I 5 Punti di Calvino

 

I

                                                  “T”     Total Depravity

 Depravazione Totale

 

Il primo de I Cinque Punti del Calvinismo si ricorda facilmente sotto la “T” dell’acrostico formante la parola TULIP. “T” sta per Depravazione Totale.

Per capire appropriatamente la dottrina della salvezza, dobbiamo, innanzitutto, scoprire cosa s’intende per dottrina dell’uomo secondo la Scrittura. La Bibbia concorda con la posizione Arminiana la quale si basa sul fatto che L’uomo non è totalmente decaduto, o dichiara che egli è totalmente depravato ( completamente incapace di far fronte al suo stato peccaminoso per guadagnare , o contribuire alla sua propria salvezza). J.C. Ryle ha appropriatamente asserito:

“ Ci sono molti pochi errori e false dottrine delle quali non se ne può attribuire l’inizio alle visioni non sane relative alla corruzione della natura umana. Le visioni errate della malattia porteranno sempre con sè le visioni errate del rimedio.

Le visioni errate della corruzione della natura umana porteranno sempre con sè le visioni errate del grande antidoto e della cura della corruzione”.

 

Pienamente consapevole del fatto che iniziare con una falsa ipotesi deve significare finire con una terribile eresia, gli augusti teologi del Sinodo di Dort hanno formulato il primo punto de I Cinque Punti del Calvinismo in risposta a I Cinque Punti dell’Arminianesimo dei Rimostranti. L’uomo, essi hanno sostenuto, era “totalmente depravato.”

Adesso. Il punto è, cosa hanno voluto intendere i teologi della Riforma con il termine Depravazione Totale?

Per poter dare una risposta migliore potremmo iniziare esaminando ciò che questo termine non significa. Esso non traduce “depravazione assoluta”. Quest’ ultimo termine, invece, intende che uno esprime il male della sua natura peccatrice tanto quanto possibile in ogni momento. “Depravazione Totale”, non significa ulteriormente, che l’uomo è incapace di bene umano. Noi tutti sappiamo che i più malvagi del genere umano hanno un po’ di bene umano su se  stessi, proprio come i più buoni del genere umano hanno sempre un po’ di malvagità umana.

Abbiamo tutti letto racconti di criminali, di baroni alcolizzati, prostitute  in compagnia di venditori ambulanti drogati che hanno compiuto azioni di bontà umana;

 no, la dottrina della Riforma della depravazione totale dell’uomo non cerca di dire che non c’è nessun “bene” umano nell’uomo. Quando un uomo misura se stesso attraverso un uomo, egli è sempre capace di trovare qualcosa di buono in se stesso e negli altri.

 Depravazione Totale, secondo l’opinione dei  grandi della Riforma Protestante ( come Lutero, Calvino, e Knox), significa che l’uomo era come un cattivo malandato come potrebbe essere l’uomo. Ciò ha significato che l’uomo era al di là di procedere senza aiuto perché, come Paul (Paolo) dimostra, egli è nato in questo mondo “ morto in abusi, corruzioni e peccati” e, tuttavia, pienamente leale a Satana, il dio della morte. Di qui, ecco il ragionamento dell’apostolo:

“Voi avete camminato secondo il corso di questo mondo, secondo il Principe del potere dell’aria, lo spirito adesso lavora nei figli della disobbedienza….esegue il desiderio ardente della carne, esegue i desideri della carne e della mente, ed eravate attraverso la natura i figli dell’ira” (Eph. 2:2 – 3).

 

La depravazione dell’uomo, o l’Incapacità Totale di liberare se stesso dalla schiavitù del peccato, si basa sul fatto che il suo spirito umano è morto dalla nascita.

Depravazione Totale significa che l’uomo, nel suo stato naturale, è incapace di fare qualcosa  o di desiderare qualcosa che sia gradevole a Dio. Prima di essere rinato dallo Spirito Santo, e di essergli  dato lo spirito umano vivente, l’uomo è lo schiavo di Satana (“il Principe del potere dell’aria”) che conduce l’uomo a realizzare i desideri della carne i quali sono ostili a Dio. Alla vista di Dio “il miglior uomo di cuore e/o il più buono possiede solo pensieri cattivi perché essi sono orientati a compiere il bene umano per la gloria di se stesso o Satana, ma mai per la gloria del Creatore. Infatti, è ben descritto nelle parole della Scrittura:

“ogni immaginazione dei pensieri del suo cuore era continuamente  solo malvagità” (Gen. 6:5).

La Depravazione Totale dichiara come l’uomo possa pensare di avere nel cuore  molta “bontà”, ma la Bibbia dice:

“Il cuore è falso e ingannevole sopra ogni cosa e disperatamente maligno. Chi può saperlo?” (Ger. 17:9).

Dal punto di vista divino, gli uomini si trovano sotto la condanna perché essi amano il peccato; per peccato s’intende la disobbedienza alla volontà di Dio, e la mancanza di dare a Dio tutto della gloria. Quando l’uomo insiste sul fatto che egli ha ancora una favilla di bontà divina residente nel suo cuore, e che sta andando alla ricerca di Dio, il Mondo di Dio risponde:

”Non c’è nessuno onesto, nessuno! Non c’è nessuno che abbia capito, non c’è nessuno che sia andato alla ricerca di Dio”

mentre l’uomo è osservato e giudicato dall’esaltata posizione di assoluta onestà e santità di Dio, il Suo mondo dichiara:

“Questa è la condanna che la luce è venuta nel mondo, e gli uomini amano l’oscurità piuttosto che la luce, perché le loro azioni sono malvagie” (John-Giovanni 3:19).

L’uomo è totalmente depravato nel senso che ogni cosa che riguarda la natura rappresenta una ribellione contro Dio. L’uomo è leale al dio dell’oscurità e ama l’oscurità piuttosto che La Luce. La sua volontà, non è affatto libera. È diretta dalla carne al Principe della fosca oscurità. Depravazione Totale significa che l’uomo, di suo proprio “libero arbitrio” non prenderà mai una decisione per Cristo. Perfino il nostro Signore benedetto dice rudemente:

“ Voi  non verrete da Me, così voi potreste aver vita” ( Giovanni 5:40).

Perché il nostro Signore dice questo? Perché la volontà dell’uomo che non è ancora nato spiritualmente è diretta, attraverso i legami del peccato e della fine, al dio della morte spirituale. Essi sono, come Paolo disse a Timoteo, nella “trappola del diavolo” e “presi prigionieri da [ Satana] alla sua volontà” (cf. II Tim. 2:26).

Depravazione Totale significa che l’uomo naturale è completamente incapace di discernere la Verità. Infatti, l’uomo non ancora nato spiritualmente considera le cose di Dio come essere ridicole!

“L’uomo naturale riceve non le cose dello Spirito di Dio; poiché esse gli sono considerate sciocchezze. Né lui le può conoscere in quanto sono spiritualmente  distinte” (I Cor. 2:14).

La Depravazione Totale concorda con le Sacre Scritture. L’uomo non è in grado di vedere o sapere le cose che si riferiscono al regno di Dio, senza essere prima rigenerato dallo Spirito Santo. Uno spirito morto percepisce solo le cose dell’uomo e di Satana. Di qui le parole del nostro Signore a Nicodemo:

“ A meno che un uomo non sia ancora rinato, egli non può vedere il regno di Dio” (Giovanni 3:3).

I bambini non ancora nati non vedono la luce. Gli uomini morti non vedono la luce. Gli uomini naturali non ancora nati spiritualmente non hanno la possibilità di capire le cose di Dio. Essi sono morti (spirituali) non (ancora) nati che conoscono solo l’oscurità. Essi sono totalmente depravati, interamente incapaci di pensare, di percepire, o fare qualcosa che faccia piacere a Dio, fino a quando Dio vede adatto dar loro Vita e capacità di comprendere. La Fede segue il dono della Vita. Il dono della Vita è attraverso la volontà di Dio. Si presti attenzione all’ordine:

“ Dio che è ricco di misericordia e clemenza, per il Suo grande amore con il quale ci ha amato, perfino quando eravamo morti nei peccati, ci ha reso vivi insieme con Cristo (attraverso la grazia siete voi salvati”) (Eph. 2:4 – 5).

L’uomo non viene salvato da qualche atto mitico dipendente dal suo  libero arbitrio. Egli è salvato dalla grazia ( “benevolenza immeritata”) di Dio che prima gli da la vita e poi riempie di fede il suo cuore come libero dono. Paolo continua:

“ Poiché dalla grazia siete voi salvati attraverso la fede, e non di voi stessi: è il Dono di Dio. Non è di opere, per paura che l’uomo non debba vantarsi” (Eph. 2:8 – 9).

Osservate! La Salvezza è il Dono di Dio. Non è il lavoro dell’uomo. Dio ha decretato che le opere della carne non avranno nessun ruolo in questa “ così grande salvezza” che Egli fornisce da solo. È il Suo lavoro attraverso il dono della Vita. Egli ci ha rigenerati quando ancora eravamo nati nei peccati. Anche la fede è il Suo Dono. Noi siamo salvati dai mezzi di fede “che non sono di noi stessi”.

La Depravazione Totale insiste sul fatto che l’uomo non ha “un libero arbitrio” nel senso che egli è libero di confidare in Gesù Cristo come suo Signore e Salvatore. Questo primo punto, in risposta a I Cinque Punti dell’Arminianesimo, discute sul fatto che le Scritture insegnano che l’uomo è schiavo del peccato, che egli è spiritualmente morto, che ama l’oscurità piuttosto che la luce, e che sa “ascoltare” solo la voce di Satana, - a meno che Dio non gli dia orecchie per sentire  e occhi per vedere, perché fa piacere a Lui così fare (cf. Prov. 20:12). Di qui le parole di Gesù:

“ Perché non capite il mio discorso? Anche perché, voi non potete sentire la Mia Parola! Voi siete del vostro padre, il diavolo” (Giovanni 8:43 – 44).

Depravazione Totale significa che l’uomo non rigenerato è disperatamente immerso nel peccato, diretto da Satana con le corde della morte spirituale, e completamente disinteressato alle cose del Creatore. Quando verrà il tempo che quelle corde saranno spezzate, e la morte sarà sostituita dalla vita eterna, questa è l’opera di Dio che, solo, dà la fede che Egli desidera e compie quelle cose che Egli ama. Ecco il motivo per il quale Paolo dice all’ Eletto,

“ E’ Dio che lavora per te, sia per volere che per fare il Suo buon piacere!” (Fil. 2:13).

Proprio come Lazzaro che non avrebbe mai  ascoltato la voce di Gesù, né sarebbe mai “venuto a Gesù”, senza che prima gli fosse data la vita dal nostro Signore, così a tutti gli uomini “morti in abusi e peccati” deve essere data prima la Vita da Dio affinchè possano “venire a Cristo”.

Dal momento che gli uomini morti non possono voler ricevere la vita, ma possono essere innalzati dalla morte solo attraverso il potere di Dio, così l’uomo naturale non può, per mezzo del suo (mitico) “ libero arbitrio”, voler avere la vita eterna (cf. Giovanni 10:26 – 28).

La Depravazione Totale asserisce che la sola speranza dell’uomo perduto è un’elezione basata sul Proposito o piano di Dio. Solo coloro i quali sono “di Dio” ascoltano la voce di Dio chiamandoli a “ venire avanti” ( per nome)! Gesù disse a coloro i quali non hanno creduto in Lui:

“ Colui che è di Dio ascolta la parole di Dio. Voi, perciò, non ascoltate, perché non siete di Dio” (Giovanni 8:47).

 

 

II

“U “ Unconditional Election

Elezione Incondizionata

 

Il secondo de I Cinque Punti del Calvinismo si ricorda facilmente sotto la lettera “U” dell’acrostico che forma la parola TULIP. Quella “U” sta per Elezione Incondizionata. Questa dottrina è esposta avanti nella Confessione di Fede di Battista del 1689, in termini quasi identici a quelli della Confessione di Westminster e dei Trentanove articoli della Chiesa d’Inghilterra, così come quelle di Heidelberg e le Confessioni del Belgio e i Canonici di Dort.

“ Quelli del genere umano che sono predestinati alla Vita, a Dio, prima che si compisse la fondazione del mondo, secondo il Suo eterno e immutabile Proposito, e il parere segreto e il piacere della Sua volontà, avevano scelto in Cristo alla gloria eterna, fuori dalla sua semplice e libera grazia e amore, senza altra cosa nella creatura considerata come una condizione o una causa che Lo muovesse fino a ciò”.

Analizzando questo secondo punto, ricorderemo che la visione Arminiana riguarda il fatto che la prescienza si basava sulla volontà dell’azione positiva dell’uomo come la condizione o la causa che  muoveva Dio ad eleggerlo alla salvezza.

Ogni cosa di queste grandi confessioni, in accordo con i Riformatori Protestanti, dichiara che l’elezione è “incondizionata”. In altre parole, la prescienza di Dio si basa sul Suo decreto, sul Suo piano o proposito che esprime la Sua volontà, e non su qualche atto previsto di forza di volontà positiva da parte dell’uomo. Dobbiamo rivolgere la nostra attenzione, tuttavia, alle Scritture, per scoprire se la prescienza si basa sulla volontà e sul proposito dell’uomo  o sulla volontà e il proposito di Dio.

Paolo asserisce:

“ Noi sappiamo che tutte le cose operano insieme per il bene di coloro che amano Dio, di coloro che sono i chiamati secondo il suo Proposito, per coloro che Egli ha conosciuto in precedenza, e che Egli ha predestinato…” (Rom. 8:28 – 29).

Qui vediamo che l’elezione si basa sul piano divino (“secondo il Suo proposito”) così che la prescienza, anche, si deve fondare sul proposito di Dio, e non sulle opere degli eletti. Questo è anche il motivo per cui Paolo attesta:

“ Per i bambini che non sono ancora nati, né che hanno fatto bene o male, che il proposito di Dio potrebbe essere quello secondo l’elezione, non di opere, ma di Lui che ha chiamato…. È scritto, “Giacobbe ho Io amato, e Esau ho Io odiato”” (Rom. 9:11).

Qui l’apostolo dichiara che la base dell’elezione è in Dio stesso, vale a dire nella Sua volontà e nel Suo proposito, e non in un atto di fede o qualche “condizione” (come Arminio direbbe) nei bambini per bene o male. L’elezione è incondizionata. L ’uomo non può far nulla per meritarla.

Le Scritture mettono l’accento sul fatto che Dio non elegge persone per essere salvate in merito a  qualche bene o grandezza prevista in essi. Al contrario, Egli si diletta ad usare il debole, il meschino, l’ignobile in un modo che garantisca che Egli solo guadagnerà la gloria!

“ Vedete la vostra vocazione, confratelli, quanto  molti uomini non giudiziosi dopo la carne, non molto vigorosi, non molto nobili, sono invocati: Ma Dio aveva scelto le cose sciocche del mondo per stupire il mondo! Dio aveva scelto le cose deboli del mondo per stupire le cose che sono forti; e le cose  meschine del mondo, e cose che sono disprezzate, aveva Dio scelto, certo, e cose che non sono, per portare a niente cose che sono: che nessuna carne dovrebbe gloriarsi alla Sua Presenza.” (I Cor. 1:26 – 29).

Nella sua lettera a Timoteo egli riafferma l’elezione incondizionata soprattutto quando scrive:

“Dio ci ha salvati e chiamati con una santa vocazione, non secondo le nostre opere, ma secondo il Suo proposito e la Sua grazia, che ci è stata data in Cristo Gesù prima che il mondo cominciasse….” (Tim.1:9).

Ancora, la nostra chiamata o “elezione” non è condizionata da qualcosa che l’uomo fa per Dio (tale come l’esercizio della forza di volontà positiva), ma “secondo il Suo proprio proposito”. L’elezione è “incondizionata” fino a che riguardano le opere dell’uomo.

 Tuttavia, l’affermazione più spuntata che l’uomo non fa la scelta di Dio,  dal momento che la sua natura depravata è capace di essere “positiva” solo verso Satana, è  quella di Gesù che ha testimoniato:

“ Voi non avete scelto  Me, ma Io ho scelto voi” (Giovanni 15:16, cf. v. 17).

Infatti, secondo Paolo, quella scelta  è stata compiuta da Dio prima che Egli abbia mai fatto tanto quanto una singola cosa!

“Secondo cui Egli ci ha scelto in [Cristo] prima della fondazione del mondo” (Eph. 1:4).

È equivalente alla bestemmia per ognuno argomentare sul fatto che l’uomo è capace, di sua propria volontà, prendere o compiere una decisione per Cristo, quando il Figlio di Dio dice in parole che non possono essere fraintese:

Nessun uomo può venire a Me, eccetto il Padre…..traccialo” (Giovanni 6:44).

Solo a coloro i quali il Padre ha considerati adatti a scegliere di Sua libera volontà, a parte da qualche condizione sulla loro parte, solo a loro è data la fede per credere alla salvezza.  Da notare la chiara testimonianza di Luca:

“ E quando i Gentili (non ebrei) udirono questo, furono lieti, e glorificarono il Mondo del Signore;  e tanti quanti furono ordinati alla vita eterna, credettero!” (Atti 13:48).

Il Signore Gesù insiste sul fatto che la Vita e la Fede sono l’opera di Dio, non quella dell’uomo. Egli dice:

“.. ..Il Figlio ha dato la vita a coloro che Egli vuole” e

“Questa è l’opera di Dio, che voi crediate in Lui che Dio ha inviato” (Giovanni 6:29; 5:21).

In tutta onestà, l’evangelista che dice alla massa, “Chiunque viene a Cristo non vuole, in nessun modo, essere abbandonato”, dovrebbe aggiungere le parole precedenti di Cristo:

“Tutto ciò che il Padre ha dato a Me verrà a Me…” (Giovanni 6:37).

Chi è quello che non sarà abbandonato? Tutti coloro che vengono a Lui! Chi, poi, verrà al Salvatore? Egli dice, “tutti quelli che il Padre ha dato a Me”. La scelta di chi verrà a Cristo è quella  di Dio, non quella dell’uomo.

Attualmente c’è una splendida visione di elezione incondizionata data dal nostro Signore quando disse ai capi d’Israele:

“ Io vi dico, molte vedove erano in Israele nei giorni di Elijah… ma a nessuna di loro fu inviato Elijah, salvo che ad una vedova di Zarepath….molti lebbrosi erano in Israele al tempo di Elisha….e nessuno di loro fu purificato, salvo Naaman il Siriano (Luca 4:25 – 27, cf. Isa. 65:1).

Non c’era nessuna condizione in Naaman o nella vedova di Zarepath i quali potrebbero essere descritti come “buoni”, eppure Dio ha ritenuto idoneo operare in libera grazia verso di loro, sebbene entrambi fossero pagani. Egli ha evitato coloro i quali erano impegnati nel “trattenere la legge di Mosè”,  e che hanno portato un favore non meritato sopra quelli che non Lo hanno conosciuto.

Certo è che l’inevitabile accadde nel momento stesso in cui Gesù cominciò a parlare di elezione incondizionata, la scelta di Dio di operare in grazia senza alcuna condizione di bene nel Suo fine.  Provarono ad  abbandonarLo su una rupe alla Sua morte!

L’uomo ribelle, arcigno, amaro, nel suo stato non rigenerato, odia ogni dottrina che rifiuti di dare all’uomo almeno una parte della sua gloria! Ecco un altro esempio! Quando Gesù ebbe finito il Suo grande ed importante discorso sul fatto che Egli sia il “Pane sceso dal cielo,” egli disse:

“Tuttavia Io ho detto a te che nessun uomo può venire a me a meno che non è stato dato a Lui dal Mio Padre.  Da quel momento molti dei Suoi discepoli andarono indietro, e non camminarono più con Lui” (Giovanni 6:65 – 66).

Perché? Perché il Figlio di Dio insisteva che l’elezione si basa sulla volontà di Dio e non su quella dell’uomo!  Egli li ha privati della loro nozione che qualche condizione di bene, quella che li portava alla loro elezione, è esistita in loro.

Se fosse per l’uomo, egli non crederebbe mai, in quanto l’uomo è totalmente depravato, totalmente incapace di cosa sia il bene.

Lasciato da solo a prendere e/o a compiere una decisione in nome di  Cristo, senza che prima gli vengano dati vita e fede per mezzo di un atto di Dio, l’uomo “non verrebbe mai a Gesù”.

“Voi non verrete a Me, voi che potreste aver la Vita” (Giovanni 5:40).

‘Questo significa non che Io ho scelto Te.

Poiché, il Signore, che non potrebbe essere:

Questo cuore ti rifiuterebbe ancora Tu non hai scelto me!                            

                                                     Josiah Condor

 

 

III

“L” Limited Atonement

Espiazione Limitata

Giungiamo, adesso, ad analizzare quello che può ben considerarsi il più difficile de I Cinque Punti del Calvinismo in quanto la comunità Cristiana è stata piuttosto condizionata emozionalmente da false pratiche alzatesi fuori dalla falsa dottrina relativa ai missionari e ai fondi comuni.

Quando parliamo dell’opera meritoria di Cristo sulla croce, diciamo, giustamente, che Egli è morto per tutti gli uomini ugualmente e similmente (così come dicono gli Arminiani), o attestiamo, più accuratamente, (con i Calvinisti), che Cristo è morto solo per gli Eletti (dal Signore)?

Prima di saltare ad una conclusione affrettata, basata sulle emozioni e su tradizioni religiose, diamo uno sguardo a ciò che il Mondo di Dio e la logica perseverante dicono su questa questione di estrema importanza. 

Molto di quello che pensiamo sulla morte espiante di Cristo sarà temperato da ciò che noi riusciamo a capire come quello che la parola “mondo” significa. Nel Vangelo di Giovanni questa parola ha un senso speciale in quelli che sono i sette diversi significati: 1) il senso classico, vale a dire l’universo sistematico, 2) la terra stessa, 3) gli abitanti umani della terra, da metonimia 4) l’umanità sotto il giudizio del Creatore, alienato dalla Sua Vita, in senso etico, 5) il pubblico che era di Cristo, Ebreo in particolare, 6) il regno delle forze maligne, tanto angelico quanto umano, pure legato alla terra, e 7) gli uomini fuori da ogni tribù e nazione, ma non tutte le tribù e nazioni come insieme e totalità.

In altre parole, il termine “mondo” può riferirsi a tutto quello che Dio ha creato, o alla sfera terrena sulla quale abita il genere umano, o al genere umano come totalità, o ai contemporanei Palestinesi del nostro Signore, l’Ebreo in particolare, o a tutte le forze malvagie legate alla terra e in ribellione contro Dio, o a persone selezionate fuori da ogni tribù e nazione sulla faccia della terra. Ovunque il mondo compaia, esso deve essere considerato in contesto nello stesso modo in cui la parola “tutto” deve essere esaminata. Ad esempio, le Scritture registrano i Farisei come dicenti:

“ Scorgi! Il mondo è divenuto dopo di Lui!” (Giovanni 12:19).

Adesso è ovvio dal contesto che non tutta l’umanità seguiva Gesù, poiché i parlatori stessi rifiutavano di fare in tal modo. Ulteriormente, ci viene assicurato che non ogni essere umano sulla faccia della terra ha seguito il Salvatore. In quella occasione, “il mondo” include solo quelle persone, sia Ebreo che non Ebreo, che erano attratte  entusiasticamente dal seguire il nostro Signore (poiché essi avevano udito che Egli aveva eletto Lazzaro tra i morti). Si prenda il Testo Aureo come esempio:

“ Per Dio che ha così amato il mondo, che ha dato il Suo solo Figlio generato, che chiunque ha creduto in Lui non dovrebbe perire, ma avere la vita eterna” (Giovanni 3:16).

L’Arminiano, logicamente, presume che la parola “mondo” faccia riferimento a tutta l’umanità perché egli crede nella post -destinazione (“destino determinato dopo che Dio prevede l’opera di forza di volontà positiva dell’uomo verso Cristo”). Il Calvinista, logicamente, presume che la definizione di mondo sia “uomini fuori da ogni tribù e nazione, ma non tutte le tribù e le nazioni considerate come totalità”.

Questo matura fuori dalla sua convinzione che le Scritture insegnano che l’elezione si basa sul proposito di Dio il quale non è affetto da nessuna condizione sulla parte dell’uomo, dal momento che la volontà dell’uomo non è libera, ma diretta da Satana, dal peccato, e dalla morte.

Vedi, se si crede che la Bibbia insegna che Dio è sovrano, che il Suo piano è immutabile, e la Sua elezione incondizionata, si deve concludere che l’espiazione è limitata  a coloro i quali Egli ha scelto liberamente di volere come oggetti di grazia. (       Attualmente,  “grazia” significa “favore non meritato”. È un atto che è totalmente non meritato, così che il termine, dalla sua vera natura di definizione, nega l’elezione condizionale). La visione Arminiana insiste sul fatto che è l’opera di fede dell’uomo che merita il suo venir eletto secondo la prescienza di Dio. Se tale è il caso, l’uomo è salvato dalle opere, e non dalla grazia di Dio, perché ha fatto almeno una cosa piacevole a Dio, e tutto da solo! Paolo ha capito questo ed ha affermato che noi siamo

“ giustificati liberamente dalla Sua grazia…” Rom. 324.

Per ritornare brevemente a Giovanni 3:16, facciamoci questa domanda “Per chi Cristo è morto? Tracciamo di nuovo il verso con le domande:

1.     Chi è che non perirà ma avrà la vita eterna?

2.     Chi è che crederà secondo le Scritture?

3.     Chi, poi, è incluso nella parola “mondo”?

Quasi tutti concorderanno sul fatto che la risposta alla prima domanda è “chiunque ha creduto in Lui”. L’Arminiano risponderà alla seconda domanda , “chiunque, di suo libero arbitrio, sceglie di confidare in Cristo”.

Il Calvinista risponderà, “ Quelli che il Padre sceglie in Cristo, di Sua libera volontà.” Adesso, si nota qualcosa di sorprendente! Entrambi sono, in presenza di queste affermazioni, concordi sul fatto che la parola “mondo”, in termini di coloro per i quali Cristo è morto, vale a dire i Credenti, significa “uomini fuori da ogni tribù e nazione, ma non tutte le tribù e le nazioni come totalità”, dal momento che non tutti crederanno in Cristo.

L’Arminiano deve almeno concordare sul fatto che sebbene il sangue di Cristo sia sufficiente alla sua stima e al suo valore (dal momento che si tratta del “sangue di Dio”), e la Sua morte sia di infinito valore agli occhi di Dio, è efficiente o efficace solo per quel che riguarda gli eletti ( sia che la visione sia condizionale sia che si tratti di elezione incondizionata). Attualmente la visione Arminiana non è difendibile ne sostenibile. La sua sola via  è dire che la volontà di Dio è frustrata dall’uomo, perché Cristo presumibilmente è morto per tutti gli uomini che Dio voleva salvare, ma non poteva.

Questo, certo, significherebbe che Dio non è onnipotente, e che Cristo ha guadagnato solo una piccola vittoria alla croce, dal momento che  sono morti più uomini senza fede e increduli di quelli che sono andati a gloriarsi attraverso la fede nell’opera finita del Salvatore, al Calvario.

Qualcuno piangerà, Pietro dice:

“ Il Signore non…. vuole che alcuno perisca! ( II Pietro 3:9).

Vero, ma siamo leali alle regole della grammatica e dell’interpretazione Inglese (o Greca, se si è in grado, dal momento che entrambi arrivano alla stessa conclusione).

Si inizia rispondendo alla domanda, ‘ per chi è la sua seconda epistola, su cui è fondata ed indirizzata questa dichiarazione?’ Si ascolti  la risposta dell’apostolo:

“ Simon Pietro… a coloro che hanno ottenuto una simile fede preziosa con noi per mezzo dell’onestà di Dio e del nostro Salvatore, Gesù Cristo” (II Pietro 1).

Egli scrive ai Credenti, agli eletti, a quelli la cui fede resta ferma all’onestà di Dio, e non a qualche condizione di onestà in mano a se stessi!

Poi,  domanda, “Qual è il contesto del paragrafo su cui si fonda il verso in questione?”

La risposta è;

“ Dov’è la promessa della sua venuta?” (Pietro 3:4).

Poi,  esamina la risposta di Pietro:

“ Il Signore non è lento nella Sua promessa, come invece alcuni uomini contano lentezza, ma è lunga sofferenza rivolta a noi… “ (II Pietro 3:9).

Soffermati un momento e dai una risposta  giusta alla domanda, ‘ A chi si sta rivolgendo Pietro quando usa il pronome personale “us” (a noi) ? ’ vuole significare tutti, allo stesso modo eletti e perduti, o invece sta scrivendo

a coloro che hanno ottenuto una simile fede preziosa con noi? (II Pietro 1:1)

come dice alla fine di questa epistola?la risposta ovvia è che Pietro sta parlando solo ai Credenti quando dice “us” (noi).

Perché la lunga sofferenza del Signore riguarda la sua venuta promessa? Per la semplice ragione che Egli

“non vuole che nessuno di (NOI) perisca, ma che tutti (NOI) dovremmo venire al  pentimento” (Pietro 3:4).

Si suppone che Gesù abbia estasiato la chiesa nel 1850!

Dove saresti? Certamente non avresti ” creduto al Signore Gesù Cristo” di tua volontà fino alla salvezza e ad un posto nella chiesa che è la Sua sposa!

Nessuno può prendere il versetto II di Pietro 3:9 per sostenere la posizione Arminiana senza strapparla fuori dal contesto, usandola erroneamente al reprobo, e rompendo le regole basilari per l’interpretazione del piano Inglese o Greco. La posizione di Pietro, lì, come ovunque, è che Cristo è morto per noi (gli eletti) e non per il mondo intero. Egli concorda con Paolo quando ha scritto:

“ Poichè (Dio) ha fatto (Cristo) per essere peccato per noi..”

“ Dio ha raccomandato il Suo amore verso di noi in quello, mentre noi eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi! (II Cor. 5:21; Rom. 5:8).

La sola definizione della parola “mondo”, così com’è usata nelle Scritture, che adatteranno ogni paragrafo trattante l’argomento della salvezza degli eletti, è quella degli ”uomini fuori da ogni tribù e nazione, ma non tutta l’umanità come una totalità”.

“Se Dio è per noi, chi può essere contro di noi? Egli  che non ha usato il Suo Figlio, ma Lo ha consegnato a tutti noi, come non ci  ridarà liberamente tutte le cose? Chi metterà ogni qualcosa a carico degli eletti di Dio? (Rom. 8:31 – 33).

Cristo non è morto per tutti gli uomini. L’ Espiazione è stata limitata! La Redenzione è stata particolare! Solo l’eletta sposa di Cristo è stata oggetto del Suo amore. Paolo dice specificatamente:

“ Cristo ha amato la chiesa, e ha dato Se stesso per essa ( la chiesa)” (Eph. 5:25).

I cosiddetti “tutti” per cui il Salvatore è morto non sono gli eletti che il Padre ha scelto di darGli come Sposa “santa e perfetta”. Lui non ci ha eletti perché eravamo santi e innocenti!  Paolo dice che Dio

ci ha scelti in Cristo prima della fondazione del mondo, e che saremo santi e senza biasimo prima di Lui; avendoci predestinati nell’amore…” (Eph. 1:4).

Non scelti “perché”, ma scelti “affinchè” potessimo essere santi e perfetti prima di Dio. Noi siamo stati predestinati “nell’amore”perchè a nessun punto delle Scritture il termine “amato da Dio” è applicato a nessun’altra persona dei santi! Non è mai applicato al mondo in libertà, dove il reprobo sarebbe incluso. Sul secondo dimora “l’ira di Dio”, mentre sul primo “non c’è nessuna condanna”. Solo gli Eletti sono gli oggetti dell’amore di Dio.

“ …il Nostro Signore Gesù Cristo ….ha dato Se stesso per i nostri peccati, che potrebbe liberarci da questo attuale periodo malvagio secondo la volontà di Dio nostro Padre; a chi sia la gloria per sempre! Amen (Gal. 1:3 – 5).

Prendiamo un vero e chiaro esempio del fatto che la Bibbia insegna l’espiazione limitata. Nel decimo capitolo del Vangelo di Giovanni il nostro caro Signore Si identifica come Geova, “il Buon Pastore” del Salmo 23. Quando Egli parla della Sua “pecora”, è ovvio che si  sta riferendo a quegli eletti a cui il  Padre ha dato Lui per Se stesso. Egli dice:

“Io sono il Buon Pastore, e conosco la Mie pecore, e sono conosciuto dalla Mie” (Giovanni 10:14).

Chi sono le Sue pecore che Lo conoscono e che Egli conosce? Non può esserci nessun dubbio sulla risposta, ‘le Sue pecore sono i Credenti, quelli eletti’. Da notare  la seguente attestazione:

“Io depongo la Mia vita per le pecore” (Giovanni 10:15).

In altre parole, quando Cristo diede la Sua Vita sulla croce del Calvario, Egli la depose per le Sue pecore, per gli eletti del Padre! Non tutti gli uomini sono inclusi in quel termine “ le Mie pecore”. Perciò, Cristo non ha deposto la Sua Vita per tutti gli uomini. A quelli che resistettero a Lui, in quella occasione, Gesù gridò ed esclamò:

“ Voi non credete!” (Perché?) “ perché non fate parte delle mie pecore, come Io vi ho detto” (Giovanni 10:46).

Il reprobo, il non – eletto, il non credente non è incluso nel numero di coloro per i quali Cristo ha deposto la Sua Vita. Egli è morto solo per le Sue pecore. Ulteriormente, quando Egli le chiama per nome, esse Lo seguono anche perché il Padre ha predestinato che esse dovevano! Si noti le Sue parole:

Le Mie pecore ascoltano la Mia voce, e Io le conosco, e  seguono Me!” (Giovanni 10:27).

Egli la vita eterna come dono libero a quelli che il Padre ha  dato a Lui prima che l’universo fosse creato! La salvezza è l’opera dell’irresistibile, onnipotente Dio, il Solo “più grande di tutti” gli altri (angeli e uomini inclusi!).

“Mio Padre che ha dato loro a Me, è il più grande di tutti…” (Giovanni 10:29).

Le Scritture non insegnano che Cristo è morto per salvare ognuno dai propri peccati. Ci viene detto chiaramente che la Sua morte   è stata disegnata per la salvezza della Sua gente, che il Padre ha scelto nella passata eternità.

“ Voi siete una generazione scelta,… persone di Suo possesso…” (I Pietro 2:9).

Perché il Calvinista crede all’Espiazione Limitata? Per la semplice ragione che Cristo e i santi apostoli hanno creduto in essa e l’ hanno insegnata!

“ Voi chiamerete il Suo nome Gesù, poiché Egli salverà la Sua gente dai propri peccati” (Matteo 1:21).

Dio raccomanda il Suo amore a NOI nel mentre che

“noi eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per NOI” (Rom. 5:8).

 

 

IV

“I” Irresistible Grace

Grazia Irresistibile

Il quarto punto del Calvinismo risponde al quarto punto dell’Arminianesimo con la “Grazia Irresistibile” contro la “Grazia Ostruibile”. Il Calvinista insiste sul fatto che la salvezza è basata sulla volontà Libera di Dio, e dal momento che Dio è onnipotente, la Sua grazia non può essere resistita.

L’Arminiano replica che la salvezza è basata sì sulla volontà libera ma dell’uomo il quale è capace di respingere la volontà sovrana di Dio ( anche quando è blandito dallo Spirito Santo). Egli è potente abbastanza per ostruire o resistere alla grazia di Dio che vuole disperatamente che tutti gli uomini siano salvati!

Forse dovremmo meglio iniziare definendo la parola Greca charis che è consistentemente tradotta “grazia” nel Nuovo Testamento. Il significato basilare della parola è “favore non meritato”. La grazia è qualcosa che Dio fa per l’uomo, che l’uomo non merita – che non merita neanche per sogno. Se l’uomo merita ciò che ottiene da Dio, vuol dire che lo ha guadagnato. Le opere meritano ricompensa, ma lui che non ha opere per condizionare il favore di Dio deve gridare per la grazia. Questa è la base per la contesa di Paolo che

“ a  chi ha operato è la ricompensa non calcolata di grazia , ma di debito! Ma a colui che non ha operato, ma ha creduto a chi giustificava l’empio , la sua fede è imputata per onestà (Rom. 4:4 – 5).

Dal momento che fede è il “dono di Dio” e  “non delle opere”, è un atto di grazia (di “favore non meritato”) da parte di Dio. Se il l’opera di fede è l’opera dell’uomo, poi Dio è indebitato con lui. Tuttavia, se fede è opera di Dio e dono di Dio all’uomo, poi l’uomo non possiede, assolutamente, nessuna condizione in se stesso che possa fargli meritare la salvezza come ricompensa.

“(Dio) ci ha salvati…non secondo le nostre opere, ma secondo il Suo proprio proposito e grazia, che ci è stata data in Gesù Cristo prima che il mondo iniziasse”

 ( II Tim. 1:9).

Cosa vuol dire quando il Calvinista parla di “Grazia Irresistibile”? Rispondiamo prima in negativo.

Non significa che Dio fa violenza allo spirito dell’uomo forzandolo a fare qualcosa che non vuole fare (egli non forzò Giuda a fare quello che egli fece. Giuda agì liberamente, secondo il piacere di Satana suo maestro, facendo quello che il suo spirito umano morto, la sua anima peccatrice e corrotta, dettarono ciò che lui doveva fare. Ciò evidenzia, in maniera precisa, perché Cristo, sapendo che aveva scelto di stare con lui giorno dopo giorno, durante i suoi trent’uno anni e mezzo di pubblico ministero, scelse Giuda). Giuda, senza coercizione, eseguì la volontà di Dio ( cf. Atti 2:22 – 23).

“Irresistibile”, quando è riferito alla grazia di Dio verso i Suoi Eletti, significa che Dio, di sua liberà volontà, dà vita a quelli che Egli sceglie. Dal momento che lo spirito umano vivente, il quale “è nato “ in Dio, trova il Dio Vivente interamente irresistibile, proprio come uno spirito umano morto trova il dio della morte (Satana) interamente irresistibile, il Signore “ravviva” (“rende vivi”) tutti quelli che Egli ha scelto in Gesù Cristo prima della fondazione del mondo. È il dono della Nuova Natura che ci fa trovare Gesù Cristo interamente irresistibile. Un maiale, a causa della sua vera natura, ama rotolarsi nel fango e nel letame, mentre un agnello, a causa della sua vera natura, disdegna il fango stagnante.

Ancora, quando Dio dà ai Suoi eletti, che sono i diretti oggetti del Suo amore, una “nuova natura”, le cose vecchie muoiono e tutte le cose divengono nuove! La nuova natura, che è lo spirito umano vivente, una nuova creazione in Cristo, trova Dio irresistibile così come il suo spirito umano”morto” in precedenza ha trovato il diavolo “irresistibile”.

L’Arminiano, tuttavia, insiste sul fatto che il Dio onnipotente può essere ostacolato nella sua volontà di salvare tutti gli uomini dalla debole e impotente volontà di ogni individuo. In altre parole, lo Spirito Santo Stesso è reso impotente  a poter comunicare la vita, se è piacere del peccatore  resistere il disegno dello Spirito di Dio. Questo è contrario alle parole di Gesù:

“ Il figlio dà la vita a chi Egli vuole….” (Giovanni 5:21).

Da nessuna parte, la Bibbia dice che l’uomo sceglie la vita eterna di suo libero volere.

Contrariamente le Scritture attestano che chiunque il Padre dà al suo caro Figlio verrà, perché è il suo volere che essi vengano. Ascolta Gesù!

“ Tutto ciò che il Padre ha dato a Me verrà a Me; e colui che viene a Me, in nessun caso, voglio abbandonare” (Giovanni 6:37).

Chi è colui o colei  che nostro Signore dichiara di non voler mai abbandonare? Secondo le sue parole, esposte nella prima metà della frase, sono quelli che il Padre ha determinato “verranno” a Lui. Grazia Irresistibile!

Sia logico il vostro pensiero sulla questione della “volontà”. C’è la volontà di Dio, riguardante quello che la Bibbia dice:

“ Egli esegue secondo la Sua volontà nell’esercito del cielo, e tra gli abitanti della terra, e nessuno può fermarLo…..” (Dan. 4:35).

Poi, abbiamo la volontà di Satana, la creatura più potente che Geova abbia mai creato. Considerato il principale nemico di Dio e di gran lunga più potente dell’uomo, che è stato creato “un po’ inferiore agli angeli”, Satana è, nonostante ciò, molto meno potente di Dio. Ciò è visto nel fatto che Geova mette un limite rigoroso a quello che Egli vuole concedere di fare al vecchio Accusatore dei Confratelli.

La relazione di Giobbe fornisce un certo numero di esempi delle linee di confine stabilite dal SIGNORE che Satana non può attraversare, sebbene egli abbia perseguitato Giobbe.

Sebbene Satana possa essere ben più potente, perfino, degli angeli spirituali, egli non è onnipotente come Geova. Ne è onnisciente o onnipresente come Geova. Egli ha un potere di second’ordine.

L’uomo, invece, ha un potere di terzo ordine e/o valore. Egli non è capace di resistere a Satana perché la sua volontà è inferiore alla volontà del diavolo. Paolo dice che l’uomo non ancora nato spiritualmente, che “si oppone” ai servitori di Dio che insegnano la Parola

“sono catturati dal [diavolo] alla sua volontà (II Tim. 2:26).

Come può, Satana, intrappolare i perduti “alla sua volontà?” per la semplice ragione che l’uomo, senza lo Spirito Santo, ha un potere inferiore che non può resistere alla creatura più potente che Dio abbia mai prodotto! Questo è il motivo per il quale quelli che sono ancora “morti negli abusi e nei peccati” sono governati dal Piano – Contrario a quello del male, marciando

“ secondo il corso di questo mondo, (camminando) secondo il Principe del potere dell’aria, lo spirito che, adesso, opera nei figli della disobbedienza…” (Eph. 2:2).

I reprobi sono manovrati dal diavolo. Essi vogliono la sua volontà in quanto sono i “figli dell’ira” e sotto condanna di Dio. I perduti hanno “volontà” dirette, per cui essi sono irresistibilmente disegnati al dio dei morti a meno che il Dio dei viventi non ritenga giusto dar loro il dono della vita e della fede.

I reprobi non – eletti non sono mai considerati gli oggetti dell’amore salvante di Dio. Solo per gli eletti, per quelli a cui il Padre ha voluto dare il Suo Figlio come una sposa, si parla di “amati dal Signore”.

(Controllate la vostra armonia , e vedete!)

non ti stancherò indicando con il fatto che il Suo amore non si basa su qualche condizione fantastica del “ bene” in noi! (Paolo dice che Dio ci amava quando eravamo ancora “morti nei peccati”. Noi non siamo stati salvati perché Egli ha visto in precedenza qualche buona opera di fede risultante dalla nostra forza di volontà positiva verso Cristo! No, ciò porrebbe Dio in una posizione di debito nei confronti dell’uomo peccaminoso! Paolo dice che è stato “tutto della grazia”! Alleluia!

“Ma Dio, che è ricco di onestà, per il Suo grande amore con cui ci ha amati, anche quando siamo  morti nei peccati, ci ha ravvivato (ci ha resi vivi) insieme con Cristo, (dalla grazia siete voi salvati)” (Eph. 2:4 – 5).

Anche l’Arminiano deve rendersi conto che, quando reclama che la grazia di Dio che vuole che tutti gli uomini che saranno salvati possono essere rifiutati, egli sta affermando che Geova non è onnipotente. Sta reclamando, invece, che l’uomo, avente un potere di terz’ordine,  sotto  il controllo di una potenza più elevata di second’ordine, ha tale fantastico “ libero arbitrio” che può rompere il potere superiore di Satana per “scegliere” la sua via al cielo! O è che il Padre celeste è “permissivo” e vuole permettere agli oggetti del Suo grande amore di andare all’inferno se è questo che desiderano? O è che l’ uomo finito sa resistere al Grande Potere di Geova ( il Creatore Onnipotente) perché egli, il terzo potere, è più grande di Dio? Incredibile!

L’uomo non sa venire a Cristo perché è diretto da Satana. L’uomo non vuole venire perché trova Satana irresistibile, e Geova spregevole. L’uomo non ha un “ libero arbitrio”, egli ha una volontà diretta dal diavolo. L’uomo non ha il potere di resistere a Dio.

L’uomo non è solo una terza potenza sotto il dio della morte, ma non sa nemmeno resistere alle sue cattive abitudini e ai desideri della carne! L’uomo ha bisogno che Dio lo disegni irresistibilmente per mezzo della Sua grazia, o l’uomo non farà mai un passo in direzione di Cristo. Di qui le parole di nostro Signore:

“ nessun uomo può venire a Me, eccetto il Padre che ha inviato Me, trascina lui” (Giovanni 6:44).

Un chiaro esempio di questo è la donna d’affari chiamata Lidia che udì gli apostoli insegnare la parola di Dio, e

“e il cui cuore il Signore aprì….” (Atti 26:14).

Chi ha aperto il suo cuore a Gesù? La Bibbia insegna che il peccatore ha aperto il suo cuore al Signore, o le Scritture insegnano che è il Signore ad aprire i cuori?

L’uomo è totalmente depravato, essendo privo di ogni inclinazione al bene. Mai una volta che egli abbia una condizione di bene tale poter  fargli meritare la salvezza; tuttavia egli è incondizionatamente eletto ad essere il recipiente di vita e di fede.

Cristo non è morto per tutti gli uomini, ma solo per quelli che il Padre ha scelto di Sua libera volontà, al di fuori di ogni tribù e nazione sopra la faccia della terra.

La morte di Cristo e il Suo sangue prezioso sono stati disegnati specificamente per coloro i quali, Dio ha determinato, dovrebbero venire al Suo caro Figlio in Fede per mezzo della Sua “Grazia Irresistibile”, attraverso il dono di vita dello Spirito Santo benedetto.

 

 

 

V

“P” Perseverance

Perseveranza

I rimostranti (Arminiani) hanno insegnato che una persona salvata potrebbe”cadere dalla grazia”, con conseguente perdita della salvezza che avevano guadagnato. Dal momento che l’atto di fede è la volontà dell’uomo alla salvezza, bisogna ragionare sul fatto che se egli abbandona la sua perseveranza nella fede, o commette qualche peccato degno di condanna, poi per mezzo della sua volontà egli può respingere Dio e voltarsi al suo vecchio maestro. Quella, è la sola logica conclusione che può essere raggiunta, se uno sostiene il primo dei quattro punti dell’Arminianesimo, e i brillanti studenti di Arminio lo sapevano.

I Calvinisti hanno insegnato che i santi, in altro modo, conosciuti come gli ‘eletti’, non possono mai essere perduti dal momento che la loro salvezza dipende dal Dio invariabile e onnipotente. Dal momento che nessuna condizione nell’uomo determina il suo essere scelto, perché le Scritture insegnano e parlano dell’elezione incondizionata, sta in piedi la ragione che non c’è niente che lui possa fare per “non salvarsi” una volta che è stato salvato dalla grazia di Dio. Sicuramente, ragiona il Calvinista, se è la Volontà di Dio che io sia salvato, e dal momento che Egli “non cambia”, poi io inizio la mia salvezza, continuo la mia salvezza, e entro nel cielo come una persona salvata perché Egli ha voluto così!

“ Di Sua libera Volontà Egli ci ha concepiti con la Parola della Verità” (Giovanni 1:18).

Pertanto abbiamo due posizioni diametricalmente opposte. Una è un’opinione, basata sull’argomentazione della mente carnale (che è sempre nemica di Dio), e l’altra è un fatto basato sulla Scritture. Tuttavia, diamo uno sguardo a quello che dice la Bibbia.

Paolo affronta questo argomento benedetto assicurando i Credenti  ai Filippi:

“ Sii fiducioso di questa cosa vera, che Egli, il quale ha iniziato un buon lavoro in te lo compirà fino al Giorno di Gesù Cristo” (Filippo 1:6).

Il Dio che è l’autore de “l’opera buona” (che Egli, non uomo, ha iniziato nel Suo eletto) “lo compirà” (tempo progressivo, o continua a compiere” l’opera buona nel santo) fino al giorno di Gesù Cristo,” quando noi riceveremo la resurrezione dei corpi! Ancora, quell’ “opera buona” sarà anche la Sua opera e non la nostra! Di qui le altre parole di Paolo ai credenti Filippi:

“la nostra cittadina è nel cielo, da dove cerchiamo il Salvatore, il Signore Gesù Cristo, che trasformerà sommessamente i nostri, che può darsi vengano modellati come il Suo corpo glorioso secondo l’opera attraverso la quale Egli è in grado di sottomettere tutte le cose a Se stesso” (Filippo 3:20-21).

Si presti attenzione a chi il Padre ha dato “tutto il potere” affinchè “Egli sia in grado di sottomettere tutte le cose a Se stesso”. È il nostro Re – Salvatore discendente! È il Solo glorioso di cui le Scritture dicono:

“Tu hai dato Lui potere su tutta la carne, che Lui (Cristo) darebbe la Vita eterna a tanti quanti Tu hai dato Lui” (Giovanni 17:2).

Quanti? Chi? Il Figlio di Dio benedetto  ha anche attestato nel più chiaro dei termini:

“Questa è la volontà del Padre che ha mandato Me, che Io non smarrirò nessuno di quelli che Egli ha dato a Me, ma li risusciterò nell’Ultimo Giorno” (Giovanni 6:39).

Cosa dice la tua Bibbia?  “Qualcuno” perduto sarà dato al Figlio o “nessuno” sarà perduto? Dal momento che la salvezza è del Signore, è evidente che una volta che siamo salvati dal potere di Dio, siamo sempre salvati. Noi non abbiamo avuto  assolutamente niente da fare per “salvarci”, e non abbiamo niente da fare per mantenere la salvezza”, perché essa proviene dalla grazia di Dio e non dalla vacillante volontà dell’uomo! Si presti attenzione alle parole di Dio al Figlio:

“ Io do loro [le Sue pecore] la vita eterna, e essi non periranno mai. Nessuno può strapparli dalla Mia mano!” (Giovanni 10:28).

Quanto dura la salvezza che Dio dà di Sua Volontà? Periranno mai le pecore elette del Buon Pastore? Di chi è la parola che prendiamo? Quella dell’uomo o quella di Dio? Perché, dipende forse dal fatto  che alcuni prenderanno passaggi non chiari delle Scritture per provare ad annullare i passaggi super chiari? Può essere perchè essi non avranno la salvezza dalla grazia sovrana di Dio, o avranno la salvezza per mezzo della propria opera di  fede o nessuno completamente?

Si prendano le parole di Pietro, mentre egli era diretto e controllato dallo Spirito Santo, ha scritto che gli Eletti sono destinati

“ ad una eredità incorruttibile, e illibata, e che la fede non lontana, è fornita di guarnigione per voi che siete presi dal potere di Dio attraverso la fede fino alla salvezza! (I Pietro 1:4-5).

Con nessuna meraviglia Paolo canta in maniera esultante:

“Io conosco  chi ho creduto, e sono persuaso che Egli è in grado di prendere in quel giorno ciò che io ho commesso contro di Lui!” (II Tim. 1:12; cf. Giovanni 17:11).

Siamo predestinati al cielo perché Dio ci ha eletti alla Gloria. Questo è il motivo per cui ai Tessaloniani viene assicurato:

“Egli ha chiamato voi…ad ottenere la Gloria!” (II Tess.2:14).

Il cielo è la nostra casa. La Gloria di quell’abitazione celeste è la nostra eredità perché Dio lo ha voluto liberamente così attraverso la Sua grazia!

“In [Cristo] abbiamo ottenuto un’eredità, essendo predestinati secondo il proposito di Lui il quale opera tutte le cose dopo il consiglio della Sua propria Volontà” (Eph. 1:11).

“L’elezione l’ ha ottenuta il resto è stato accecato” (Rom.11:7).

“Siamo tenuti a ringraziarvi, Confratelli amati del Signore, perché Dio ha scelto voi alla salvezza dall’inizio” (II Tess. 2:13).

La piccola meraviglia è che Paolo, sapendo che l’onnipotente Creatore ha fatto di lui l’oggetto dell’amore eterno, sarebbe in grado di dire arditamente:

“Il Signore mi libererà da ogni opera malvagia, e mi preserverà fino al suo regno celeste…”  (II Tim. 4:18).

La piccola meraviglia è che Jude scriverebbe agli eletti di Dio,

“a quelli che sono santificati da Dio il Padre e sono preservati in Gesù Cristo, e chiamati” (Jude 1).

La piccola meraviglia è che Paolo prega fiducioso per i santi eletti a Tessalonica:

“E il vero Dio di pace vi santifica interamente, e il vostro completo spirito e anima e i corpi siano preservati innocenti fino alla venuta del nostro Signore Gesù Cristo. Fedele è Lui che vi ha chiamato, che vuole farlo anche” (II Tess. 5:23-24).

Chi è che preserva il Credente “innocente” fino a quando Egli non viene per noi? Chi è che è fedele? Chi compirà quest’opera meravigliosa di santificazione e protezione? Ma, “il nostro Signore Gesù Cristo, certamente! I santi perseverano perché Lui persevera! Non siamo considerati come piccoli pezzi l’un l’altro. Siamo considerati come un completo “ di spirito anima e corpo”! o, come Jude dice nella bellissima dossologia alla fine della sua vigorosa epistola:

“Adesso fino a Lui che è capace di proteggervi dalla caduta, e di presentarvi perfetti prima  alla Presenza della Sua Gloria con notevole gioia, al solo saggio Dio (nostro Salvatore), alla gloria , maestà, dominio e potere, sia adesso che sempre” (Giuda 24, 25).

Sì, i santi persevereranno perché il Salvatore dichiara che Egli persevererà per loro conto.

Egli li prenderà. Se la perseveranza dipendesse dall’uomo volubile con la sua natura peccatrice egli sarebbe  senza speranza. La perseveranza dei santi dipende dalla grazia irresistibile, garantitaci perché Cristo è morto per noi dal momento che l’ espiazione che abbiamo attraverso il suo sangue era limitata agli eletti.

Quell’espiazione, loda il Signore, non si basava su qualche condizione di bene prevista di essere in noi, dal momento che “non c’è nessuno buono, nessuno.” Attraverso la grazia di Dio era un’elezione incondizionata perché non può essere trovata nessuna condizione! Nessuna condizione può essere trovata perché l’uomo è totalmente depravato, totalmente incapace di esercitare la buona volontà verso Dio, interamente impotente di chiamare se stesso alla vita o  di liberarsi dal potere di super uomo del dio della morte.

 

 

In conclusione

A questo punto, l’ autore della valutazione de  I Cinque punti dell’Arminianesimo e de I Cinque Punti del Calvinismo, alla luce delle Scritture, deve fare una confessione. Non molti anni fa io ero di fede Arminiana. Sono rinato attraverso la volontà e la grazia di Dio ad un altare Metodista. Più tardi sono diventato un ministro Metodista. Mentre cercavo di preparare messaggi espositori per la mia gente, ho ricercato il significato di ogni parola chiave nel Greco o Ebreo. Il risultato è stato che presto, mi accorsi che la posizione dottrinale della mia denominazione non era compatibile con quella della Bibbia. Finalmente venne il giorno che rassegnai cortesemente il mio pulpito. Non avevo astio con la chiesa, con il Vescovo, per il quale ero sempre stato ben favorito durante i miei nove anni di servizio. Semplicemente ho ritenuto che non era giusto per me insegnare contrariamente all’organizzazione che servivo. Il mio esodo fu tale che il Vescovo mi restituì i documenti di ordinazione con parole di elogio per i servizi fedelmente resi ed io ero sull’avventura più eccitante attraverso la fede che avevo avuto fino ad allora.

Continuando la mia ricerca delle Scritture, leggendo avidamente opere di riferimento, e leggendo attentamente volume dopo volume la storia della chiesa, (in particolare quella relativa alla Riforma Protestante), ho iniziato a rendermi conto del grande abisso esistente tra la teologia moderna e il Mondo di Dio. Questo grande abisso è stato reso più chiaro al mio cuore dallo Spirito di Dio, quando ho iniziato ad analizzare le differenze tra ciò che è conosciuto storicamente come Arminianesimo e Calvinismo.  Come molti predicatori e laici avevo sentito entrambi parole usate come termini malvagi per condannare quelli di fede opposta, ma non avevo mai realmente saputo chi credeva in ciò. Questo è il risultato di molta ricerca delle Scritture per “ vedere se queste cose sono così”. Non è stato scritto così tanto, con il desiderio di contraddire l’Arminianesimo, sebbene lo si fa, come per mostrare che le dottrine dei Riformatori (conosciute come Calvinismo), siano più vicine a quelle dello Spirito Santo di ogni altro sistema di teologia al quale sono familiare.

Ho già imparato che colui il quale abbraccia la posizione dottrinale dei grandi Riformatori diventeranno l’oggetto di derisione da parte di quelli la cui teologia si basa sulle emozioni, sulle tradizioni e sulle dottrine denominazionali, sul ragionamento umano; tuttavia non posso lasciare ciò di cui sono convinto sia la posizione di Cristo e dei Suoi apostoli. Con Lutero devo piangere, “sono prigioniero del mondo di Dio! Non posso fare nient’altro! Eccomi in piedi!”

Tuttavia, mentre sto in piedi nell’assicurazione che la dottrina della Riforma è  la dottrina della Bibbia, io sto in piedi umilmente conscio che, non molti anni fa, ero della dottrina Arminiana, perciò non condanno quelli che disapprovano la mia attuale posizione. Prego solo che lo Spirito Santo illumini ogni nostro cuore così che potremmo amarne un altro con la stessa Bontà celeste con cui Egli ci ama ( malgrado noi stessi) e crescere insieme nella conoscenza della Verità.

Forse le parole di Charles Haddon Spurgeon posono esprimere meglio i miei sentimenti in questa piccola opera  su T-U-L-I-P.

crediamo nei grandi cinque punti comunemente conosciuti come Calvinistici; ma non consideriamo questi cinque punti come essere punte ricurve che dobbiamo conficcare tra le costole dei nostri compagni – Cristiani. Consideriamoli essere come le cinque grandi lampade che aiutano ad irradiare ed illuminare la strada; o, piuttosto, le cinque brillanti emanazioni balzanti dal glorioso impegno solenne di Dio, e illustranti le grandi dottrine di Gesù crocifisso”.

 

Io ho cercato il Signore, successivamente l’ ho conosciuto

Egli ha spinto la  mia anima a cercare Lui cercando me;

non sono stato Io che ho trovato, O Salvatore vero,

no, io sono stato trovato da Te.

Tu hai teso la Tua mano  abbracciandola alla mia;

ho camminato e non sono affondato nel mare in tempesta;

‘ Io trovo, Io cammino, Io amo, ma, O il pieno del tuo amore  altro non è che la mia risposta, Signore, a Te!

Sempre Tu mi amasti.

                                                                      Anon., c. 1904

 

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