Città metropolitana: ancora bugie!

di Caterina Raganella


Sui giornali di lunedì 6 novembre, una lunga intervista dell'assessore ai Rapporti Istituzionali del Comune di Roma, D'Alessandro, dava per imminente il varo della tanto sospirata Città metropolitana.
Eppure, solo agli occhi di chi non è a conoscenza della materia, quell'intervista può dare speranze, ahimè mal riposte, di un radicale cambiamento dell'amministrazione comunale.
È certamente vero che, nel decennale dell'emanazione della legge 142 del 1990, istitutrice della figura della Città Metropolitana, l'argomento è tornato d'attualità, ma è altrettanto vero che il quasi-ex sindaco Rutelli sta cercando di portare a casa almeno un risultato prima che inizi la campagna elettorale (che lo vedrà capeggiare il centro-sinistra alle prossime elezioni politiche).
Dico almeno un risultato perché quello della Città Metropolitana è uno dei maggiori fiaschi dell'attuale amministrazione comunale.
E noi che viviamo in questa Circoscrizione lo sappiamo bene, visto che l'ex Sindaco prima ci aveva promesso di "sperimentare il Comune Metropolitano sul territorio della XIII Circoscrizione" (programma elettorale 1993); poi, ha pensato bene di boicottare pesantemente un referendum che, invece, gli avrebbe aperto la strada per un cambiamento epocale.
Anche la legge Prisco-Napolitano (Roma capitale) è un tentativo destinato a fallire per vizi di incostituzionalità, in quanto il Parlamento non può sostituirsi alle autonomie locali per le materie a loro delegate.
La domanda sorge spontanea: c'è stata mai vera volontà di arrivare alla Città metropolitana, considerato che dal 1990 sono ormai passati 10 anni?
Da residente in questa circoscrizione e da esponente politico di questo territorio credo di poter dare un contributo alla questione.
Per amore di chiarezza intanto indichiamo gli enti locali preposti a definire in primo luogo i confini della futura città (legge 265/99): Provincia e Comune di Roma.
Infatti se la legge 142/90 indicava la Regione quale soggetto preposto a delimitare i confini della nuova città, la legge 265/99, capovolgendo il concetto di cui sopra, dice che "il Sindaco del Comune capoluogo e il Presidente della Provincia convocano l'assemblea degli enti locali interessati".
Questo significa che il procedimento per delimitare l'area metropolitana si articola in due fasi:
1) proposta (di delimitazione dei confini) da parte degli enti locali interessati;
2) delimitazione dell'area metropolitana da parte della Regione entro 180 giorni dalla proposta (della conferenza metropolitana).
Nel caso la Regione resti inadempiente, il Governo provvederà alla delimitazione della città metropolitana.
Adesso sappiamo chi deve fare e cosa. Come cittadini possiamo dare un contributo attraverso una serie di considerazioni che sono: i confini della città metropolitana non dovrebbero andare oltre quelli dell'attuale Comune di Roma con l'aggiunta di alcuni Comuni limitrofi (Fiumicino, Ciampino) per evitare il rischio di creare un'entità altrimenti ingovernabile; la Provincia di Roma deve continuare ad esistere proprio perché molto vasta ma con distinzione marcata di ruolo e competenze dalla costituenda città metropolitana.
Non si può non pensare ad uno Statuto speciale per l'intera Regione Lazio all'interno della quale si potrà definire il ruolo di Città Capitale che Roma rivendica.

Caterina Raganella - Forza Italia XIII Circ.ne

Il Decentramento
Somm. Nov. '00 - N° 46