sulla RAI nel '79 ho avuto molto successo grazie a La Sberla. Pensa che il programma registrò ben 19 milioni di telespettatori. Una cifra record. Altro grande programma fu Tilt nel 1981 per la regia di Valerio Lazarov.
1983: arriviamo a Drive-In… la trasmissione che cambiò la televisione.
In quell'anno passai alla televisione di Berlusconi. E con le mie idee e quelle di alcuni amici abbiamo creato questo programma-varietà che per molti anni fu considerato e studiato come un fenomeno di costume. L'imperativo era avere ritmi serrati con sketch da 3 minuti l'uno, battute che non davano tregua e monologhi taglienti. Fu il più grande successo di tutti i tempi.
Come nascevano i personaggi?
Semplicemente li inventavamo noi. La sera mi mettevo a tavolino assieme al grande compagno di avventure Antonio Ricci (con cui ho anche condotto nel 1988-89 la prima edizione di Striscia la notizia) e davamo corpo a questi bizzarri personaggi.
Attualmente è a Milano con una commedia che sta registrando incassi da capogiro "Il Padre della Sposa". Come è nata l'idea?
L'idea prende spunto proprio dal film Il Padre della Sposa di qualche tempo fa. Anche a me, come al personaggio della commedia, è successo che mia figlia un giorno mi ha detto: "Papà, mi sposo!" Io sono molto libertino, ma al personaggio dello spettacolo l'idea che la figlia lasci il focolare domestico proprio non va giù. Da qui momenti esilaranti ma anche commoventi. La regia è di Sergio Japino, una garanzia.
Cosa ama di più: cinema, teatro o televisione?
Tutto ciò che è spettacolo. Ma il teatro ti dà quella energia, quella carica che difficilmente trovi nel varietà o nel cinema. Ancora oggi, nonostante i molti anni di teatro alle spalle, prima che si apra il sipario spio quanta gente mi è venuta a vedere. E a fine spettacolo cerco di vedere nei volti della gente espressioni di soddisfazione. Ci tengo molto.
Come passa il tempo libero Gianfranco D'Angelo?
Quando ne ho, amo andare al mare. Sono un appassionato di pesca d'altura e pratico anche attività subacquea. D'inverno invece mi piace la montagna perché mi dà la possibilità di sciare, una cosa che adoro.
E quando sta a Roma cosa le piace fare?
Passeggio con mia moglie e con le mie figlie,   Daniela e Simona. Vado a cenare fuori e al cinema. Appuntamento obbligatorio di ogni settimana!
È rimasto amico di qualche attore o personaggio televisivo con cui ha lavorato nel corso degli anni?
Certamente. Un mio carissimo amico è Ezio Greggio. Con lui abbiamo comprato una casa in comune in Sardegna nella quale passiamo quasi tutte le estati con le rispettive famiglie.
Lei conosce il nostro quartiere?
Come no. Ho tantissimi amici che abitano fra l'Axa e Palocco. Invidio molto la posizione della vostra zona. Avete tanto verde…e per me che amo la natura sarebbe il massimo vivere in un quartiere come il vostro!

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Sommario n° 48 - GEN. '01