|
in qualche modo eccezionale.
Parte di questa scommessa la Compagnia Scenari Paralleli di Paolo Perelli l'ha vinta già dal 29 settembre.
E non solo per come ha saputo trasformare l'ex Cucciolo nel Teatro Centrale di Ostia (che ora si presenta in veste elegante e confortevole, con 2 sale teatro, da 240 e 80 posti, un Bar interno e una Biblioteca di spettacolo), ma per la scelta, non ovvia e perché no sottilmente astuta, del testo con cui inaugurare la prima stagione di questo nuovo teatro: Tra moglie e marito di Antonio Amurri.
Rispetto a ciò due osservazioni vanno fatte subito: la prima è che la compagnia Scenari Paralleli possiede doti recitative mature e raffinate adatte alla commedia leggera; la seconda è che il teatro, anche quando è lontano dalle grandi problematiche dei testi impegnati, resta uno strumento assai efficace per la diffusione di idee e la riflessione su di esse. Tra moglie e marito presenta una serie di situazioni che ruotano tutte intorno ad un argomento vicinissimo alla vita di chiunque, il rapporto di coppia (analizzato con una "scientifica obiettività" in tutti i suoi tic e clichettes attraverso una serie di casi limite), e lo fa utilizzando un registro che spesso viene considerato "minore": quello della comicità. Paolo Perelli (regista dello spettacolo oltre che attore) ha saputo sfruttare al massimo la bravura e la naturalezza dei suoi attori (Ciro Ruoppo, Luisa Jacurti e Donatella Zapelloni), creando quella sincronia e quel movimento fondamentali per una comicità non banale.
I meccanismi del ris scattano come regolati da un metronomo, provocando comunque nello spettatore non certo una sensazione di artificiosità, bensì, al contrario, di estrema naturalezza.
È interessante notare come gli attori abbiano unito alla partitura comica (quella di un testo dove tutto è amplificato e esasperato) lo sfruttamento della propria fisicità.
Alcune caratteristiche fisiognomiche degli attori stessi, come quelle del viso o di un movimento particolare del corpo, diventano parte integrante dei personaggi, tanto che non potremmo immaginarci, ad esempio, la donna non avvenente (sposata unicamente per denaro) che tenta di sedurre il marito, con un aspetto differente da quello di Luisa Jacurti.
Oppure la casalinga leggermente nevrotica che corre per casa rassettando e dimenticando sempre elettrodomestici in funzione (il forno, la lavatrice..) con un modo di camminare e di parlare che non sia quello di Donatella Zapelloni.
Infine i due papà tifosi, "drogati" a tal punto di calcio che finiscono per far diventare la nascita dei propri figli una situazione da stadio, se non con i lineamenti e i tic di Paolo Perelli e di Ciro Ruoppo.
Qualsiasi elemento nello spettacolo dà un contributo icisivo a creare un tutto armonico: i costumi (di cui si è occupata Caterina Filippini, entrata nel 1996 a far parte della Compagnia Scenari Paralleli come ballerina e coreografa), la musica (di Renzo Ruggeri) e soprattutto il corpo di ballo (guidato dal coreografo Franco Bellani che attinge con furbizia dalla propria esperienza televisiva) che crea degli intermezzi tra una scena e l'altra molto vivaci e ben articolati.
È davvero un "teatro delle emozioni", come la compagnia stessa lo ha definito, e potrebbe mai fallire un'iniziativa che spinge le persone ad "emozionarsi" invece di restare inebetite di fronte alle sonnolente vicende del Grande Fratello?
Come non essere entusiasti del fatto che, finalmente, c'è un luogo, un punto di incontro e di formazione alternativo a ciò che abbiamo avuto fino ad ora?
Oggi è veramente una giornata speciale per Ostia; questo Teatro è importante per tutti noi …e non solo per oggi ma per tutti i giorni, mesi, anni in cui continuerà a crescere.
|
|