Il contrasto

 

 

Nel momento in cui si confrontano questi Cinque Punti dell’Arminianesimo con l’acrostico che forma “TULIP”, è chiaro che i Cinque Punti del Calvinismo, risultano essere diametricalmente opposti a  “ I Cinque Punti dell’Arminianesimo”. Ciò che possiamo vedere chiaramente,  le “linee della battaglia”, come abbozzato dalle menti elevate di entrambe i campi; iniziamo col fare un breve confronto tra le due posizioni punto a punto.

PUNTO UNO. L’Arminiano dice che l’uomo ha pieno “ libero arbitrio” di scegliere o il mondo di Dio o quello di Satana. La Salvezza, tuttavia, dipende fortemente dall’opera   di fede dell’uomo.

Il Calvinista risponde che l’uomo non ancora nato spiritualmente è assolutamente servo di Satana, e interamente incapace di esercitare il suo volere liberamente per avere fiducia in Cristo. La salvezza, tuttavia, dipende dall’opera di Dio il quale deve voler dare all’uomo la vita prima di poter credere in Cristo.

PUNTO DUE. Arminio sosteneva che l’elezione era condizionale, mentre i Riformatori la dichiaravano incondizionata. Gli Arminiani credevano che Dio eleggesse coloro i quali Egli “sapeva in precedenza” avrebbero creduto nella Salvezza, così che la prescienza era basata sulla cosiddetta “condizione” stabilita dall’uomo.

I Calvinisti sostenevano che la “prescienza” si basava sull’intento o progetto di Dio, così che l’elezione non  aveva base nella condizione immaginata relativa alla parte dell’uomo, ma era il risultato del  libero arbitrio del Creatore in disparte dalla prevista “opera di fede” nell’uomo spiritualmente morto. Si noterà di nuovo che la seconda posizione di ogni parte è l’esito naturale della sua dottrina di uomo. Se l’uomo ha “libero arbitrio”, e non è al servizio di Satana e nel peccato, poi è in grado di fornire la “condizione” per mezzo della quale Dio può eleggerlo per salvarlo. Tuttavia, se l’uomo non ha libero arbitrio, ma è effettivamente al servizio di Satana e nel peccato, la sua unica speranza, poi, è quella che Dio abbia scelto di Suo libero arbitrio di eleggerlo alla Salvezza.

PUNTO TRE. L’Arminiano insiste sul fatto che l’espiazione (da cui egli intende senz’altro”redenzione”) è universale.

Il Calvinista insiste che la Redenzione è Particolare e/o individuale, vale a dire che L’espiazione Limitata si produceva attraverso Cristo alla Croce.

1.     ARMINIANESIMO – Cristo è morto per salvare nessuno in particolare, ma solo coloro i quali praticano, esercitano il loro libero arbitrio e accettano la Sua offerta della vita eterna.

       Quindi la Sua morte è stata un fallimento parziale dal momento   

       che quelli con la forza di volontà negativa andranno all’inferno.

2. CALVINISMO – Cristo è morto per salvare persone particolari cui

      erano state date Lui, per mezzo del Padre, nell’eternità passata.  

           La sua morte, tuttavia, è stata un cento per cento successo, in      quanto   tutti quelli per i quali Lui è morto saranno salvati, e per quelli per   i quali Lui non è morto riceveranno “giustizia” da Dio quando       saranno gettati nell’inferno.

PUNTO QUATTRO. L’Arminiano continua nell’asserire che, nonostante lo Spirito Santo cerchi di indirizzare tutti gli uomini verso Cristo ( dal momento che Dio ama tutto il genere umano per salvare tutti gli uomini), ancora, dal momento che La volontà di Dio è legata dalla volontà dell’uomo, lo Spirito può essere resistito dall’uomo se così l’uomo sceglie. Dal momento che l’uomo sa determinare se sarà salvato o meno, tiene fede la ragione che Dio almeno, “permette” all’uomo di ostacolare il Suo santo volere. Egli è disposto ad essere impotente di fronte alla volontà dell’uomo, così che la creatura possa “essere come Dio” nel momento stesso in cui Satana promise Eva nel giardino.

Il Calvinista replica che la grazia di Dio non può essere ostacolata, ma che il Signore possiede “grazia irresistibile”. Con  questo, egli non vuol dire che Jehova (Geova) annienta e distrugge l’ostinata volontà dell’uomo come un gigante compressore stradale!

La Grazia Irresistibile non è basata sull’onnipotenza di Dio, sebbene così potrebbe essere se il Signore desiderasse, ma, piuttosto sul Dono della Vita conosciuto come Rigenerazione.

Dal momento che tutti gli spiriti umani morti sono trascinati a Satana, il dio della morte, e tutti gli spiriti umani viventi sono trascinati irresistibilmente a Jehova (Geova), il Dio della vita, il nostro Spirito dà il Suo, a quelli scelti, lo Spirito della Vita!

Il momento in cui Egli compie così, la loro polarità spirituale è cambiato.

Dove essi erano morti, una volta, in trasgressioni e peccati, e orientati al diavolo, adesso sono resi “viventi in Gesù Cristo” e orientati a Dio.

È  a questo punto che viene a delinearsi un’altra differenza tra la teologia Arminiana e la teologia Calvinista.

L’Arminiano dice che l’ordine degli eventi è : Primo, l’opera di fede dell’uomo, poi, il dono di Vita di Dio.

Il Calvinista dichiara che l’ordine degli eventi è: Primo, il dono di Vita di Dio, poi, la Fede salvante.

PUNTO CINQUE. Finalmente, l’Arminiano conclude (piuttosto  logicamente) che, dal momento che l’uomo è salvato per mezzo del suo libero arbitrio nell’accettare Cristo, egli può essere perduto (dopo che è stato salvato) attraverso il cambiamento della sua opinione su Cristo. (Alcuni Arminiani aggiungerebbero che, conseguentemente, egli può perdere la sua salvezza commettendo qualche peccato, dal momento che la teologia Arminiana è una “teologia di opere e/o azioni” – almeno all’estensione che l’Uomo debba esercitare la sua propria volontà per poter ottenere la Salvezza. Questa possibilità di venir perduti, dopo che si è stati salvati una volta, è chiamata, dai seguaci di Arminio, “caduta dalla grazia”.

Se, di nuovo, dopo essere stati salvati, una persona volesse rivolgersi liberamente di nuovo a Cristo, ripentendosi dei suoi peccati,  potrebbe “ottenere di essere nuovamente salvata”.

Tutto dipende dalla continua forza di volontà positiva che l’uomo riesce a portare avanti fino alla sua morte.

Il Calvinista replica, piuttosto semplicemente che, dal momento che la Salvezza rappresenta interamente l’opera del Signore,  l’uomo non ha assolutamente altro da fare che “ottenere di essere salvato”, in primo luogo. È ovvio che “mantenere la salvezza” è anche il lavoro di Dio, a parte il bene o il male dalla parte del Suo eletto e/o scelto.

I santi “persevereranno” per la semplice ragione che Dio promette questo, assicurandoci che Egli finirà l’opera che ha iniziato in noi!

Di qui, il Punto Cinque di Tulip parla della “Perseveranza dei Santi”.

 

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