Voci e smentite su Saddam
Il giallo continua

        Vivo, Morto, ferito: la sorte del presidente iracheno Saddam Hussein ieri è statal'interrogativo massimo per gli osservatori dell'attacco all'Iraq. Ha aperto il «fuoco» l'emittente Foxnews, considerata vicina all'amministrazione Bush: la Cia, ha affermato Foxnews, ha le prove fotografiche che il rais sarebbe stato ferito, addirittura nel corso del primo bombardamento. All'alba di giovedì scorso, per l'emittente, un'ambulanza por via dal bunker polverizzato un uomo con il volto coperto dalla maschera ad ossigeno e quell'uomo era il presidente iracheno. Del mo~ mento resterebbe una foto che testimonierebbe, si afferma, l'alacrità dei soccorritori in mezzo alle macerie che restituivano più di un corpo. La foto del secolo, insomma. Ma Fox news non la mostra e quindi il giallo resta tale.
        Rispondeun'altra Tv, quella di Stato irachena. Ha riferito di una riunione con collaboratori altissimi e alti gradi delle forze armate - in sostanza personaggi la cui defezione gli Usa incoraggiano in queste ore - durante la quale il presidente Hussein avrebbe espresso la sua soddisfazione per il comportamento in campo delle forze armate irachene. Ad ascoltarlo il figlio minore di Saddam, Qusay, il vice presidente Ramadan, il vice premier Tareq Aziz, il ministro dell'informazione Al Sahaf e quello della difesa, generale Sultan Hashim Alimed. immagini? Nessuna. Il giallo resta tale. Con buona pace di una signora presentata dalla stampa amglosassone come «amante di Saddarn» e che avrebbe contraddetto nientemeno che la Cia: i servizi segreti Usa a dire che il Saddam riapparso in tv dopo il primo bombardamento era quello buono (si fa per dire, scusate) e lei a ribattere «no, era un sosia».
        La guerra non si vede, anche se riempie tv e giornali. La guerra ci manda voci e rumori da dietro le quinte ed occorrerà fatalmente attendere per sapere quanto ci sia di vero, di falso e di propaganda nel frastuomo di fondo che copre l'informazione sul martirio dei civili iracheni.
        Un «quasi morto» in attesa di conferma - sarebbe rimasto vittima del raid di giovedì scorso - sarebbe il numero due del regime Izzat Ibrahim: si hanno notizie contraddittorie sul vice presidente Taha Yassin Ramadan e sul cugino di Saddam Hussein, Ali HassanAMI Majid, che fu il primo governatore del Kuwait dopo l'invasione del 1990. Noto come Ali il chimico per aver sterminato con i gas tossici decine di migliaia di curdi nel 1987-88, Hassan Al Majid, è una vecchia conoscenza dei servizi segreti americani fin dai tempi della guerra all'Iran, quando Saddam Hussein era ancora nella lista americana degli interlocutori fidati.
        Giallo nei gialli, quello degli aerei Usa abbattuti nei cieli di Baghdad. Due per il figlio di Saddam Hussein, che dirige l'emittente Al Shabab (La gioventù), nessuno per gli angloamericani. Immagini? Se ne daranno, dicono gli iracheni appena possibile filmare sul posto.
        Poco più tardi, la tv di Stato ha invece riferito che Saddam. Hussein ha presieduto una riunione - della quale non ha però  mostrato immagini - con alti gradi delle forze armate in cui ha affermato di essere soddisfatto del comportamento dei soldati iracheni di fronte all'invasione anglo-americana. Ma uno dei gialli più intriganti è quello della 51 esima divisione delle truppe irachene. Per una giornata sana il comando alleato ha giurato: si sono arresi tutti ed ottomila a cominciare dal comandante. Smentiscono gli iracheni, gli americani hanno continuato a confermare la resa di massa per tutte le 24 ore. Immagini della divisione con la bandiera bianca? Nessuna.
 
 


Il Rais a Tikrit?   Tre giorni fa, ha avuto la certezza dell' imminente arrivo delle truppe americane a Bagdad. saddam Hussein sarebbe fuggito dalla capitale irachena e si sarebbe nascosto a Tikirt, sua città natale. E' quanto ha scritto ieru Haitham Rashiud Wihaib, ex capo del protocollo del rais, sul tabloid domenicale britannico The Mail on Sunday. L' esule iracheno conosce molto bene Saddam, per averci lavorato insieme per quasi 20 anni, occupandosi del suo ufficio privato. <<Saddam non è un uomo coraggioso. E'piuttosto matto e disperato e si sta preparando a vivere in esilio. Quando ha saputo che gli americani si stavana avvicinando, ha abbandonato Bagdad senza esitazione.>> Per la fuga segreta, il rais avrebbe viaggiato su un anonimo taxi vhr lo avrebbe trasportato fino a Tikrit, città a 170 kilometri a nord dalla capitale.

(Il Mattino, 07 Aprile 2003)

 
 
 



 
Saddam sfugge alla cattura per un soffio. Raid all'alba a Tikrìt, ma la casa è vuota 

TIKRIT (Iraq) - Sono arrivate con 24 ore di ritardo le truppe della 41 Divisione di fanteria Usa nelle tre fattorie di rikrit che, secondo le ultime fonti dell'intelligence, ospitavano il capo della sicurezza personale del rais e, forse, lo stesso Saddam Nussein. Ma i nascondigli erano stati abbandonati il giorno prima dopo che venerdi, nella stessa zona, e-rano state catturate diverse guardie dei corpo dei super-ricercato. 'La trappola si chiude - ha detto il comandante di brigata colonnello James C. Hickey dopo i raid all'alba di ieri -. Non sanno più dove nascondersi e per loro muoversi si fa sempre più difficile, per-ché siamo dappertutto. Un giorno busseremo alla loro porta". Ie-ri, però, dietro la porta dei com-plesso di case di Tikrit, città ori-ginana di Saddam e dei suo clan dove si concentrano le ricerche, non c'era più nessuno, tanto che, nonostante la presenza di centi-naia di soldati e degli elicotteri A-pache, non è stato sparato un col-po. La soffiata sulla presenza di Saddam sarebbe venuta dagli in-terrogatori delle guardie del cor-po. Ieri pomeriggio anche a Mari-sur, quartiere di Baghdad, un'al-tra casa è stata circondata e cin-que persone sono nmaste uccise. Secondo indiscrezioni, norl con-fermate dai militari, anche in quel caso si cercava qualcuno molto vicino a Saddam. Certo è che, dopo l'uccisione dei figli, la caccia all'uomo ha nuovo impulso. Ma anche la guerriglia antiamericana sembra avere ricevuto nuova lin-fa: cosi anche ieri è morto un mi litare Usa, il 48' dalla fine uffi-ciale della guerra (il I' maggio) e il 163' complessivo (16 in più dei caduti della prima Guerra dei Golfo). li soldato è stato ucciso da una granata a Baghdad. A Karbaia, invece, centinaia di persone sono scese in strada per prote-stare contro l'uccisione di un uo-mo, avvenuta sabato: "Ci vendichremo - gridava la folla contro i soldati che hanno sparato per di-sperderla - renderemo impossibile la vita degli americani".  (28 Luglio 03)

Tre imprendibili primule rosse  TRE guerre, tre vittorie. Ma, come Saddam Hussein, anche Radovari Karadzic e Osama Bin Laden sembrano aver dato scacco, almeno per ora, alla superpotenza americana. Furono i bombardamenti americani suVogosca e sulle postazioni serbo-bosniache sul monte Igman a por fine all'assedio di Sarajevo, stretta per tre anni dal cerchio di acciaio e di fuoco dei serbi. Furono ancora le bombe delle fortezze volanti statunitensi a piegare la resistenza dei talebanaToraBorae sulle Montagne bianche afghane. E, infine, sono state le truppe americane a sbaragliare la resistenza della Guardia repubblicana irachena. entrare a Ba ghdad il 9 aprile scorso. Ma nella rete degli americani devono ancora cadere i tre principali avversari, le icone del male contro le quali Washington ha scatenato i tre conflitti. Laden e Saddarn sono le "primule rosse" del terrore che neanche la potenza militare americana assistita dalla rete di servizi segreti più tecnologicamente avanzata del pianeta, è riuscita finora a catturare. E, nell'elenco dei trofei, mancano anche alcuni comprimari di rango, come il generale Ratko Mladic, esecutore della pulizia etnica in Bosnia teorizzata dal suo capo Karadzic e il Mullah Omar, leader spirituale dei taleban e braccio destro di Osama. Il dottor Radovan Karadzic, psichiatra e poeta dilettante ma, soprattutto, ispiratore della pulizia etnica in Bosnia e leader incontrastato dei serbo-bosniaci, si aggirerebbe ancora libero nei Balcani. L'ipotesi più probabile è che viva nascosto in uno dei tanti monasteri ortodossi della zona serba di Bosnia. Osama Bin Laden potrebbe essere rimasto ferito o ucciso a Tora Bora. In realtà il suo fantasma insegue ancora i responsabili della guerra contro i taleban decisa all'indomani dell'1 i settembre. Per molti il "principe del terrore" si troverebbe ancora in Afghanistan o sulle montagne del Pakistan nord-occidentale. Saddam Hussein: le sue statue sono state abbattute. I suoi ritratti trascinati nella polvere delle strade di Baghdad. I suoi figli Uday e Qusay uccisi a Mossul. Ma il rais sfugge alla muta degli inseguitori

(29 Luglio 2003)



Home Page

Aggiornato Aprile 2003

 
Luke the CHALLENGER