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Da quando la scuola è diventata obbligatoria per tutti, il dialetto è stato al centro di una forte diatriba: da una parte coloro che sostengono che ostacola l'apprendimento della lingua italiana e dunque l'andamento scolastico in generale, dall'altra quelli invece che pensano che conservare il dialetto sia molto importante perché consente di mantenere intatte alcune tradizioni che si stanno perdendo. Questo libro concilia in modo gradevole ed efficace le due opposte posizioni. Il dialetto, analizzato nelle pagine scritte con passione e dedizione dal maestro Luciano Gasparetti è, prima di tutto, un'occasione per comunicare un'esperienza vissuta e, in secondo luogo, una vera "lingua" che acquista una dignità letteraria dato che può essere analizzata e possono essere trovate in essa strutture morfologiche e sintattiche precise: ha insomma una sua grammatica. Visto così, il dialetto recupera il suo valore perché consente di far riemergere, in tutta la sua autenticità, una cultura paesana e contadina che è superata dai tempi, ma di cui si sta perdendo anche la memoria storica sotto i colpi di una omologazione che i mezzi di comunicazione di massa hanno contribuito fortemente a costruire. Questo libro, in modo godibile e nello stesso tempo profondo è uno strumento importante che può dilettarci e servirci a ricordare il nostro passato, la nostra storia. Mi auguro che serva inoltre a instaurare un confronto, anche a livello scolastico, non tanto per stimolare la conversazione in dialetto quanto per cercare di attivare un'analisi che metta in luce contesti diversi ed i diversi linguaggi che li caratterizzano. Al maestro Luciano un grazie di cuore per questo atto d'amore verso il Suo paese.
Il Sindaco ins. Patrizia Pesaresi
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