Una città senza guida?
di Carlo Barretta

Da Zeus n° 44 - Settembre 2000

Negli ultimi anni si è molto discusso sul primato dell'Economia nei confronti della Politica, convinti che un'espansione costante della produzione potesse, come per incanto, porre rimedio ai bisogni sociali dei cittadini.
Laddove vi è ricchezza, si diceva, i problemi si risolvono rapidamente, dimenticando così le diversità sociali, culturali, generazionali e geografiche, nonché l'essenza stessa dell'individuo.
Tale teoria mostra le sue lacune ed è fautrice di danni enormi, che puntualmente vanno a ricadere sui soggetti più deboli della società.
In un contesto simile, dove alle leggi dell'economia si sacrificano i principi fondanti della società, è necessario attivare apparati di autodifesa delle classi più ricche, che vanno da leggi sempre più severe ad assunzioni in massa di guardie pubbliche e private.
Quanto prima le dimore dei super ricchi si ergeranno sui cocuzzoli delle montagne, a guisa dei castelli feudali, in una scopiazzatura tecnologica del Medioevo.
È forse una visione pessimistica la mia, ma quello che accade intorno a noi lascia poco spazio all'ottimismo.
Vi è bisogno urgente di un recupero di valori, che non sono per nulla morti, come qualcuno vorrebbe far credere.
La recente G.M.G. lo sta ad indicare.
La politica deve riappropriarsi del suo ruolo, mettendo al centro dei suoi interessi l'individuo e non la lotta per il potere, fissando il terreno di scontro sui programmi e sui contenuti, e non in termini di immagine.
Nessuno finora si è posto il problema di quale danno arreca un'accelerazione così violenta della campagna elettorale a mesi di distanza dalle elezioni.
Il vuoto legislativo che di fatto sicuramente ci sarà, non sembra preoccupare più di tanto, le risposte ai tanti problemi del territorio verranno rinviati ancora una volta, sine die.
Una città come Roma, dalle mille necessità, si vedrà privata della sua guida per molti mesi e i partiti, già oggi, dimostrano uno stato di fibrillazione che lascia poca speranza a quanti hanno creduto che questo scorcio di legislatura sarebbe stato speso per dare risposte alle periferie, parzialmente penalizzate dalla forte attenzione per le opere giubilari.
Decisioni importanti come gli articoli 11, il piano di zona di Stagni, il Patto territoriale di Ostia Antica, il piano del traffico, probabilmente non vedranno la luce in questa legislatura con grave nocumento per i cittadini residenti e a causa dell’ambizione dei singoli e a difesa degli interessi dei gruppi di potere che guardano con fastidio ai bisogni della gente.
Un modo di far politica che ha allontanato milioni di cittadini dalle urne.
Chi si è avvicinato alla politica senza nutrire grandi ambizioni personali o di carriera, si trova a dover lottare per le proprie idee e deve far forza su di esse per non lasciarsi prendere dallo scoramento, che costituisce il primo segnale di resa.
Mi auguro che ciò non avvenga e che vi sia ancora spazio per gli idealisti, razza in via di estinzione, con le conseguenze che tutti, giornalmente, possiamo vedere.

Carlo Barretta - consigliere D.S. in XIII

Maggioranza e opposizione
Somm. Sett. '00 - N° 44