Civiltà extraterrestri

Configurare i rapporti e le interazioni tra civiltà in un quadro cosmico

Considerazioni e ipotesi, sintesi degli aspetti principali e casistica UFO

 

© Luciano Perla V1 C0 2014

 

Pensare e/o immaginare ai termini che configurano i rapporti e le interazioni tra civiltà intesi in un quadro cosmico porta alla mente le avventure fantascientifiche di Star Trek, più che a una concreta ed effettiva realtà oggettiva. D'altra parte, però, tali idee rappresentano la diretta prospettiva degli attuali sviluppi delle conoscenze scientifiche, che vedono la diffusione della vita nel cosmo quale probabile, quanto naturale, risultato di concatenati processi fisici, chimici, biochimici e quindi biologici, funzionali e coerenti alle costanti cosmologiche. Genesi e filogenesi di sistemi viventi che quindi aprono la strada allo sviluppo e alla determinazione della vita intelligente. Sono i limiti della nostra strumentazione scientifica, e dello sviluppo tecnologico, che ci rendono ciechi alla verifica a tali naturali deduzioni, e che in un modo o nell’altro oggi contribuiscono ad alimentare obsolete, quanto radicate, idee sulla centralità umana nel quadro cosmico. Polarizzazione culturale che “ovviamente” non contempla la naturale deduzione che civiltà extraterrestri avanzate hanno acquisito le conoscenze scientifiche, e quindi le tecnologie, per coprire le distanze cosmiche per cui il nostro pianeta non è escluso (la Terra non è un isola a se, fa parte della realtà cosmica) da un quadro di rapporti e di interazioni tra civiltà intese e considerate sulla scala cosmica, anche se tali rapporti e tali interazioni non appaiono direttamente e palesemente visibili. In questo quadro i vari progetti SETI si configurano, in sostanza, come chi cerca con insistenza il berretto che ha già in testa: basata semplicemente prendere in seria considerazione i fatti e gli eventi proposti dalla casistica UFO. Poi, si sa, non c’è peggior sordo di chi non vuol, o non può, sentire.

Considerazioni sui termini delle attuali conoscenze scientifiche e su preconcetti e pregiudizi a parte, appare inutile sottolineare la difficoltà d’immaginare e configurare un quadro di rapporti e interazioni tra civiltà in un contesto di così enormi proporzioni, e quindi su termini, e sulla scala, di tali rapporti e tali interazioni. Prospettiva che comporta nuovi e originali temi dei rapporti tra civiltà, temi e questioni che non trovano riscontro a livello planetario, dato che tale prospettiva ripropone i termini dei rapporti tra civiltà, e di riflesso dei temi sociologici, in una nuova e originale dimensione. Dunque un inedito e originale contesto dei rapporti tra culture e civiltà poiché da una parte pone in campo originali questioni relative sia alla genesi e filogenesi dei sistemi viventi (e quindi sui termini dello sviluppo della vita intelligente nel cosmo) dall’altra sui termini dello sviluppo delle civiltà in tale enorme contesto. Quadro difficile configurare nella sua effettiva realtà dato che come detto ripropone un nuovo e originale paradigma delle questioni sociologiche e socioculturali, e dei rapporti e delle interazioni tra civiltà. Per quanto tale prospettiva, come osservato all'inizio, appare astratta, quasi estratta a forza dalle vicende fantascientifiche di Star Trek, non di meno i rapporti e le interazioni tra civiltà su tale scala appaiono quale naturale e concreta conseguenza dello sviluppo e la diffusione della vita intelligente nel cosmo, dello sviluppo, e del livello tecnologico, conseguito dalle civiltà. Quindi tale prospettiva rappresenta la naturale e diretta realtà che deriva dal progresso delle conoscenze scientifiche, e quindi dello viluppo tecnologico, conseguito dalle civiltà intese in abito cosmico. Avanzamento tecnologico che prima o poi permette alle civiltà avanzate di coprire le distanze interstellari forse nei termini, e nei tempi, che noi oggi, per esempio, copriamo le distanze planetarie.

Anche se oggi non disponiamo di diretti riscontri scientifici in merito alla diffusione della vita intelligente nel cosmo, come detto sopratutto in ragione a una strumentazione scientifica inadeguata a tale scopo, tuttavia ciò appare la cosa più probabile e verosimile, quanto naturale, una proprietà intrinseca della realtà cosmica (nota1). Gli attuali limiti della ricerca scientifica in merito alla diffusione della vita intelligente nel cosmo oltre a rappresentare un importante ricorrente quesito su termini di tale peculiare aspetto della dimensione cosmica, contribuiscono, in un modo o nell'altro, ad alimentare radicati retaggi culturali, primo fra tutti l'antropocentrismo. Cose che giocano no un ruolo notevole nella nostra comprensione e percezione del contesto cosmico e che può condizionare o influenzare la nostra libertà di pensiero. Infatti, paradossalmente, i fatti e gli eventi proposti dalla casistica UFO, da molti decenni in perenne bilico tra mito e palese realtà oggettiva, si configurano quasi una sorta di “colore culturale”, emarginato da pregiudizi e preconcetti, piuttosto che un’eclatante evidenza della diffusione della vita intelligente nel cosmo. I termini della nostra attuale dimensione culturale appaiono ancora plagiati da retaggi culturali di antica data, anche in ragione, come detto, agli attuali limiti delle nostre conoscenze scientifiche, cose che insieme favoriscono anacronistiche idee sulla posizione e ruolo dell'uomo del quadro cosmico.

Comunque, a prescindere da considerazioni sullo sviluppo delle nostre conoscenze scientifiche e da ostinate (quanto presuntuose) polarizzazioni culturali, la diffusione della vita intelligente nel cosmo oggi appare una cosa naturale e conseguente, propria e intrinseca alla realtà cosmica. Sviluppo, come osservato sopra, concatenato e progressivo di processi fisici chimici biochimici, e quindi biologici, funzionali e conseguenti alle costanti cosmologiche. Processi progressivi di sviluppo che portano, prima o poi, alla determinazione della vita intelligente nel quadro cosmico. La dimensione cosmica si può quindi configurare e immaginare aldilà dalla realtà fisica diretta, pianeti, stelle, galassie, ma quale enorme contesto di culture e civiltà, a prescindere dalla realtà umana. Appare dunque naturale e coerente che in tale enorme contesto lo sviluppo delle civiltà porta prima o poi allo sviluppo di tecnologie che permette alle civiltà stesse di coprire le distanze interstellari.

Le conoscenze scientifiche, e di riflesso le tecnologie, che permettono di coprire le distanze interstellari rappresentano quindi i fattori che separano, o pongono in contatto, e dunque al confronto, le civiltà nel quadro cosmico. Cosa che di conseguenza, e di fatto, separa e divide le civiltà del contesto cosmico in civiltà planetarie e civiltà cosmiche. Civiltà planetarie confinate ai limiti planetari (come l’attuale nostra civiltà), e civiltà cosmiche, appunto in grado di coprire le distanze interstellari. Tale divisione e fondamentale e sostanziale, in quanto rappresenta la prima e centrale diversità che obiettivamente e oggettivamente separa e divide le civiltà in un quadro cosmico. Distinzione che di riflesso configura i termini dei rapporti e delle interazioni tra civiltà in tale contesto, e dato che i rapporti e le interazioni tra civiltà in tale quadro implica la copertura delle distanze interstellari, i termini di tali interazioni si focalizzano principalmente nel contesto delle civiltà cosmiche. Un quadro a sé tra queste e le civiltà planetarie. Categorie rappresentative, considerato il contesto, di un'ampia gamma di variabili sia in termini di percorso filogenetico-evolutivo che di sviluppo di civiltà. In questo quadro la nostra attuale civiltà si configura quale civiltà planetaria, relativa e specifica alla complessiva storia umana, e quindi dai termini della linea filogenetica evolutiva della specie umana, che dai termini che configurano la storia, e le interazioni, tra popoli e civiltà del nostro pianeta (nota 2).

Difficile, se non impossibile, come osservato all’inizio di questo testo, configurare un quadro sui termini che configurano la dimensione dei rapporti e delle interazioni tra di civiltà in un contesto cosmico. Appare tuttavia conseguente che tale quadro configura un nuovo capitolo, complesso quanto originale, delle questioni dei rapporti e delle interazioni tra civiltà, e quindi delle questioni sociologiche e culturali; di riflesso delle questioni politiche, economiche, di diritto, e delle posizioni di potere. Ciò in considerazione dei termini del divario evolutivo, sotto tutti gli aspetti, che può separare le civiltà in tale enorme contesto. Quadro quindi molto difficile da configurarsi nella sua effettiva realtà, anche se come detto la letteratura fantascientifica e la finzione cinematografia (per specifici versi forse lungimirante) ha proposto scenari e prospettive di vario genere.

 

Genesi Filogenesi dei sistemi viventi in un quadro cosmico

Uno dei quesiti che si pone in primo piano nei temi e nelle considerazioni in merito allo sviluppo della vita intelligente nel cosmo è quale quadro presenta la genesi e la filogenesi dei sistemi viventi in un contesto di così ampie dimensioni e possibilità; percorsi che poi hanno definito e sviluppato il successivo quadro delle forme della vita intelligente in tale enorme contesto. Considerata la scala, e i tempi, della dimensione cosmica obiettivamente tale quadro si configura potenzialmente ricco di variabili e possibilità e, come più volte osservato, difficili da immaginare. Sul nostro pianeta il lungo percorso che ha portato allo sviluppo della vita intelligente ha favorito i mammiferi, e il successivo sviluppo antropomorfo. Naturale la domanda se i termini di tale percorso è comune nello viluppo della vita intelligente nel quadro cosmico, anche in considerazione del fatto che l'aspetto antropomorfo è comune negli incontri ravvicinati del terzo tipo relativi alla casistica alla UFO. Considerazione che di riflesso pone la domanda quanto, o se, e in che termini, il percorso e lo sviluppo filogenetico possa incidere nei rapporti e nelle interazioni tra civiltà in un quadro cosmico, considerata la vasta gamma di variabili e di possibilità che almeno potenzialmente può presentare tale quadro. Quindi si può immaginare un vasto e articolato spettro sui termini dello sviluppo della vita intelligente nel cosmo, sia dal punto di vista filogenetico che in termini di sviluppo di civiltà, anche se appare arduo configurare un tale quadro nella sua effettiva realtà e dimensione. Sulla base della casistica relativa agli incontri ravvicinati del terzo tipo (classificazione di Hynek) nei due terzi (grossomodo) dei casi l’aspetto degli extraterrestri è molto simile, o simile, all’aspetto umano, un terzo presenta caratteristiche che si discostano dall'aspetto umano ma comunque di sembianze antropomorfe. Tuttavia la casistica UFO comprende anche fatti e storie particolari che risultano difficili da collocare in una determinata categoria di genere. Fenomeni e/o “presenze” particolari associati agli UFO di cui e difficile discriminare tra artefatto tecnologico o specifica e particolare forma di vita intelligente. La dimensione, e i tempi della scala cosmica, e le circostanze che hanno definito lo sviluppo delle forme di vita intelligente, sono tali che come detto lasciano aperte una vasta di gamma di possibilità

Pesiamo, e/o ipotizziamo, per esempio, per quanto riguarda il percorso e lo sviluppo filogenetico, quale aspetto oggi potrebbe avrebbe la vita intelligente sul nostro pianeta se l'estinzione dei dinosauri non sarebbe avvenuta. Il dr. Dale Russell, paleontologo del National Museum of Natural Sciences di Ottawa, Canada, ha coniato il termine dinosauro sapiens (1970), che designa e ipotizza una creatura intelligente che avrebbe potuto evolutasi dai dinosauri. Russel in seguito a uno studio su un dinosauro chiamato Stenonychosaurus Inequalis, trovato nel 1968 negli strati cretacei (da 135 a 65 milioni di anni fa) vicino al Dinosaur Provincial Park nell’Alberta (Canada). Questo sauro, bipede, dal portamento eretto, sena coda e con un cervello molto sviluppato, e che inoltre sembrava avere il pollice opponibile, e dunque la capacità di manipolazione, possedeva requisiti simili alle scimmie antropomorfe. Quindi sulla base tali caratteristiche Stenonychosaurus Inequalis avrebbe potuto evolvesi quale forma di vita intelligente sul nostro pianeta se, appunto, l'estinzione dei rettili alla fine del Cretaceo non si fosse attuata. Per quanto le ipotesi e la considerazioni di Dale Rassell hanno trovato molte critiche tali ipotesi potrebbero rappresentare un possibile, almeno in linea teorica, percorso che lo sviluppo della vita intelligente sul nostro pianeta avrebbe potuto seguire se, come detto, l'estinzione dei dinosauri non si fosse attuata. In altri termini che aspetto avrebbe oggi la vita intelligente sul nostro pianeta se l'estinzione dei dinosauri non si fosse attuata? L'immagine, o l'identikit, che emerge sulla base delle ipotesi di Rassell appare, per specifici versi, quasi uscita dal contesto delle numerose tipologie antropomorfe degli incontri del terzo tipo relative alla casistica UFO. A prescindere dalle ipotesi di Dale Rassel queste considerazioni aiutano ad entrare nel merito dei termini e delle possibilità che almeno potenzialmente può presentare un quadro relativo alle forme di vita intelligente inteso su scala cosmica, anche se, appunto, i soggetti di tale quadro appaiono usciti da un film di fantascienza.

Considerazioni sull'estinzione dei dinosauri a parte, i percorsi in termini filogenetici-evolutivi nello sviluppo della vita intelligente nel cosmo lasciano aperte ampie possibilità, effettivamente difficili da immaginare nello loro realtà. Anche se, come osservato sopra, e va sottolineato, l'aspetto antropomorfo si configura comune nella casistica degli incontri ravvicinati del terzo tipo (IR3 classificazione di Haynek), per cui l’aspetto fisico degli extraterrestri potrebbe sovrapporsi all'aspetto fisico umano, al punto che gli “alieni” potrebbero passeggiare anonimi per le strade di New York, o su quelle di Roma (…). Comunque, ciò che si pone in rilievo è quanto il percorso, i termini specifici dello sviluppo filogenetico-evolutivo, al pari dei termini complessivi sviluppo di civiltà, possa incidere nei rapporti e delle interazioni tra civiltà in un quadro cosmico. Questione evidentemente molto complessa e oggettivamente propria e peculiare in un contesto di rapporti tra civiltà intesi su scala cosmica, estranea alla realtà planetaria, almeno sul nostro pianeta. Infatti, per quanto vi siano diversità di carattere fisico nelle varie popolazioni umane, statura, colore della pelle, forma degli occhi ecc, perlopiù relative a fattori di adattamento ambientale, le differenze di variabilità genetica non supera il 0,1%. Mentre in un quadro cosmico posiamo pensare a percorsi filogenetici-evolutivi molto diversi nello sviluppo delle forme di vita intelligente, che quindi si riflettono sia in termini in diversità di carattere fisico morfologico che nei relativi risvolti nella struttura del sistema nervoso centrale. Questione come detto complessa, quanto originale, poiché implica, considerato il contesto, ampie variabili del percorso e dello sviluppo della vita intelligente nel cosmo difficili da configurare nella loro effettiva realtà.

La struttura del sistema nervoso umano, per quanto riguarda la storia dello sviluppo della vita intelligente sul mosto pianeta, in sostanza integra l'intero percorso evolutivo delle specie viventi. Una sorta sovrapposizione e d'integrazione di strutture diverse, dai rettili ai marmiferi, dai neo mammiferi ai primati all'uomo. La specie umana, la personalità umana, riflette direttamente o indirettamente, anche i termini della complessiva storia della delle forme di vita del nostro pianeta, che a sua volta rappresenta un elemento che concorre a definire i termini della nostra dimensione etica, sociale e culturale, e quindi i termini della nostra attuale civiltà. In questo quadro il nostro modo di essere è legato ai termini, e quindi alla storia, dello sviluppo della complessiva struttura del nostro sistema nervoso centrale. La corteccia celebrale dell'homo sapiens, livello superiore di ogni attività del cervello umano, rappresenta l'ultima arrivata, per così dire, della complessiva struttura del nostro sistema nervoso centrale, “dietro” alla quale troviamo, in sostanza, e come detto, le strutture dell'intera storia del sistema nervoso delle specie viventi del nostro pianeta, dai rettili ai mammiferi ai neo mammiferi ai primati all'uomo. La peculiarità dello straordinario sviluppo della corteccia celebrale umana si differenzia, ma non è separata, dalle strutture arcaiche sottostanti che concorrono, direttamente o indirettamente (coscientemente o no), sul nostro modo di essere. Il lungo percorso dello sviluppo del sistema nervoso centrale umano, forgiato dalla pressione di esigenze e necessità di antica data, ha plasmato, per specifici versi, i termini della personalità umana e di riflesso i termini che configurano la nostra civiltà, che quindi si rilettono sui termini che definiscono la nostra attuale dimensione socioculturale.

Ora, considerando l'ampio spettro di possibilità che almeno potenzialmente può presentare la storia filogenetica delle civiltà in un quadro cosmico, come si riversano tali differenze in termini sociali, culturali ed etici, nei rapporti e nelle interazioni tra civiltà in tale contesto? Quesito notevole, quanto difficile, come i precedenti, da definire e immaginare. Uno specifico percorso filogenetico nella storia evolutiva di una determinata forma di vita intelligente, comporta, o implicherebbe, sulla base di queste considerazioni, una specifica struttura del sistema nervoso centrale, in quanto tale struttura riflette, in un modo o nell’altro, anche i termini hanno definito tale percorso. Appare conseguente che differenze di percorso filogenetico nella determinazione della vita intelligente nel cosmo si riflettono nel contesto delle questioni sociologiche, in considerazione del fatto che i rapporti sociali trovano radici nel cotesto psicologico che, appuro, trova a sua volta anche ragione nella struttura del sistema nervoso centrale. D’altra parte, però, per quanto differenze nel percorso filogenetico possono rappresentare un elemento o fattore che può caratterizzare la personalità, se cosi si può dire, di una determinata forma di vita intelligente, la vita intelligente comunque si differenzia dalle altre forme di vita in quanto caratterizzata, e guidata, appunto, dal livello superiore del sistema nervoso centrale. Quindi, sulla base di queste considerazioni, qualsiasi sia il percorso filogenetico di una determinata forma di vita intelligente nel quadro cosmico ne consegue che la personalità, e quindi il modo di essere, delle forme di vita intelligente si configura rappresentativo e funzionale, in linea generale, al pensiero razionale. In linea generale, in quanto, come osservato sopra, e almeno nell'uomo, la corteccia celebrale è strettamente connessa alla complessa e sottostane struttura che ingloba strutture primordiali precedenti, dai rettili ai mammiferi (la dimensione istintivo-emotiva), come detto funzionali e coerenti alla storia dello sviluppo del sistema nervoso umano. Dimensione affettivo-emotiva che comunque rappresenta un aspetto specifico e importante nella personalità umana, che si riflette e svolge un ruolo spesso determinante del nostro modo di essere. Infatti molti dei problemi che hanno caratterizzato e costellato la storia della civiltà umana possono trovare anche ragione dal fatto che troppo spesso diamo eccessivo credito alla parte più antica della nostra personalità, che, in sostanza, per specifici versi, fa regredire il nostro modo di essere. Considerazione che in qualche modo si collega alle questioni etiche relative alle idee e ai concetti del bene e del male, che in questa luce trovano ragione alle origini, e alla storia, delle forme di vita nel nostro pianeta relative a necessità incondizionate alla sopravvivenza e all’adattamento. In altri termini determinati comportamenti umani rifletterebbero specifici aspetti della lunghissima storia dello sviluppo del sistema nervoso centrale umano, in cui convivono sovrapposte “personalità” e necessità diverse e di antica data. Specifici modi di essere sostanzialmente regressivi, ma in realtà né buoni né cattivi, semplicemente, si fa per dire, antichi.

A prescindere da divagazioni e speculazioni sull'origine di determinati comportamenti umani, la storia della sviluppo filogenetico delle forme di vita intelligente in un quadro cosmico non risulterebbe determinante nei rapporti e nelle interazioni tra civiltà in tale contesto, in quanto, in ragione alle suddette considerazioni, il pensiero razionale rappresenterebbe, o dovrebbe rappresentare, il principale filo conduttore che guida e definisce tali rapporti. Anche se tuttavia i termini di tali diversità non appaiono trascurabili e quindi possono rappresentare una questione che può incidere e/o condizionare tali rapporti. Basti pensare ai problemi che sul nostro pianeta ha determinato le variazioni di carattere fisico (fenotipo), e che ha prodotto il fuorviante concetto di razza, e relativi risvolti, a volte drammatici, nel quadro planetario. Quindi il quesito rimane: quale ruolo svolge, e in che termini, il percorso filogenetico di una specifica forma di vita intelligente nei rapporti e nelle iterazioni tra civiltà in un quadro cosmico?

Percorsi filogenetici a parte i rapporti e le interazioni tra civiltà intesi su scala cosmica implica, comunque, uno sviluppo tecnologico che premete alle civiltà di coprire le distanze interstellari; è tale sviluppo tecnologico che quindi divide le civiltà del quadro cosmico in due distinte categorie: civiltà planetarie, confinate ai limiti planetari, e civiltà cosmiche, appunto in grado di coprire le distanze cosmiche. Perciò le civiltà cosmiche determinano e configurano i rapporti e le iterazioni tra civiltà nel quadro cosmico; un quadro a se configura i rapporti e le interazioni tra civiltà cosmiche e le civiltà planetarie.

 

Civiltà planetarie e civiltà cosmiche

Per quanto pensare e immaginare rapporti e interazioni tra civiltà su scala cosmica porta più alla mente, come già osservato, le vicende e le avventure della serie televisiva (o cinematografica) di Star Trek, che la realtà oggettiva, tuttavia tale prospettiva è obiettivamente coerente ai termini dello sviluppo delle conoscenze scientifiche, e quindi dallo sviluppo tecnologico acquisito da una civiltà intesa in abito cosmico. La nostra attuale civiltà si configura agli esordi di tale prospettiva: i termini e i limiti dell’attuale esplorazione spaziale, l'astronautica, quindi riflettono i termini delle nostre attuali conoscenze scientifiche e di riflesso quelle tecnologiche. La tecnologia attuale ha permesso all'uomo di mettere i piedi sulla superficie lunare, impresa che rappresenta la frontiera della nostra odierna esplorazione dello spazio cosmico. Considerati i termini della realtà cosmica abbiamo appena aperto la porta di casa. Con la nostra attuale tecnologia, per esempio, per raggiungere la sella più vicina a noi, Proxima centauri (4,2 anni luce), impiegheremo diverse decine di migliaia di anni. In altre parole la nostra civiltà, sulla base di queste considerazioni, e da quanto detto sopra, si configura una civiltà planetaria. La nostra attuale tecnologia ci isolata dal contatto con altre civiltà del quadro cosmico, tali rapporti rappresentano facoltà e/o prerogativa delle civiltà cosmiche. Considerazioni che focalizzano il fato che a un determinato livello di sviluppo delle conoscenze scientifiche, e quindi come detto dallo sviluppo tecnologico conseguito da una civiltà, determina una svolta di portata epocale nel contesto delle questioni sociologiche e culturali, poiché allargano tali questioni su scala cosmica. Svolta epocale dato che pone tali questioni in un nuovo e originale piano i termini, i quesiti, e le tematiche sociologiche e culturali.

Quindi è lo sviluppo tecnologico che divide e separa le civiltà nel quadro cosmico in due distinte categorie, che di riflesso determinerebbe e configurerebbe i termini dei rapporti e delle interazioni tra civiltà in tale contesto: i rapporti e le interazioni tra civiltà cosmiche e i rapporti e le interazione tra queste ultime e le civiltà planetarie. Questa divisione per molti versi configura due dimensioni culturali specifiche: una propria e peculiare a un contesto culturale circoscritto al contesto planetario, e una riferita a un cotesto esteso su scala cosmica. Due realtà distinte sia in termini topologici, per cosi, dire che in termini culturali. Se consideriamo quanto della nostra dimensione culturale attuale e direttamente connessa, e influenzata, alle concezioni cosmologiche del passato, nelle quali in sostanza la terra rappresentava la realtà cosmica (!), e l’uomo centrale a tale contesto, appaiono evidente i termini di questa distinzione. L’antropocentrismo, per esempio, rappresenta ancora, nonostante tutto, uno degli aspetti culturali più radicati della nostra cultura, in quanto, appunto, connesso a un quadro e a una dimensione culturale circoscritta e chiusa a livello planetario. Altra considerazione: determinati viluppi storico-culturali relativi a specifici eventi della storia umana (per esempio miti, credenze, religioni), e la loro interpretazione, e che hanno inciso, e/o incidono, sulla nostra dimensione culturale si configurano ciechi a ciò che esce dai ristretti confini planetari. l’idea, l’oggettività, di un piano di rapporti e di interazioni tra civiltà su scala cosmica, pone quindi i termini di una dimensione culturale planetaria in una nuova ed originale chiave di lettura che appunto contempla la realtà e la dimensione cosmica.

Considerazioni che vogliono sottolineare che l’oggettività, e la consapevolezza, di rapporti e interazioni tra civiltà intesa su scala cosmica riscrive (o può riscrivere) determinati eventi storico-culturali della nostra civiltà in ragione e in relazione a tale enorme contesto; il nostro pianeta non è un’isola a sé, ma, appunto, parte integrante della realtà cosmica: nessi e connessi.

Una chiave di lettura che quindi ripropone, ponendo in una nuova luce, specifici aspetti nella nostra storia culturale (in particolare, ma non solo, sull’origine di molti miti credenze e religioni) che appunto possono trovare coerente origine e ragione oltre i confini planetari. Consapevolezza coerente e consona ai termini della realtà cosmica. Contesto che vede nei rapporti e le interazioni tra civiltà nel quadro cosmico quale naturale e specifico aspetto dello sviluppo e della diffusione della vita intelligente nel cosmo.

Quindi a prescindere dai reali termini del nostro rapporto (passato e presente) con tale realtà, queste considerazioni implicano numerosi questi e domande di carattere generale, per esempio: considerata la dimensione della realtà cosmica, quali sono i termini dell'estensione di questi rapporti nel contesto delle civiltà cosmiche? Rappresentano gruppi e/o confederazioni unite da specifiche regole e/o direttive? Esiste una sorta di ONU su scala cosmica? Oppure le regole che dettano i rapporti tra civiltà in tale enorme contesto si configurano, al contrario, autodefinite, unilaterali? Determino divergenze e divisioni che a loro volta determinano e/o comportano conflitti aperti e generalizzati? Come si configurano le posizioni di potere? Chi, o cosa, come, e in che termini, regola e/o comanda (posta l’esistenza di tali poteri)? Insomma come si configurano i termini dei rapporti e delle interazioni tra civiltà nel quadro cosmico?

Inutile sottolineare che a tali questi si può tentare rispondere sulla base di congetture, in relazione e/o sulla base della storia che segnato i rapporti e le interazioni tra civiltà sul nostro pianeta. Se consideriamo i termini dei rapporti e delle interazioni tra civiltà che hanno caratterizzato la storia umana, cinquemila anni di storia corrispondono anche a cinquemila anni di conflitti e di guerre organizzate (a cui si aggiungo pulizie etniche e genocidi), si pone quindi il quesito di quanto, e in che termini, i rapporti e le interazioni tra civiltà su scala cosmica differiscono dal quadro di rapporti e tra civiltà del nostro pianeta. Tutto il mondo e paese, recita un adagio in merito ai rapporti tra gli uomini sul nostro pianeta; trasferito su scala cosmica: tutto il cosmo e paese? Difficile, come più volte sottolineato, entrare nel merito dei reali termini che configurano i rapporti e le interazioni tra civiltà in un contesto così ampio di variabili e possibilità rappresentato dalla realtà cosmica. Considerata l'età, e le dimensioni, dell'universo; a quando risalgono le prime civiltà cosmiche? Quesito che porta ad altre e conseguenti domande: qual è lo spettro in termini di “anzianità” delle civiltà cosmiche? Quale ruolo gioca l'anzianità di una civiltà nei rapporti tra civiltà cosmiche? Le civiltà più avanzate rappresentano un punto di riferimento e/o l'origine dei termini che configurano e/o dettano i rapporti e le interazioni tra civiltà in tale contesto? O il quadro dei rapporti e delle interazioni tra civiltà in tale contesto rappresenta un nuovo paradigma dei rapporti tra civiltà e delle questioni sociologiche?

Appare comunque ragionevole pensare che la logica che ha guidato lo sviluppo e l’affermazione delle civiltà sul nostro pianeta, come del resto la logica che ha guidato lo sviluppo e l’evoluzione delle forme di vita (uomo compreso), si riproponga in un piano enorme, e più articolato, rappresentato dal contesto cosmico. Osservazione che porta ad altri quesiti e/o considerazioni. Considerati i tempi cosmici, l'anzianità, o longevità di una civiltà comprende sia termini biologico - evolutivi che i termini storico-culturali. La storia umana copre un arco di cinquemila anni, civiltà extraterrestri potrebbero vantare, per esempio, cinquantamila anni di storia e un diverso e più ampio percorso in termini filogenetico evolutivi. Cose che si flettono, in particolare la seconda, sullo sviluppo e/o sulla struttura del sistema nervoso centrale (e quindi nella dimensione psicologica), fattori che quindi possono rappresentare un elemento determinante, ovvero un divario, nei rapporti tra civiltà in tale contesto, al punto da rendere difficile, o inattuabile, un confronto culturale tra civiltà. Diversità che posso configurarsi quali elementi  decisivi in particolare sui termini dei rapporti tra civiltà cosmiche e civiltà planetarie.

L’anzianità di una civiltà cosmica, i termini complessivi della storia di una specifica forma di vita intelligente, come osservato sopra comprende sia variabili in termini filogenetico-evolutivi (lo specifico percorso, e sviluppo, di una determinata forma di vita intelligente) che di sviluppo di civiltà (i complessivi termini socioculturali e dallo sviluppo scientifico e tecnologico) insieme e in varia misura, possono quindi rendere difficili, o impossibili, i rapporti e le interazioni tra civiltà nel quadro cosmico. Pesiamo, o immaginiamo, per esempio, a un contatto e confronto tra un uomo di oggi e un cittadino della Roma imperiale, oppure, più difficile, con l'uomo di Neanderthal. Per quanto tra noi e i cittadini della Roma imperiale ci separa un notevole, se non profondo, divario in termini socioculturali, che in particolare si configurano in termini etici e di diritto, tale confronto, entro certi limiti, appare possibile. Nel confronto con gli uomini dell'età della pietra oltre a un profondo divario in termini socioculturali si potrebbero anche questioni in termini di sviluppo del sistema nervoso centrale, cose che assieme renderebbero questo immaginario confronto molto difficile o, appunto, impossibile. Se in tal senso pensiamo a differenze di sviluppo di civiltà e/o in termini di anzianità delle civiltà sulla scala di decine di migliaia di anni (o addirittura di milioni di anni!) propri della scala cosmica, appare evidente i termini e la complessità della questione (nota 3). Considerazioni che aiutano a focalizzare specifici aspetti che possono configurare i rapporti e le interazioni tra civiltà intesi su scala cosmica in ragione al grande divario, sia in termini filogenetici - evolutivi che di sviluppo civiltà, che può presentare vita intelligente in un quadro di così vaste proporzioni. Insomma in un contesto di rapporti e interazioni tra civiltà su scala cosmica, considerata la scala e i tempi cosmici, si pongono quesiti non solo in merito i termini di sviluppo di civiltà in termini sociali e culturali, ma anche in termini di percorso filogenetico - evolutivo. Quindi da una parte tale quadro, e tale prospettiva porta in campo tutti i temi delle questioni socioculturali e sociologiche, dall’altra solleva quesiti e questioni sui termini di sviluppo del percorso e dello sviluppo filogenetico, e quindi anche sui termini, e dello sviluppo, della struttura del sistema nervoso centrale, cose in un modo o nell’alto connesse. Come si configurano in realtà tali quesiti e tali questioni?

Se consideriamo i problemi e le difficoltà che hanno caratterizzato, e caratterizzano, i rapporti e le interazioni tra civiltà sul nostro pianeta, pur sulla base di un comune percorso e di sviluppo filogenetico, e di un contenuto divario in termini di sviluppo di civiltà, e un altrettanto contenuto divario in terni socioculturali, ciò non e paragonabile alle potenziali differenze e diversità che obiettivamente può presentare i termini di questi rapporti considerati su scala cosmica (nota 4 ). Questioni quindi molto complesse che come detto dividono, e separano, i termini dei rapporti tra civiltà nel quadro cosmico in due distinti contesti: un quadro che configura i rapporti e le interazioni tra civiltà cosmiche, e un quadro che configura i rapporti e le interazioni tra civiltà cosmiche e civiltà planetarie.


Termini dei rapporti e delle interazioni tra civiltà nel quadro cosmico

Lo sviluppo delle conoscenze scientifiche, e quindi il progresso tecnologico, che permette alle civiltà di coprire le distanze interstellari, rappresenta lo spartiacque, per così dire, che divide e separa le civiltà nel quadro cosmico. Considerazione che per altri versi rappresenta la naturale ragione della presenza degli UFO sui nostri cieli, coerente e in linea, appunto, al fatto che il confronto e l'interazione tra civiltà in un quadro cosmico rappresenta la diretta e naturale conseguenza delle sviluppo tecnologico conseguito dalle civiltà in tale contesto. È sufficiente, dopotutto, superare obsolete e anacronistiche posizioni antropocentriche per entrare nel merito di questa realtà e di tale prospettiva. Altra cosa, come detto sopra, è cercare d’immaginare e/o definire i termini delle interazioni tra civiltà in un contesto così vasto in dimensioni e possibilità qual è la realtà cosmica. Lo sviluppo delle conoscenze scientifiche, e quindi il progresso tecnologico, sembra dunque rappresentare l'elemento centrale e determinante che separa e divide le civiltà nel quadro cosmico. Ciò in considerazione dell'ambiente e delle distanze propri degli oggetti di tale contesto, che naturalmente isola e separa le forme di vita intelligente ai confini planetari. Lo sviluppo tecnologico delle civiltà rompe questa naturale barriera che isola le civiltà nel quadro cosmico, e che quindi determina e configura i rapporti e le interazioni tra civiltà in tale vasto contesto. Dunque lo sviluppo tecnologico che permette alle civiltà planetarie superate e coprire le distanze interstellari non solo rappresenta una enorme conquista tecnologica, ma rappresenta anche una svolta culturale epocale, in quanto tale evento pone una civiltà, culturalmente configurata, e isolata, al contesto planetario, al confronto con civiltà in un contesto su scala cosmica. Conquista tecnologica e conoscitiva che determina uno sviluppo culturale originale, senza precedenti, appunto di portata storica. In questo quadro, idee e principi socioculturali, ideologie politiche e posizioni di potere, legende miti e religioni, di una determinata realtà culturale vengono messe a un confronto critico senza precedenti. Confronto critico originale, in quanto estraneo da polarizzazioni e condizionamenti, o da posizioni di opportunità, dettate e relative a una determinata realtà socioculturale circoscritta e isolata al contesto planetario. In questo confronto ai nuovi arrivati verrebbe, semplicemente, tesa la mano (?), e con l'altra le regole del gioco (?). Regole che definirebbero la logica che regola i rapporti e le interazioni tra culture e civiltà nel quarto cosmico. Considerazioni che tra l’alto pongono in evidenza la posizione per cosi dire svantaggiosa delle civiltà planetarie nei confronti della civiltà cosmiche, in quanto da una parte tecnologicamente inferiori, dall’altra, e come detto, culturalmente legate e condizionate dai termini di una dimensione culturale legata alla realtà planetaria (diretta, pratica) sostanzialmente ceca o, appunto, estranea a un quadro di rapporti e interazioni tra civiltà su scala cosmica. Inoltre ciò pone in evidenza il fatto che i rapporti tra civiltà cosmiche e civiltà planetarie si configurano legati e condizionati da specifiche condizioni o prerogative: ragioni e opportunità interne (nota 5 ) relative al contesto planetario (processo storico) ed “esterne” (relative a specifiche direttive e/o regole “esterne”, e/o relative a specifiche posizioni di potere) a prescindere dalle quali il confronto risulta inattuabile, o unilaterale e arbitrario alle civiltà cosmiche (con tutto ciò che questo può comportare).

Il contatto con civiltà extraterrestri implica, almeno potenzialmente, oltre un a un inedito e storico confronto culturale, l'acquisizione, se non il travaso, di conoscenze scientifiche e tecnologiche di cui è difficile configurare i termini, la portata e gli effetti. Cosa che può rappresentare (o rappresenta), una delle questioni che condiziona o limita i termini e le interazioni tra civiltà in un quadro cosmico; oppure li esclude. Il confronto culturale tra civiltà su scala cosmica rappresenta una questione importante e centrale nei confronto tra civiltà in tale contesto; un eventuale travaso di conoscenze scientifiche e tecnologiche rappresenta una questione altrettanto centrale nelle interazioni tra civiltà nel quadro cosmico, in particolare per quanto riguarda i rapporti e le interazioni tra civiltà cosmiche e civiltà planetarie. La scala dei tempi cosmici è tale che le differenze di sviluppo in termini culturali, scientifici e tecnologici, tra civiltà di ambito cosmico si configura in rapporto a tale scala, e quindi di ampia, se non di enorme portata (nota 6 ). Dunque altro quesito: quale ruolo gioca tale questione nei rapporti e nelle interazioni tra civiltà in tale contesto?

Lo sviluppo delle conoscenze scientifiche, e quindi lo sviluppo tecnologico, ha rappresentato, e rappresenta, un fattore centrale della storia umana e che ha rivoluzionato, o quantomeno inciso in modo determinante, non solo la qualità della vita umana ma inciso notevolmente sui termini della dimensione sociale e culturale. Allo stesso tempo ha aperto questioni e temi originali che non trovano riscontri nel corso della storia umana: i termini e i limiti dello sviluppo in rapporto alle tecnologie e all’ambiente, che quindi implica nuovo paradigma delle questioni socioculturali, e di riflesso sui temi e sulle questioni economiche di diritto e di potere. Questioni e temi che si connettono, direttamente o indirettamente, alle questioni etiche.

La non interferenza è la prima direttiva dell’organizzazione dai governi planetari (civiltà cosmiche) immaginata nell'universo di Star Trek, direttiva che vieta d’interferire nello sviluppo di una civiltà o negli affari interni di un governo a prescindere da determinate prerogative; prima fra tutte la capacita di una civiltà di coprire le distanze cosmiche. Fantascienza, certo, ma l'idea e il concetto non non sono affatto pellegrini. Come considerato in questo testo il confronto tra civiltà richiede determiniate prerogative a prescindere dalle quali il confronto rischia di trasformarsi in scontro tra civiltà e/o a svantaggio delle civiltà meno sviluppate, che con il tempo perdono la propria identità, almeno ciò, e in generale, insegna la storia umana. In un contesto di rapporti e interazioni tra civiltà inteso su scala cosmica evidentemente ripropone tale questione in una nuova dimensione e complessità. Lo scambio o il travaso di determinante conoscenze scientifiche e tecnologiche, considerati i termini di sviluppo che può separare le civiltà in tale contesto, pone in campo questioni etiche, di diritto, e di potere, in ragione del motivo che lo sviluppo scientifico e tecnologico incide e/o condiziona i termini di tali posizioni. In altri termini uno scambio o travaso indiscriminato e/o inappropriato di conoscenze e tecnologie potrebbe (?) incrinare, o stravolgere, un coerente e naturale sviluppo tra etica e potere.

D’altra parte però tali considerazioni sollevano quesiti in merito alla solidarietà, o meno, tra civiltà nel quadro cosmico, in particolare nei rapporti tra civiltà cosmiche e civiltà planetarie, poiché determinati problemi relativi dello sviluppo di una civiltà planetaria potrebbero ricevere risposta e/o soluzione quale effetto o induzione, diretta o indiretta, relativa, appunto, ai rapporti e alle iterazioni tra civiltà intese su sala cosmica. Considerazione, quest'ultima, nella riflessione, e nella consapevolezza, che gli obiettivi e le prospettive di sviluppo della nostra civiltà potrebbero rappresentare, o rappresentano, realtà concrete, quanto inaccessibili, altre i confini planetari (…). Come si configurano in realtà tali questioni? Il quadro di tali rapporti rappresenta un nuovo paradigma delle questioni sociali e culturali, proprio e peculiare, appunto, alla dimensione cosmica?

La dimensione, e i tempi, della realtà cosmica sono tali che, come più volte sottolineato, risulta molto arduo immaginare i termini che lo sviluppo della vita intelligente, e quindi lo sviluppo delle civiltà, può aver conseguito in tale enorme contesto e di riflesso i reali termini del quadro dei rapporti tra civiltà. Per esempio, possiamo pensare al quadro dello sviluppo socioculturale in rapporto ai termini dello sviluppo scientifico e tecnologico, e/o in relazione alla longevità delle civiltà. Nella nota equazione di Frank Dreik, in merito alla diffusione della vita intelligente nel cosmo, un fattore della formula è, appunto, rappresentato dalla longevità,“l’anzianità”, delle civiltà (recentemente è stata proposta una versione evoluta dell'equazione di Drake; la Statistical Drake Equation SDE). Dunque il fatto di coprire le distanze interstellari rappresenta effettivamente un evento rivoluzionario per una civiltà dato che pone, o porrebbe, a confronto realtà sociali e culturali anche ampiamente diversificate tra loro. Ancora; come si configura tale quadro? Considerazione che a sua volta porta al quesito su termini dell'indipendenza, o meno, tra civiltà in tale contesto, o più in generale sui termini che configurano tali rapporti nel contesto economico, e relativi risvolti sociali, culturali ed etici, ideologici, politici e di potere. Cose che quindi possono determinare divergenze e disaccordi e incompatibilità di vario genere; fino a condurre conflitti veri e propri su scala cosmica? Le guerre stellari rappresentano una gratuita proiezione sulla scala cosmica dei rapporti e delle interazioni tra civiltà sul nostro pianeta, e quindi anche i termini che riflettono un aspetto della personalità umana, o tale eventualità e tale aspetto della personalità umana rappresentano aspetti comuni delle civiltà e della vita intelligente nel cosmo? Come osservato all’inizio; tutto il modo e paese: tutto il cosmo e paese? Considerazioni che riportano nuovamente alle questioni di diritto, direttamente o indirettamente connesse alle posizioni di potere, a loro volta connesse ai termini dello sviluppo socioculturale delle civiltà, e quindi ai termini della logica che regola i rapporti e le interazioni tra civiltà nel contesto cosmico; in particolare al quadro che configura i rapporti tra civiltà cosmiche e civiltà planetarie data la maggiore superiorità, almeno per quanto riguarda lo sviluppo tecnologico, delle prime rispetto le seconde. Quale la reale configurazione di questo quadro? Nello specifico, qual è il nostro reale rapporto, passato e presente, con tale realtà?

I diagrammi presenti in queste pagine rappresenta un tentativo di sintetizzare le suddette considerazioni.

 

Storia umana e civiltà extraterrestri

4 C'era un ' vento tempestoso che veniva dal nord, una gran massa di nuvole e fuoco guizzante, e aveva fulgore tutto intorno, e di mezzo a esso era qualche cosa simile al l'aspetto dell'elettro, di mezzo al fuoco. 5 E di mezzo a esso era la somiglianza di quattro creature viventi, e questo era 6 loro aspetto: avevano la somiglianza del l'uomo terreno. 7 E [ciascuno] aveva quattro facce, e [ciascuno] , d'essi quattro ali. 8 E i loro piedi erano piedi diritti, e la pianta dei loro piedi era simile alla pianta del piede del vitello; e sfavillavano come con lo splendore del, rame forbito.

Ezechiele capitolo 1 1-7

Per quanto le tradizioni culturali, in particolare quelle religiose, si pongono a cavallo tra mito e storia oggi gli sviluppi culturali permettono una diversa lettura e interpretazione dei testi antichi svincolata da presupposi e polarizzazioni fideistiche, relative ai concetti teologici. Interpretazione che ripropone miti e credenze religiose in una nuova e luce e prospettiva. Prospettiva che non solo pone in una nuova e originale visione determinati aspetti delle nostre tradizioni culturali, ma sembrano anche porre in evidenza, una volta di più, che gli eventi presentati dalla casistica UFO non rappresentano affatto una questione moderna ma che tali fatti li troviamo distribuiti lungo l’arco l'intera storia umana. Fatti ed eventi alterati e mascherati dalla dimensione storico-culturale nella quale si determinano, riversati nel quadro mitologico (o costruito il quadro mitologico), e/o afluiti nel contesto delle credenze religiose. Leggere, oggi, la visione di Ezechiele porta più alla mente un'artefatto tecnologico più che un racconto riferito al contesto del divino, tant'è che, per esempio, nel 1972 l'ingegnere della NASA Josef F. Blumrich raffigurò tale narrazione quale evento, ante litteram, delle attuali segnalazioni relative alla casistica UFO. Cosa che poi traviamo diffusa nelle tradizioni culturali delle a più antiche civiltà del nostro pianeta, dai mitici Vimana dei testi epici indiani,(Mahābhrata, Ramayana, VaimaniKa Shastra) al serpente piumato delle civiltà precolombiane, o altro esempio, il disco alato, con quello che sembra un supporto d'atterraggio, di Ahura Mazda della divinità dell'antico Iran (zoroastrismo), per fare alcuni esempi. Racconti, storie, miti, legende e credenze religiose che sembrano tutti connessi, direttamente o indirettamente, all'idea che visitatori e/o colonizzatori di altri pianeti siano entrarti in contatto con le prime civiltà del mosto pianeta, e che hanno inciso, o influenzato (?), da definire i termini, il corso della nostra storia. In altri parole, i fatti e gli eventi oggi proposti dalla casistica UFO rapprendano l'aspetto direttamente visibile, oggi come ieri, dei rapporti e delle interazioni tra civiltà intesi su scala comica. Considerazione che ancora ripropone il quesito di come si configurano, in realtà, i termini di tali rapporti.

Come abbiamo visto una prima riflessione riguarda direttamente, considerati i termini del contesto, la dimessone cosmica, l'estensione di tali rapporti e di queste interazioni. Questione che a sua volta è direttamente connessa a questioni di “viabilità”, ovvero alla facilità, o meno, di coprire le distanze interstellari in tempi e modi “pratici”, che quindi non rappresentino un'impresa ma una routine. In altre parole l'estensione e i termini di tali rapporti appaiono legati e/o condizionati dalla difficoltà, o dalla facilità, di coprire le distanze interstellari, cosa che appunto si traduce, in sostanza, in termini di sviluppo scientifico e tecnologico. La realizzazione del motore a curvatura, o bolla ci curvatura, proposto ed ipotizzato dal fisico Miguel Alcubierre negli anni 90 (The Warp Drive: Hyper-Fast Travel Within General Relativity), oggi considerato e ipotizzato da numerosi scienziati, per esempio Harold White, fisico della NASA, che ritiene possibile, almeno teoricamente, la realizzazione di veicoli spaziali con velocità superluminale. Alcuni ritengo che ciò possa rappresentare una realtà non troppo distante, cinquanta o cento anni? Forse meno, in ragione, appunto, ai termini dello sviluppo scientifico e tecnologico della nostra civiltà, difficile dirlo. Tale sviluppo tecnologico porrebbe l'uomo nella posizione di entrare in contatto con civiltà extraterrestri e quindi nella posizione di rientrare nel club delle civiltà cosmiche. Ora, considerati i termini che configurano il complessivo quadro socioculturale della nostra attuale civiltà, la domanda è quanto diverso da oggi si presenterà tale quadro in rapporto a tale prospettiva. Osservazione che quindi contempla il fato che civiltà cosmiche potrebbero essere non molto dissimili dalla nostra attuale civiltà, nessi e nocessi.

Come osservato sopra i confini planetari rappresentano, sotto tale aspetto, una naturale barriera di non interferenza tra civiltà nel quadro cosmico, a prescindere da un determinato sviluppo tecnologico. Cosa a sua volta direttamente connessa ai termini di un determinato sviluppo di civiltà, e quindi anche a una determinata configurazione socio-culturale ed etico-culturale. Considerato che la storia dei rapporti, e le interazioni, tra civiltà del nostro pianeta è caratterizzata da conflittualità di ogni genere, e da guerre organizzate, e dato che civiltà extraterrestri in grado di coprire le distanze interstellari potrebbero essere non molto dissimili della nostra, si ripropongono molti quesiti sui termini dell'aspetto etico-culturale nei rapporti tra civiltà nel quadro cosmico, in particolare, come più volte posto l’accento, sugli effettivi termini del nostro rapporto, di ieri e di oggi, con tale realtà.

Oggi abbiamo motivo di credere, grazie ad una reinterpretazione aggiornata di specifici aspetti culturali della storia delle civiltà del nostro pianeta (miti e credenze religiose in particolare), che le radici di questi particolari aspetti culturali possono trovare coerente spiegazione in un più ampio contesto di rapporti e interazioni tra civiltà, contesto che, appunto, si estende oltre i confini del nostro pianeta. Per quanto i reali termini di tali interazioni appaiono difficili da focalizzare nella loro realtà, mascherati, confusi, alterati dalla dimensione culturale delle civiltà nel corso della storia, oggi li possiamo delineare quale specifico aspetto storico che si connette ai fatti e agli eventi proposti dall'attuale questione UFO. Quindi: ancora, come si configurano, in realtà, gli effettivi termini, del passato e del presente, di tali rapporti e interazioni? Quesito anche in considerazione che la complessiva casistica UFO presenta anche aspetti e sfaccettature particolari, vicende che risultano anche molto pesanti per le persone direttamente coinvolte nei fatti, vedi per esempio incontri ravvicinati del quarto tipo (IR4), o rapimenti alieni (abductions), specifico e particolare risvolto della casistica UFO che, appunto, solleva numerosi quesiti e questioni sui termini del nostro rapporto con tale realtà.

Come emerso in queste righe elementi e questioni complesse, e di natura molto diversa tra loro, concorrono a configurare i termini dei rapporti e delle interazioni tra civiltà intesi in un quadro cosmico. Quindi, per riassumere a grandi linee gli elementi e/o i temi tale discorso: da una parte si pone il quadro che configura la genesi e la filogenesi dei sistemi viventi in tale enorme contesto, dall’altra i termini e la diffusione delle forme di vita intelligente in tale quadro. Poi, di riflesso, i termini del complessivi dello sviluppo delle civiltà, sia in termini socioculturali che di sviluppo tecnologico. Sviluppo, quest’ultimo, centrale e determinante che si connette direttamente alla facoltà delle civiltà di coprire le distanze interstellari, e che rappresenta, appunto, l’elemento centrale che origina e determina tali rapporti, la loro dimensione e l’estensione. Infine, ma non per ultimi, i temi relativi ai termini delle questioni economiche, politiche, di diritto e di potere. Cose che assieme ripropongono a loro volta la domanda se le civiltà extraterrestri in grado di copre le distanze cosmiche rappresentano gruppi o coalizioni legate da determinate regole principi o leggi, disposizioni che quindi legano e/o regolano tali rapporti, in particolare nei rapporti tra civiltà cosmiche e civiltà planetarie. Esiste una sorta di ONU cosmico, o organizzazioni simili, o i termini di tali rapporti tra civiltà in tale enorme contesto è regolato da principi e/o direttive autodeterminate, autodefinite, dalle singole civiltà? Considerati i termini della realtà cosmica, e come più volte osservato, risulta moto difficile immaginare i termini di tali rapporti e l'estensione di tali interazioni. Contesto che non solo ripropone i tenimi e le questioni sociali e culturali in una nuova scala e dimensione, originale quanto complessa, ma pure, conseguentemente, una nuova e originale dimensione delle questioni etiche, di diritto e di potere, di cui direttamente o, indirettamente, consapevolmente o no, siamo coinvolti. Quali sono, dunque, i reali termini del nostro rapporto con tale realtà?


Considerazioni conclusive e prospettive

Come abbiamo visto il quesito ricorrente che spesso si pone nella prospettiva di un confronto culturale con civiltà extraterrestri è certamente quello che verte sui reali terni del nostro ed effettivo rapporto con tale realtà, e ciò che questo comporta, o comporterebbe, per la nostra cultura e la nostra civiltà. Tale quesito di solito si pone, appunto, in prospettiva ma, a ben vedere, e come detto, tale quesito riguarda e si pone anche al passato. Le conoscenze e gli sviluppi culturali della recente storia umana, in particolare la reinterpretazione di determinate storie, miti e tradizioni culturali, hanno posto tale questione pure al passato. Gli UFO di oggi e i carri di fuoco della mitologia e delle tradizioni culturali religiose rappresentano due aspetti della stessa medaglia. Il nostro pianeta non è un'isola, gli UFO di oggi, e la visione di Ezechiele, di memoria biblica, rappresentano apparentemente fatti e/o aspetti culturali molto diversi tra loro, ma in realtà non separati, in quanto relativi alla nostra interazione con la dimensione e la realtà cosmica. I mitici e rissosi dei dall'Olimpo (Theoi), di memoria greca, come gli altrettanto rissosi e intransigenti Heloin delle tradizioni religiose ebraiche, che portano alla mente gli Hanunachi (coloro che dal cielo scesero sulla terra) mesopotamici, e/o al mitico Dio alato persiano Ahua Mazda, oggi sembrano assumere coerente identità quale traccia, o impronta storica, delle interazioni tra civiltà intese sulla scala cosmica poiché smascherati, per così dire, da miti e credenze. In questo quadro la storia di specifiche tradizioni culturali delle civiltà umane assumono una più ampia e originale configurazione che quindi trova coerente e origine, risvolto, e interpretazione, oltre i confini planetari. Quadro nel quale le prerogative divine degli dei del passato per così dire sfumano, si configurano nel contesto della realtà e delle debolezze umane, divinità più vicine e simili agli uomini che agli attributi divini. Cosa che rappresenta una sorta di rivoluzione nel contesto delle tradizioni culturali della nostra civiltà, poiché ripropone tale radicato aspetto culturale in una nuova luce, in una nuova consapevolezza e prospettiva. In questo quadro, la mitologia appare colorarsi di storia, gli dei delle credenze e del mito “divorziano” dalla teologia e sembrano trovare coerente origine e collocazione oltre i confini planetari; nei rapporti e nelle interazioni tra civiltà intesi su scala cosmica.

Ancora una volta il quesito centrale che si ripropone in prospettiva di un confronto con civiltà extraterrestri è certamente quello sui reali termini del nostro rapporto con tale realtà e ciò che questo comporta, o comporterebbe, per la nostra civiltà, dato che, come più volte sottolineato, tale prospettiva implica un confronto sociale, culturale e di potere, senza precedenti. Allo stesso tempo questo quadro riconfigura specifici termini della nostra storia, delle nostre tradizioni culturali e delle nostre credenze. In questo quadro, per esempio, e come osservato sopra, la dimora o il “cielo” degli dei del passato si “trasferisce”, e trova coerente collocazione con la realtà cosmica, e quindi, come detto, con termini che regolano i rapporti e le interazioni tra civiltà intesi in un contesto cosmico. Quindi una nuova prospettiva, e dimensione, delle questioni sociali e culturali, che ripropone un nuova dimensione delle questioni di diritto, e di potere, che configura una nuova e inedita dimensione delle questioni sociologiche e socioculturali ed etiche. Temi e questioni che per quanto difficili da immaginare in un contesto di tali dimensioni rappresentano, ciò che l’oggettività dei fatti e degli eventi presentati dalla casistica UFO propone.

Sono quindi le prospettive, e dunque le implicazioni, che tale realtà comporta che ha culturalmente censurato, per cosi dire, la questione UFO in quanto conduce a una nuova e originale (per non dire rivoluzionaria) visione sui termini della storia e della cultura umana, poiché pone la realtà umana e la sua civiltà su un nuovo piano e in una nuova quadro. Quadro che comporta un nuovo paradigma delle questioni e dei rapporti e delle interazioni socioculturali, poiché contempla la realtà cosmica a prescindere dalla realtà fisica diretta (pianeti, stelle ecc.), ma quale contesto di culture e civiltà, e a prescindere dall’uomo. Consapevolezza che “sfratta”, definitivamente, l'umanità da obsolete, quanto presuntuose, posizioni antropocentriche, cosa che non solo ridefinisce il ruolo e la posizione umana nel quadro cosmico ma comporta e implica la riconsiderazione, se non la revisione, di molti aspetti della complessiva storia umana.

La prospettiva, l'oggettività, di un quadro di rapporti e interazioni tra civiltà intesi su scala cosmica, implica, come emerso in queste considerazioni, tali interazioni nello spazio e nel tempo, cosa che pone il quesito di quanto, e in che termini, la storia e la civiltà umana rappresenti anche l’influenza, diretta o indiretta, di tale realtà. In altri termini oggi abbiano ragione di osservare, come più volte posto in evidenza, che i fatti e gli eventi presentati dall’attuale casistica UFO gli ritroviamo, spesso mascheratati dal mito e dalle tradizioni culturali, e lungo tutto l’arco della storia umana. Consapevolezza resa visibile dalla rilettura della storia umana alla luce, e dal senso critico, acquisito dagli sviluppi culturali attuali. Il supporto, lo sviluppo e la diffusione delle conoscenze scientifiche e, di riflesso, una maggiore libertà di pensiero, libera da inerzie e condizionamenti culturali e preconcetti, ha svolto e svolge un ruolo centrale in tale processo. Processo che per molti versi ha determinato una sorta di congiuntura cultuale per cui la dimensione, e le inerzie culturali del passato, devono confrontarsi con i termini degli sviluppi culturali attuali. Sviluppi culturali che hanno prodotto i paradossi e le incongruenze dell’attuale quadro socioculturale planetario, dove convivono e si sovrappongono, per esempio, l’astrologia e la meccanica quantistica, credenze religiose fondamentaliste, e cosmologie multiverso, e dove le ombre dei palazzi di Brasilia coprono (cesurano), le Favelas. Insomma un pianeta culturalmente e socialmente disomogeneo e contraddittorio, con un piede nel passato e uno nel presente, in perenne ricerca di conciliare la propria storia con le conoscenze del presente e le prospettive del futuro.

D’altra parte i termini dell’ attuale quadro sociale e culturale della nostra civiltà rappresenta, e/o sintetizza, la storia dei rapporti e delle interazioni tra civiltà sul nostro pianeta, o, più in generale, il quadro sociale e culturale attuale riflette lo “stato dell’arte”, per così dire, degli sviluppi sociali e culturali della storia umana. L’idea e la prospettiva di rapporti e interazioni tra civiltà intesi in un quadro cosmico deve confrontarsi sia con i termini che configurano l’attuale quadro socioculturale della nostra civiltà, che con la logica che regola rapporti e le interazioni tra civiltà nel contesto cosmico. Come configurare e/o immaginare, e rapportarsi, a tale prospettiva?

Posizioni e punti di vista diversi, storie, illazioni, e/o presunte ammissioni di sedicenti rivelatori, hanno definito quadri molto diversi su termini della nostra reale posizione con tale realtà. La posizione di reticenza e di chiusura, o di apparente indifferenza e/o ostracismo, da parte delle istituzione governative e dell’ambiente scientifico nei confronti della questine UFO segnano il passo. Comunque, a fronte di tali storie di tali posizioni ciò che oggettivamente e inequivocabilmente sta alla base di tale realtà e di tale prospettiva e rappresentato dai fatti e dagli eventi oggettivi, concreti, sperimenti, (vedi nota 7), presentati dai complessivi termini che configurano la casistica UFO. Eventi i quali in primo luogo pongono l'inequivocabile evidenza della loro origine extraterrestre e di riflesso l’oggettività, e dunque la prospettiva, il concetto, di rapporti e interazioni tra civiltà di abito cosmico. Realtà che allo stesso tempo sembra non intenzionata, almeno in apparenza (e al momento), a prendere diretto e palese contatto con la nostra civiltà. Quindi quali siano i termini del nostro reale ed effettivo rapporto con tale realtà rimane un quesito sospeso. Come e stato detto, e va sottolineato, tale prospettiva oltre a sollevare numerosi quesiti e questioni comporta tali e tante implicazioni per la nostra dimensione socioculturale che da sempre ha rappresentato una questione difficile da gestire da parte dell’establishment planetario. Considerazione che a sua volta solleva il quesito sui termini delle reali conoscenze (o addirittura il diretto coinvolgimento) da parte di specifiche ed esclusive istituzioni governative planetarie in merito termini del nostro rapporto con tale realtà. Cosa, che quindi poterebbe connettersi all’atteggiamento ambiguo e/o contraddittorio, e di chiusura, delle istituzioni governative nei confronti di tale questione. Quale siano i reali termini del rapporto UFO-governi non è dato a sapere, a prescindere, come è stato osservato sopra, da determinate fonti, dichiarazioni e storie, più o meno credibili e attendibili. Anche se, d’altra parte, le dichiarazioni di specifiche persone, che a suo tempo occupavano posizioni di rilievo in ambito governativo (militare e civile) non lasciano certo il tempo che trovano, anzi.

Una cosa comunque appare certa, a prescindere da quali siano i termini del nostro rapporto con tale realtà: il confronto con civiltà extraterrestri rappresenterebbe una svolta di portata storica e culturale per la nostra civiltà. Ciò non solo in ragione al fatto in sé, il contatto e il confronto con civiltà extraterrestri, ma anche in ragione ai termini del nostro passato, per lo più occulto e/o mascherato, rapporto con tale realtà. Prospettiva che, come tetto, porta in campo la domanda se, e di quanto, la complessiva storia umana (compresa la storia filogenetica umana) è connessa, ridettamene o indirettamente, ai termini dei rapporti e delle interazioni tra civiltà nel quadro cosmico. Quesito, quest’ultimo, che trova ragione nella rinnovata interpretazione delle nostre tradizioni culturali resa possibile da un altrettanto rinnovato senso critico dovuto dagli sviluppi culturali della recante storia umana. Infatti oggi la reinterpretazione delle nostre tradizioni culturali, in particolare quelle religiose, sembrano pone sempre più in evidenza del nostro passato rapporto (per lo più occulto) con i termini di un quadro di rapporti e interazioni tra civiltà intesi su sala cosmica. Quadro nel quale, come osservato sopra, gli dei del passato (Hlohin e/o Theoi vari, per esempio) si configurano personaggi molto più vicini agli uomini che all’idea, e/o gli attributi, riferiti al divino, ma questa è una questione e storia a sé.

La prospettiva di un confronto con civiltà extraterrestri per quanto rappresenti un rivoluzionario sviluppo dei rapporti tra civiltà e delle questioni sociologiche, rappresenta, dopotutto, un naturale sviluppo dei rapporti e delle interazioni tra civiltà, in ragione del fatto che obiettivamente la diffusione della vita intelligente nel cosmo si configura un peculiarità propria di tale contesto, e quindi un altrettanto naturale sviluppo delle questioni sociologiche. Oltre a ciò tale confronto comporterebbe, per altri versi, una revisione e/o riconsiderazione della complessiva storia umana, in quanto, come più volte osservato in questo testo, vista e considerata alla luce di un quadro di rapporti e da interazioni tra civiltà intesi su scala cosmica. La Terra, va sottolineato, non è un isola a sé è parte (esigua) integrante della realtà comica; nessi e connnessi.

La fattibilità, di tale prospettiva deve obiettivamente confrontasi con i termini socioculturali della nostra attuale civiltà e, per quanto detto, con i termini (?) che regolano e/o configurano i rapporti e le interazioni tra civiltà nel quadro cosmico. Difficile stabilire quando e in che termini ciò si determinerà palesemente, concretamente. Confronto che comunque appare implicito e conseguente allo sviluppo tecnologico della nostra civiltà, relativo alla nostra capacità a coprire le distanze interstellari (e quindi una questione di tempo), che di fatto implicherebbe il nostro ingresso nel club delle civiltà cosmiche, cosa che rappresenterebbe una pietra miliare della storia umana. D’altra parte il nostro rapporto con civiltà extraterrestri sembra rappresentare uno sfondo concreto, anche se come detto per lo più occulto, della complessiva storia umana di cui oggi prendiamo progressivamente coscienza. Gli UFO di oggi e i carri di fuoco del passato rappresentano due aspetti della stessa medaglia, che soprappone la realtà terrestre a quella cosmica di qui facciamo parte. In questo quadro i rapporti e le interazioni tra civiltà si configurano quale naturale dimensione dei rapporti e delle iterazioni tra civiltà intesi e relativi alla realtà cosmica, e allo stesso tempo il naturale e conseguente riflesso dell’altrettanto naturale diffusione della vita intelligente nel cosmo.

ll quesito di quanto, e in che termini, tale realtà ha inciso, e/o incida, sulla nostra cultura e la nostra civiltà è una questione aperta (almeno per chi scrive) e che, come già osservato, può riservare sorprese e risvolti di ogni genere.

Ciò che comunque appare centrale e prendere coscienza di tale prospettiva in quanto, come emerso in queste considerazioni, il confronto con civiltà extraterrestri non solo aprirebbe un nuovo e originale capitolo delle questioni sociologiche, ma pure un nuovo e originale capitolo della storia e della cultura della nostra civiltà.



© Luciano Perla v1 C0 2019 (2014)

 

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Michio Kaku Fisica del futuro La biblioteca delle scienze 2012

Mauro Biglino Il dio alieno della Bibbia Uno Editori 2011

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Paul Davies Uno strano silenzio Biblioteca delle scienze 20

Piter Colosimo Non e terrestre

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Roberto Pinotti GEPAN: la grande illusione GDM 209 pg. 61 1989

Roberto Pinotti Dei dallo spazio Oscar Mondadori 2004

Roberto Pinotti Oggetti volanti non identificati Oscar Mondadori 2003

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Rino Di Stefano Luci nella notte:il caso Zanretta Alkaest 1984

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UFO in Italia Boncompagni-Conti-Lamperi-Rcci-Sani. Periodo 1907-1953 Corrado Tedeschi editore editore

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Note:



1) Comunque oggi sapiamo, per esempio, grazie al telescopio spaziale NASA Kepler, che

quasi una stella su cinque ha pianeti che orbitano nella cosiddetta fascia di abitabilità

dove i parametri fisico-chimici potrebbe determinare e sostenere la vita (e di riflesso la vita intelligente) per come la conosciamo.


2) A prescindere da influenze “esterne”. Oggi si ha motivo di pensare che specifici aspetti della storia culturale umana (credenze religiose comprese) possono trovare ragione in quadro di rapporti e interazioni tra civiltà inteso su scala cosmica. Rapporti e interazioni che quindi possono anche cambiare i termini e le idee sulla storia filogenetica evolutiva della complessiva storia umana.


3) Il contratto e il confronto con civiltà extraterrestri può comportare difficoltà di comunicabilità non solo in ragione al linguaggio, o ad altre forme di comunicazione, ma anche in ragione e in relazione, appunto, a uno specifico percorso filogenetico – evolutivo dato che tale percorso si riversa, in un modo o nell’altro, in uno specifico adattamento alla realtà che a sua volta si riversa in termini psicologici. Adattamento alla realtà che si riflette su una diversa partecipazione emotiva a questa. Considerazione che si connette direttamente agli archetipi dell’inconscio collettivo di Carl Gustav Jung che rappresentano (in sostanza), quella parte dell’inconscio comune di tutti gli esseri umani in quanto retaggio delle esperienze afferivo-emotive di antica data, le radici invisibili della coscienza, per usare le parole di Jung, e che colorano specifici aspetti del modo di essere umano. In altri termini, sulla base di queste considerazioni, la dimensione psicologica di una determina forma di vita intelligente include specifici archetipi funzionale a essa. Ragione per cui differenze di percorso evolutivo corrisponderebbero a specifici archetipi: emotivamente carichi, per una determinata forma di vita intelligente; indifferenti, o addirittura incomprensibili, rispetto a un’altra. D’altra parte se, come detto, la vita intelligente nel quadro cosmico segue determinatati percorsi in ragione e sulla base delle stesse leggi fisiche, chimiche, e quindi biologiche, (in funzione alle costanti cosmologiche) i “riverberi” dei percorsi evolutivi alla fine dovrebbero parlare la stessa lingua che è quella, appunto, della vita intelligente.


4) Ciò anche in considerazione che risulta veramente difficile immaginare dove può portare sviluppo socioculturale e le conoscenze scientifiche e tecnologiche di una civiltà su una scala di tempi cosi ampia (posto che la storia di una civiltà vanti una tale storia). Dato che su tale scala dei tempi gli sviluppi delle conoscenze scientifiche e tecnologiche, e di riflesso lo sviluppo sociale e culturale, potrebbero riscrivere le questioni sociologhe al punto di non essere più direttamente riconoscibili come tali.


5 Per cui si pone il quesito se la posizione dell’establishment planetario (cover up, debunking) nei confronti degli UFO e coerente al processo storico (l’inesistenza di determinate prerogative) o funzionale a specifiche posizioni e opportunità di potere. Oppure se tale atteggiamento deriva, addirittura, per quanto possa sembrare sorprendente o incredibile, da accordi segreti con specifiche realtà dell’establishment “esterno” (contatto diretto con civiltà extraterrestri) confronto che ha messo in luce gli effettivi termini del nostra rapporto con rapporto con tale realtà, e quindi con il quadro che configura i termini dei rapporti tra civiltà nel conteso cosmico.


6) A questo proposito pesiamo, ad esempio, alle conoscenze scientifiche e tecnologiche nel campo e nel contesto biologico e medico, direttamente connesse alla durata e qualità della vita, appare evidente i termini e la portata della questione.


7) In ragione ai dati presentati dalla casistica UFO globale. Nello specifico, per esempio, ai dati relativi alla casistica dei riscontri radar e radar-visuali, o alle tracce lasciate sul terreno nel contesto degli incontri ravvicinati del secondo e terzo tipo (classificazione di J.Allen Hynek).

Il radar è uno strumento di misura preciso, con il quale si può risalire velocità, altezza e distanza (con i radar di alta risoluzione si può anche risalire forma e dimensioni) di un oggetto volante: le caratteristiche e le prestazioni degli oggetti volanti non identificati (UFO) registrate con i radar escludono un’origine terrestre. La contemporanea osservazione visuale e radar di un UFO, avvistamenti radar-visuali, appunto, rappresentano un'aspettato sperimentale (e quindi scientifico), per così dire, dei fatti e degli eventi presentati dalla casistica UFO. Un altro aspetto concreto, tangibile, sperimentale, è rappresentato dalle tracce (impronte) lasciate da questi oggetti al suolo proprio e relativa alla casistica agli incontro ravvicinati del terzo tipo (IR3). Tracce al suolo dalle quali si può risalire al peso di questi oggetti, che risultano dell’ordine di tonnellate.


 



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